Rassegna cassazione penale agosto-settembre 2018

a cura di Luigi Giordano

Fonti del diritto  – Successione di leggi – Disciplina sanzionatoria sopravvenuta più sfavorevole – Condotta posta in essere interamente prima della entrata in vigore della suddetta legge – Evento verificatosi sotto la vigenza della nuova norma – Disciplina applicabile – Fattispecie.

Le Sezioni unite, con la sentenza del 19 luglio 2018 (dep. 24 settembre 2018), n. 40986, Pittalà, hanno affermato che, in tema di successione di leggi penali, nel caso in cui l’evento del reato intervenga nella vigenza di una legge penale più sfavorevole rispetto a quella in vigore al momento in cui è stata posta in essere la condotta, deve trovare applicazione la legge vigente al momento della condotta. (Nella specie la Corte ha annullato la sentenza di patteggiamento con cui era stata applicata la pena più severa introdotta dalla norma incriminatrice dell’omicidio stradale di cui all’art. 589-bis cod. pen., entrata in vigore medio tempore, prima della verificazione dell’evento lesivo).

Reato continuato – Reati puniti con pene eterogenee – Configurabilità – Pena – Determinazione – Aumento della pena prevista per la violazione più grave – Criteri di determinazione.

Le Sezioni Unite della Corte di cassazione, con la sentenza del 21/06/2018  (dep. 24/09/2018), n. 40983, hanno affermato i seguenti principi di diritto:

– La continuazione, quale istituto di carattere generale, è applicabile in ogni caso in cui più reati siano stati commessi in esecuzione del medesimo disegno criminoso, anche quando si tratti di reati appartenenti a diverse categorie e puniti con pene eterogenee.

– Nei casi di reati puniti con pene eterogenee (detentive e pecuniarie) posti in continuazione, l’aumento di pena per il reato satellite va comunque effettuato secondo il criterio della pena unitaria progressiva per moltiplicazione, rispettando, tuttavia, per il principio di legalità della pena e del favor rei, il genere della pena prevista per il reato satellite, nel senso che l’aumento della pena detentiva del reato più grave andrà ragguagliato a pena pecuniaria ai sensi dell’art. 135 cod. pen.

Reato – Estinzione (cause di) – Prescrizione – Recidiva reiterata – Rilevanza sul termine di prescrizione.

La Quinta Sezione della Corte di cassazione, con la sentenza del 13/07/2018 (dep. 09/10/2018) n. 45341, pronunciandosi in tema di recidiva reiterata, ha affermato che essa, a differenza dell’aumento di pena che può variare dalla metà ai due terzi, comporta sempre il prolungamento del termine di prescrizione di due terzi, ai sensi dell’art. 161 comma 2, cod. pen. 

Delitti contro la personalità dello Stato – Associazione con finalità di terrorismo – Cellula servente rispetto ad un’organizzazione terroristica internazionale – Rilevanza penale – Condizioni.

La Sesta Sezione, con la sentenza n. 40348 del 23 febbraio 2018 (dep. 11 settembre 2018), ha affermato che, ai fini della configurabilità del reato di cui all’art. 270-bis cod. pen. con riferimento a cellule serventi rispetto ad un’organizzazione terroristica internazionale, è necessaria la prova di un legame effettivo tra le prime e la seconda, pur non essendo richiesto che il singolo gruppo locale sia direttamente impegnato in attività terroristiche.

Reato di istigazione al suicidio – Qualificazione come reato commesso con violenza morale contro la persona – Configurabilità – Conseguenze in materia di archiviazione.

La Sezione Quinta, con la sentenza n. 48360 del 17/09/2018 (dep.23/10/2018), ha affermato che il reato di istigazione al suicidio rientra tra quelli commessi con violenza morale contro la persona, poiché l’istigazione rappresenta una forma subdola di coartazione della volontà altrui, per cui la richiesta di archiviazione deve essere notificata alla persona offesa ai sensi dell’art. 408, comma 3, cod. proc. pen.

Resistenza a pubblico ufficiale – Condotta di violenza o minaccia nei confronti di più pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio – Concorso formale di reati – Configurabilità.

Le Sezioni Unite Penali della Corte di cassazione, con la sentenza n. 40981 del 22/02/2018 (dep. 24/09/2018), hanno affermato che in tema di resistenza a pubblico ufficiale, integra il concorso formale di reati, ai sensi dell’art. 81, comma primo, cod. pen., la condotta di chi usa violenza o minaccia per opporsi a più pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio mentre compiono un atto del proprio ufficio o servizio.

Reato urbanistico e paesaggistico  – Sentenza di non punibilità per particolare tenuità del fatto  – Ordine di rimessione in pristino e ordine di demolizione – Possibilità – Esclusione – Ragioni.

La Terza Sezione, con sentenza n. 48248 del 10/05/2018 (dep.23/10/2018) ha affermato, con riferimento a reato urbanistico (art. 44 d.P.R. n.380/2011) e paesaggistico (art. 181 D.lgs. n.42/2004), che il giudice pronunciando sentenza di non punibilità ai sensi dell’art. 131-bis cod. pen., non può ordinare la rimessione in pristino dello stato dei luoghi o la demolizione delle opere abusive, in quanto non è configurabile il presupposto della sentenza di condanna,  malgrado vi sia un accertamento di responsabilità dell’imputato.

Reato ex art. 5 D.Lgs n. 74 del 2000 – Servizio di trasporto pubblico urbano con offerta di servizi turistici-ricreativi – Operazioni esenti dall’IVA ex art. 10, comma 1, n. 14 del d.p.r. n. 633 del 1972 – Esclusione – Ragioni.

La Terza Sezione della Corte di Cassazione, con la sentenza n. 46715 del 28 marzo 2018,  dep. il 15 ottobre 2018, ha affermato, in tema di configurabilità del reato di omessa dichiarazione IVA, che la prestazione di trasporto pubblico urbano con contestuale offerta anche di servizi con finalità turistico-ricreative (animazione a bordo, somministrazione di bevande, biglietto di ingresso nelle strutture da visitare), non fruisce del regime di esenzione dall’IVA di cui all’art. 10, comma 1, n. 14 del d.P.R. 26 ottobre 1972, n. 633, poiché tali servizi non possono considerarsi accessori o secondari al trasporto, avendo una loro autonoma utilità. 

Reato di bancarotta fraudolenta patrimoniale – Responsabilità dei sindaci per omesso controllo sull’operato degli amministratori di una s.r.l. – Potere di segnalare al tribunale le irregolarità di gestione ex art. 2409 cod. civ.  – Sussistenza.

La Sezione Quinta, con la sentenza n. 44107 del 11/05/2018 (dep. 04/10/2018) ha affermato che, nell’ipotesi di reato di bancarotta fraudolenta patrimoniale, i componenti del collegio sindacale di una società a responsabilità limitata possono segnalare al tribunale le irregolarità di gestione degli amministratori ai sensi dell’art. 2409 cod. civ.  

Reato di cui all’art. 12, comma primo, del D.Lgs. n. 286 del 1998 – Natura circostanziale delle fattispecie di cui al comma terzo – Sussistenza – Ragioni.

Le Sezioni Unite Penali della Corte di cassazione, con la sentenza n. 40982 del 21/06/2018 (dep. 24/09/2018), hanno affermato, in tema di disciplina dell’immigrazione, che le fattispecie disciplinate dall’art. 12, comma 3, D.Lgs. 25 luglio 1998, n. 286, non costituiscono figure autonome di reato, bensì circostanze aggravanti del reato di pericolo di cui all’art. 12, comma 1, del medesimo D.Lgs., poiché si pongono in rapporto di specialità “per aggiunta” con riferimento a fatti che accentuano la lesività della condotta base.

Sequestro  – Reato tributario – Sequestro di conti correnti funzionale alla confisca – Società dichiarata fallita antecedentemente all’emissione del sequestro – Legittimità  – Esclusione- Ragione.

La Terza Sezione della Corte di Cassazione, con la sentenza  n. 45574 del 29/05/2018, dep. il 10/10/2018, ha affermato che è illegittimo il sequestro preventivo, funzionale alla confisca per equivalente del profitto derivante da un reato tributario, delle somme giacenti sui conti correnti intestati alla curatela di una società dichiarata fallita antecedentemente all’emissione della misura cautelare reale, in quanto, a seguito dell’apertura della procedura concorsuale, il fallito è privato del potere di disporre e amministrare i propri beni.

Misure cautelari reali  – Mancata richiesta di riesame – Esercizio del diritto all’appello in assenza di fatti sopravvenuti – Ammissibilità.

Le Sezioni Unite Penali della Corte di Cassazione, con la sentenza n. 46201 del 31/05/2018, dep. il 11/10/2018, hanno stabilito che, anche in caso di mancata tempestiva proposizione da parte dell’interessato della richiesta di riesame avverso il provvedimento applicativo di una misura cautelare reale, resta intangibile il diritto all’appello  ex dell’art. 322-bis cod. proc. pen., in quanto la mancata richiesta di riesame non preclude la revoca della misura cautelare per la mancanza delle condizioni di applicabilità della stessa, seppur in assenza di fatti sopravvenuti.

Indagini preliminari – Chiusura delle indagini – Archiviazione – Provvedimento con cui il G.i.p. dispone l’imputazione coatta per un reato diverso da quello oggetto della richiesta di archiviazione – Atto abnorme – Ricorribilità per cassazione.

Le Sezioni Unite della Corte di cassazione, con la sentenza del 22/03/2018  (dep. 24/09/2018), n. 40984, hanno affermato che  è ricorribile per cassazione, anche dalla persona sottoposta ad indagine, il provvedimento del giudice per le indagini preliminari che, non accogliendo la richiesta di archiviazione, ordini, ai sensi dell’art. 409, comma 5, cod. proc. pen., al pubblico ministero di formulare l’imputazione per un reato diverso da quello oggetto della richiesta, trattandosi di atto abnorme. 

Procedimenti speciali – Patteggiamento – Sentenza – In genere – Sentenza emessa a norma dell’art. 448, comma primo, cod. proc. pen. – Deposito della motivazione contestualmente alla pronuncia – Necessità – Sussistenza – Termine di impugnazione – Decorrenza.

Le Sezioni unite, con la sentenza del 19 luglio 2018 (dep. 24 settembre 2018), n. 40986, Pittalà, hanno affermato che la motivazione della sentenza di applicazione della pena su richiesta deve essere depositata contestualmente alla sua pronuncia e, in caso di mancato deposito contestuale, anche per l’irrituale indicazione in dispositivo di un termine a tale scopo, il termine di quindici giorni per l’impugnazione della sentenza pronunciata in camera di consiglio, ai sensi degli artt. 585, comma primo, lett. a), e 585, comma secondo, lett. a), cod. proc. pen., decorre – esclusa qualsiasi nullità della sentenza stessa ed indipendentemente dall’osservanza del predetto termine – dall’ultima notificazione o comunicazione dell’avviso di deposito del provvedimento.

Prove – Chiamata di correo – Riscontri esterni – Appartenente ad associazione di stampo mafioso – Prova dei reati-fine- Necessità di riscontri individualizzati e relativi allo specifico fatto contestato – Sussistenza.

La Corte di cassazione, Sezione Sesta, con la sentenza del 11/07/2018 (dep. 10/10/2018), n. 45733, si è pronunciata nel procedimento “stralcio” sulla strage di via Palestro a Milano, attuata per finalità di terrorismo ed eversione dell’ordine costituzionale, confermando l’assoluzione di uno dei presunti concorrenti, in considerazione della ritenuta assenza di riscontri individualizzanti sulla cui base collegare la partecipazione dell’associato allo specifico episodio criminoso posto in essere dal sodalizio criminale.

Processo penale – Giudizio di rinvio dinanzi al giudice civile ex art. 622 cod. proc. pen. – Oggetto e limiti – Prova inutilizzabile nel giudizio penale – Identico regime in quello civile – Ragioni.

La Sesta Sezione, con la sentenza n. 43896 dell’8 febbraio 2018 (dep. 3 ottobre 2018), ha affermato che il giudizio di rinvio avanti al giudice civile in seguito a sentenza della Corte di cassazione in sede penale ex art. 622 cod. proc. pen. costituisce uno sviluppo della decisione di annullamento, nei limiti della quale detto giudice è chiamato a compiere il riesame della controversia, con la conseguenza che la prova ritenuta inutilizzabile nel giudizio penale non può essere utilizzata neppure in quello civile, diversamente realizzandosi una sostanziale violazione dell’accertamento compiuto dal giudice penale.

SICUREZZA PUBBLICA – MISURE DI PREVENZIONE – Revoca o modifica delle prescrizioni – Competenza funzionale del giudice che ha emesso la misura – Sussistenza – Modifiche introdotte dalla l. n. 161 del 2017 – Irrilevanza – Ragioni.

La Prima Sezione della Corte di Cassazione, con la sentenza n. 39905 del 17 luglio 2018 (dep. 4 settembre 2018), ha affermato che, anche dopo le modifiche introdotte all’art. 5 del Codice antimafia dalla l. 17 ottobre 2017, n. 161, la competenza funzionale a provvedere sulla richiesta di revoca o di modifica delle prescrizioni inerenti ad una misura di prevenzione spetta all’organo giurisdizionale che ha emesso il relativo provvedimento, pur se diverso dal Tribunale distrettuale, a nulla rilevando che la richiesta sia successiva all’entrata in vigore della novella, atteso che la stessa non dà luogo ad un nuovo procedimento da attribuirsi alla cognizione del predetto Tribunale, ma attiene alla fase di esecuzione di un provvedimento già adottato, che resta disciplinata dall’art. 11, comma 2, d.lgs. 6 settembre 2011, n. 159.