Intervento del Consigliere Francesco Cananzi al Plenum del 23 novembre 2016 alla presenza del Ministro Orlando

Parere sulla riforma delle piante organiche dei Tribunali e delle Procure.

Sig. Ministro,
il parere che oggi rendiamo sullo schema di decreto ministeriale in ordine alla determinazione delle piante organiche si inserisce nell’ambito di un percorso che il CSM, ed in particolare la settima commissione, in questo biennio ha provato a tracciare.

E’ un percorso di metodo, prima di tutto, perché si fonda su un rapporto di interazione fra i vari soggetti del governo autonomo, i magistrati, i dirigenti, i Consigli giudiziari, il Consiglio, nella prospettiva di intendere il circuito del governo autonomo dei magistrati come un organismo che abbia un movimento di sistole e
diastole, dove le idee ed i progetti si arricchiscono delle esperienze virtuose, perché la realtà a volte offre spunti innovativi e consente di trovare soluzioni che l’applicazione teorica non coglie, pur senza cadere nella mera empiria.

Lo scambio osmotico fra realtà ed idee consente spesso di giungere a soluzione inaspettate di sintesi, decisamente migliori dei punti di partenza.

E’ questo il metodo che la settima commissione ha utilizzato in più occasioni, da ultimo per le linee guida in tema di intercettazioni e per le buone prassi, che attestano l’impegno, la responsabilità e la capacità organizzativa dei dirigenti e dei magistrati italiani: è questo il metodo dialogico che si è sperimentato anche nella fase istruttoria di questo parere, con il coinvolgimento dei consigli giudiziari.

Va per questo il mio ringraziamento ai Consigli giudiziari, ai Presidenti di Corte ed ai Procuratori generali, che nonostante i ritmi incalzanti, a ridosso del periodo feriale, ci hanno fornito elementi di valutazione indispensabili, con grande responsabilità e competenza.

Questione di metodo è anche quella di aver valorizzato, in questi due anni di consiliatura, il Comitato paritetico come luogo del confronto, luogo dove anche si realizza la leale collaborazione che l’assetto costituzionale richiede, nella autonomia dei ruoli del Ministero e del CSM e nella chiarezza delle rispettive posizioni.

Il Csm ha fornito dati ed indicazioni,  ha chiesto di tenere in conto i fattori correttivi indicati nel parere (pendenze, turn over, ripartizione dei magistrati fra civile e penale, indici di scopertura delle piante organiche, ufficio per ufficio), valorizzati in modo significativo nell’elaborazione ministeriale ( da qui il ringraziamento al Capo di Gabinetto dott. Melillo ed ai capi dipartimento dott.  Mura e Natoli e prima Barbuto): ciò che mi preme evidenziare è come il Comitato debba sempre, anche per il futuro, essere  il  luogo di una leale collaborazione biunivoca, da ricercarsi previamente, specie quando le determinazioni assunte implichino correlazioni – in via diretta o indiretta –  con le reciproche competenze, intervenendo sull’in sé della giurisdizione o delle competenze del Ministero: fra servizi per la giustizia, organizzazione e giurisdizione vi è un labile confine, penso al tema dei registri informatici,  che sempre richiede una reciproca previa interlocuzione.

Con questo parere, inoltre, il Consiglio prende atto di uno sforzo, non più procrastinabile, di accrescimento e ridistribuzione del numero dei magistrati assegnati al primo grado, per garantire un migliore servizio ai cittadini.

Sappiamo che la limitatezza delle risorse  è il dato di partenza da colmare,  ma allo stato occorre rispondere a questo deficit con razionalità.

Nel progetto ministeriale si rinviene un’opzione razionale di politica giudiziaria: il Consiglio esprime pertanto un giudizio complessivamente positivo seppur si evidenziano, come il Presidente Galoppi ha chiarito, criticità che continuano a sussistere e potrebbero essere colmate con un intervento correttivo e di riequilibrio della distribuzione in favore dell’area Sud-Isole e del Centro,  di alcuni degli uffici di minima dimensione ed in favore dei tribunali metropolitani, anche in ragione della tendenza dell’accrescimento delle competenze distrettuali: da ultimo va evidenziato che proprio lo schema di decreto legislativo attuativo della direttiva 104/2014, per cui pende richiesta di parere al CSM, prevede l’attribuzione di competenze per le controversi  da risarcimento del danno antitrust solo ai Tribunali delle imprese di Milano, Roma e Napoli,rispettivamente per tutti i distretti settentrionali, del centro e meridionali.

Il Consiglio offre con il parere anche la possibile soluzione per il recupero di posti non utilizzati: la riduzione della pianta organica dei magistrati distrettuali, di fatto stabilmente scoperta nella misura del 50%.

Proprio il principio di realtà – che deve fondare ogni valutazione di politica, anche giudiziaria – e la necessità di dare una risposta alle attese di alcuni uffici in grave e pluriennale deficit di organico, ci incoraggiano, pur consapevoli della perfettibilità di ogni intervento, non tanto ad offrire un parere favorevole – seppur corredato da
risolubili criticità  – ad un progetto statico,  bensì  ad attivare un processo dinamico, quello di un cantiere che consenta  ogni tre anni una verifica periodica dei flussi e delle pendenze, che tenga conto delle mutate condizioni ambientali e di contenzioso.

Sappiamo che ogni ragionamento sulla distribuzione degli organici dei magistrati impatta con il tema della assenza del personale di magistratura, attualmente nella misura del 12% su base nazionale, il che ovviamente incide sulla funzionalità degli uffici, riducendo l’efficacia di ogni programmazione, specie per gli uffici più disagiati.

Speriamo che di qui a tre anni, grazie all’ingresso di nuovi magistrati, possa ridursi la percentuale di scopertura, cosi come è auspicabile che trovi seguito lo sforzo fatto nel procedere all’indizione del concorso per 800 assistenti giudiziari.

La liquidità dei tempi che viviamo, i mutamenti della qualità e quantità del contenzioso (si pensi all’incremento esponenziale dei procedimenti per il riconoscimento dello status di rifugiato), la natura recente degli interventi sulla geografia giudiziaria, imporranno quindi di effettuare una verifica triennale specie per gli uffici accorpanti e di nuova istituzione, (come quello di Napoli Nord), per il quale la scienza statistica non può consentire una previsione attendibile di lungo periodo.

Alla liquidità occorre rispondere con la flessibilità dell’organizzazione: non è pensabile che le nuove piante organiche restino immutate per altri decenni.

Per altro, una verifica immediata andrà anche effettuata in ordine alla individuazione dei posti semidirettivi, che andranno calibrati all’esito della determinazione finale sulla nuova pianta organica.

Mi sia consentito concludere con un ringraziamento, al Presidente Galoppi per la forte determinazione   e per l’acuto impegno profuso fin dall’inizio della sua presidenza ed al Consigliere Ardituro, con il quale abbiamo condiviso la scorsa annualità in settima ed i lavori del Comitato paritetico, ai componenti della settima commissione attuale e dello scorso anno, ma anche ai colleghi magistrati segretari ed ai funzionari della settima commissione e dell’ufficio statistico del Consiglio, che ci hanno consentito con grande professionalità e dedizione di rendere il parere in tempi assolutamente celeri.

Abbiamo un cantiere, Sig. Ministro, la vera scommessa è quella di non chiuderlo ma di mantenerlo aperto!


Francesco Cananzi

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