Rassegna Cassazione penale maggio/giugno 2019 a cura di Luigi Giordano

INDAGINI PRELIMINARI – ATTIVITA’ DELLA POLIZIA GIUDIZIARIA – SEQUESTRO – CONVALIDA – Omessa convalida – Inefficacia del sequestro – Obbligo di restituzione anche delle copie dei documenti sequestrati – Sussistenza.

La Seconda sezione ha affermato che l’inefficacia del sequestro probatorio, eseguito di iniziativa della polizia giudiziaria e non convalidato nel termine perentorio di quarantotto ore dal pubblico ministero, fa sorgere, in capo a quest’ultimo, l’obbligo di restituzione non solo degli originali dei documenti sequestrati, ma anche delle copie eventualmente estratte.

Sez. 2, n. 26606 del 12/3/2019 (dep. 17/06/2019) – Pres. M. Cammino – Est. S. Beltrani.

SANITÀ PUBBLICA – IN GENERE – Legge 22 maggio 2015, n. 68 – Delitti contro l’ambiente – Inquinamento ambientale ex art. 452-bis cod. pen. – Punibilità a titolo di dolo eventuale – Configurabilità.

La Terza sezione ha affermato che il delitto di inquinamento ambientale di cui all’art. 452-bis cod. pen., introdotto dalla legge n. 68 del 2015, giacché reato a dolo generico per la cui punibilità è richiesta la volontà di abusare del titolo amministrativo di cui si ha la disponibilità, con la consapevolezza di poter determinare un inquinamento ambientale, è punibile anche a titolo di dolo eventuale.

Sez. 3, n. 26007 del 05/04/2019 (dep. 12/06/2019) – Pres. F. Izzo – Est. A. Scarcella.

IMPUGNAZIONI – INTERESSE AD IMPUGNARE – Giudice di pace – Declaratoria di improcedibilità ex art. 34, d.lgs. n. 274 del 2000 – Ricorso per cassazione volto a far valere la remissione di querela – Interesse ad impugnare – Sussistenza – Ragioni.

In tema di procedimento dinanzi al giudice di pace, la Quinta sezione ha affermato che sussiste l’interesse dell’imputato a ricorrere avverso la sentenza di improcedibilità emessa per particolare tenuità del fatto, ai sensi dell’art. 34 del d.lgs. n. 274 del 2000, al fine di ottenere la declaratoria di estinzione del reato per intervenuta remissione di querela, atteso che tale pronuncia, escludendo l’illiceità penale del fatto, costituisce epilogo decisorio più favorevole rispetto a quello di cui all’ art. 34 del citato decreto che, avendo natura procedimentale, non riveste autorità di giudicato nel giudizio civile per le restituzioni o per il risarcimento del danno e non produce quindi alcun effetto pregiudizievole nei confronti della parte civile.

Sez. Quinta, n. 25786 del 05/04/2019 (dep. 11/06/2019), Presidente P. Micheli, Estensore A. Tudino.

SICUREZZA PUBBLICA – STRANIERIEspulsione dello straniero – Sentenza di non luogo a procedere ex art. 14, comma 5-septies d.lgs. n. 286 del 1998 – Possibilità di pronuncia nella fase del giudizio – Sussistenza.

La Prima sezione ha affermato che la previsione di cui all’art. 14, comma 5-septies, d.lgs.25 luglio 1998, n. 286, secondo cui, in caso di avvenuta espulsione dello straniero, deve essere pronunciata sentenza di non luogo a procedere relativamente ai reati di cui agli artt. 14, comma 5-ter e 14, comma 5-quater, d.lgs. 25 luglio 1998, n. 286, lungi dal potere essere applicata in via esclusiva alla sola udienza preliminare, va riferita anche alla successiva fase del giudizio.

Sez. Prima, udienza 29/04/2019 (dep. 07/06/2019), n. 25358, Presidente M. Di Tomassi, Estensore M. Boni.

REO – CONCORSO DI PERSONE NEL REATO – MUTAMENTO DEL TITOLO DEL REATO PER TALUNO DEI CONCORRENTI – Reato proprio – Estensione al concorrente “extraneus” – Presupposti – Conoscibilità della qualifica soggettiva del concorrente “intraneus” – Necessità.

La Sesta sezione ha affermato che, in caso di mutamento del titolo del reato per taluno dei concorrenti, ai fini dell’estensione al concorrente “extraneus” della responsabilità a titolo di reato proprio, ai sensi dell’art. 117 cod. pen., è necessaria la conoscibilità della qualifica soggettiva del concorrente “intraneus”.

Sez. Sesta, udienza 31/01/2019 (dep. 07/06/2019), n. 25390, Presidente G. Paoloni, Estensore G. De Amicis.

SENTENZA – CORRELAZIONE TRA ACCUSA E SENTENZA – IN GENERE – Falso in atto pubblico – Aggravante di cui all’art. 476, comma 2, cod. pen. – Fidefacenza dell’atto non esplicitamente contestata – Possibilità per il giudice di ritenere l’aggravate in sentenza – Esclusione – Ragioni.

Le Sezioni Unite hanno affermato che non può essere ritenuta dal giudice in sentenza la fattispecie aggravata del reato di falso in atto pubblico di cui all’art. 476, comma secondo, cod. pen., qualora la natura fidefacente dell’atto considerato falso non sia stata esplicitamente contestata ed esposta nel capo d’imputazione mediante l’espressa indicazione di tale natura o l’impiego di formule equivalenti, ovvero attraverso il richiamo della predetta disposizione di legge, non essendo sufficiente il mero riferimento all’atto.

Sez. U, n. 24906 del 23 marzo 2019 (dep. 4 giugno 2019) – Pres. D. Carcano – Est. C. Zaza.

IMPUGNAZIONI – CASSAZIONE – CAUSE DI NON PUNIBILITA’, DI IMPROCEDIBILITA’, DI ESTINZIONE DEL REATO O DELLA PENA – In genere – Non punibilità per particolare tenuità del fatto ex art. 131-bis cod. pen. – Limite ostativo di pena – Computo – Criteri – Indicazione.

La Quinta Sezione ha affermato che, ai fini del computo del limite di pena ostativo al riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, deve aversi riguardo, non alla pena in concreto irrogata dal giudice, ma a quella edittale, tenendo conto delle sole circostanze ad effetto speciale, con esclusione delle diminuenti processuali a carattere premiale.

Sez. 5, n. 25103 del 23 marzo 2019 (dep. 5 giugno 2019) – Pres. M. Vessichelli – Est. L. Pistorelli.

REATI CONTRO L’ORDINE PUBBLICO – ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE – Normale attività professionale svolta da avvocato – Ruolo funzionale allo scopo dell’associazione – Reato – Sussistenza.

In tema di associazione per delinquere, la Terza sezione ha affermato che è penalmente rilevante, ai sensi dell’art. 416 cod. pen., la condotta dell’avvocato che eserciti l’attività professionale, pur in formale aderenza ai canoni della professione, con il conclamato scopo di concorrere alla realizzazione del progetto criminoso perseguito dai consociati, trattandosi di reato a forma libera. (La stessa Terza sezione, con sentenza n. 24800 del 13/03/2019, dep. 4/06/2019, ha affermato il medesimo principio in relazione alla figura del commercialista).

 Sez. 3, n. 24799 del 13/03/2019 (dep. 4/06/2019) – Pres. G. Sarno – Est. A. Scarcella.

FINANZE E TRIBUTI – IN GENERE – Dichiarazione infedele – Momento consumativo – Presentazione della dichiarazione annuale – Successiva presentazione di dichiarazione integrativa – Rilevanza – Esclusione.

La Terza sezione ha affermato che il delitto di dichiarazione infedele si consuma con la presentazione della dichiarazione annuale, sì che non rileva l’eventuale presentazione di una dichiarazione integrativa mediante la quale il contribuente abbia emendato il contenuto di quella annuale originaria. (In motivazione la Corte ha disatteso, sulla base della espressa natura “annuale” della dichiarazione, l’assunto difensivo secondo cui nella nozione di “dichiarazione” dovrebbero farsi rientrare anche le eventuali dichiarazioni integrative presentate, nei tempi consentiti dalle norme tributarie, a rettifica della prima).

Sez. 3, n. 23810 dell’8 aprile 2019 (dep. 29 maggio 2019) – Pres. E. Rosi – Est. A. Scarcella

SICUREZZA PUBBLICA – MISURE DI PREVENZIONE – REVOCA, MODIFICAZIONE O SOSPENSIONE – Provvedimento definitivo di confisca – Proposto e terzo che abbia partecipato al procedimento – Revocazione ex art. 28 d.lgs. n. 159 del 2011 – Possibilità – Incidente di esecuzione – Ammissibilità – Esclusione – Ragioni.

La Sesta sezione ha affermato che, nel vigente sistema della prevenzione reale, il proposto ed il terzo che abbia partecipato al procedimento, qualora intendano ottenere la revoca del provvedimento definitivo di confisca, sono tenuti a presentare istanza di revocazione nei limiti ed alle condizioni di cui all’art. 28 del d.lgs. 6 settembre 2011, n. 159, essendo invece loro preclusa, in ragione dell’inammissibilità di una rivalutazione dei medesimi fatti “sine die” e “ad nutum”, l’instaurazione di un incidente di esecuzione ex art. 666 cod. proc. pen., del quale può giovarsi unicamente il terzo che non abbia partecipato al procedimento per non essere stato messo nelle condizioni di farlo.

Sez. 6, n. 23839 del 26 aprile 2019 (dep. 29 maggio 2019) – Pres. G. Fidelbo – Est. R. Amoroso.

MISURE CAUTELARI – PERSONALI – MISURE COERCITIVE – IN GENERE – Divieto di avvicinamento alla persona offesa e ai luoghi da essa frequentati – Collocazione della persona offesa in una struttura protetta – Elemento ostativo all’applicabilità della misura – Esclusione – Ragioni.

In tema di misure cautelari, la Terza sezione ha affermato che la collocazione della persona offesa in una struttura protetta non è, di per sé, ostativa all’applicazione del divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalla stessa, ex art. 282-ter cod. proc. pen., non valendo comunque tale collocazione ad escludere l’esigenza cautelare del pericolo di recidiva.

Terza Sezione, udienza 27/03/2019 (dep. 28/05/2019), n.23472 – Pres. E. Rosi, Rel. A. Scarcella.

Indagini preliminari – In genere – Ordine di allontanamento urgente dall’abitazione familiare ex art. 384-bis cod. pen. – Irreperibilità dell’indagato – Assenza del medesimo all’udienza di convalida ed impossibilità di assumerne l’interrogatorio – Convalida del provvedimento – Impedimento – Esclusione.

La Sesta Sezione ha affermato che, qualora l’indagato, raggiunto da un ordine di allontanamento urgente dall’abitazione familiare ai sensi dell’art. 384-bis cod. proc. pen., si renda irreperibile, ponendosi pertanto nella condizione di non essere raggiunto dall’avviso di fissazione dell’udienza di convalida e di non rendere l’interrogatorio di garanzia, si realizza una causa impeditiva che non esonera il giudice dal dovere di procedere comunque alla convalida, in presenza dei presupposti di legge.

Sez. 6, n. 22524 del 16 gennaio 2019 (dep. 22 maggio 2019) – Pres. A. Capozzi – Est. P. Silvestri

PROCEDIMENTO – Indagini preliminari – Ordine di allontanamento urgente dall’abitazione familiare ex art. 384-bis cod. pen. – Irreperibilità dell’indagato – Assenza del medesimo all’udienza di convalida ed impossibilità di assumerne l’interrogatorio – Convalida del provvedimento – Impedimento – Esclusione.

La Sesta Sezione ha affermato che, qualora l’indagato, raggiunto da un ordine di allontanamento urgente dall’abitazione familiare ai sensi dell’art. 384-bis cod. proc. pen., si renda irreperibile, ponendosi pertanto nella condizione di non essere raggiunto dall’avviso di fissazione dell’udienza di convalida e di non rendere l’interrogatorio di garanzia, si realizza una causa impeditiva di forza maggiore, che non esonera il giudice dal dovere di procedere comunque alla convalida, in presenza dei presupposti di legge.

Sez. 6, n. 22524 del 16 gennaio 2019 (dep. 22 maggio 2019) – Pres. A. Capozzi – Est. P. Silvestri

REATI CONTRO LA PERSONA – DELITTI CONTRO LA LIBERTA’ INDIVIDUALE – VIOLAZIONE DI DOMICILIO – IN GENERE – Delitto di cui all’art. 615-quater cod. pen. – Assorbimento nel delitto di cui all’art. 615-ter cod. pen. – Configurabilità – Condizioni.

In tema di tutela del domicilio informatico, la Seconda sezione ha affermato che il delitto di cui all’art. 615-quater cod. pen., non concorre bensì è assorbito nel più grave reato di cui all’art. 615-ter cod. pen., di cui costituisce un antecedente necessario, sempre che quest’ultimo sia contestato, procedibile e integrato nel medesimo contesto spazio-temporale, in danno della medesima persona fisica.

Seconda Sezione, udienza 14/01/2019 (dep. 20/05/2019), n. 21987 – Pres. U. De Crescienzo, Rel. S. Beltrani.

REATO – ESTINZIONE (CAUSE DI) – PRESCRIZIONE – Precedenti condanne – Esclusione delle attenuanti generiche – Riconoscimento implicito della recidiva – Esclusione – Conseguenze.

Le Sezioni Unite della Corte di cassazione hanno affermato che la valorizzazione dei precedenti penali dell’imputato ai fini della negazione delle attenuanti generiche non implica il riconoscimento della recidiva in assenza di aumento della pena a tale titolo o di giudizio di comparazione tra le circostanze concorrenti eterogenee sicché, in tal caso, la recidiva non rileva ai fini del calcolo dei termini di prescrizione del reato.

Sezioni Unite, udienza del 25/10/2018 R.g. 20808/19 (dep. 15/05/2019), Pres. D. Carcano, Estensore S. Dovere.

MISURE DI SICUREZZA – PERSONALI – Espulsione dello straniero titolare di permesso per “protezione sussidiaria” – Condizioni – Indicazione.

In tema di protezione internazionale, la Terza sezione della Corte di cassazione ha affermato che ai fini dell’espulsione ex art. 86, comma 2, d.P.R. n. 309 del 1990, dello straniero titolare di permesso di soggiorno per “protezione sussidiaria”, il giudice è tenuto a verificare, in concreto, alla luce delle allegazioni difensive, se l’esecuzione della misura di sicurezza possa esporre l’imputato a rischi per la sua incolumità.

Terza sezione, n. 19662 del 19/03/2019 (dep. 08/05/2019), Presidente E. Rosi, Relatore E. Gai.

IMPUGNAZIONI – INAMMISSIBILITÀ – IN GENERE – Inammissibilità del ricorso per cassazione – Manifesta infondatezza – Valutazione – Indicazioni.

In tema di declaratoria di inammissibilità del ricorso per cassazione, la Seconda sezione della Corte di cassazione ha affermato che, ai fini della valutazione circa la manifesta infondatezza dei motivi, il giudice di legittimità deve valutare:

  • con riferimento ai motivi che deducano inosservanza o erronea applicazione di leggi, se essi risultino affetti da evidenti errori di interpretazione della norma posta a fondamento del ricorso, come nei casi in cui si invochi una norma inesistente, si disconosca il significato univoco di una disposizione di legge o si riproponga una questione costantemente decisa dal Supremo collegio senza addurre motivi nuovi o diversi;
  • con riferimento ai motivi che deducano vizi di motivazione, se essi muovano sul fatto, sul processo o sulla sentenza impugnata, censure o critiche vuote di significato in quanto manifestamente in contrasto con gli atti processuali.

Sezione seconda, n. 19411 del 12/03/2019 (dep. 08/05/2019), Presidente M. Cammino, Relatore S. Beltrani.

REATI CONTRO L’AMMINISTRAZIONE DELLA GIUSTIZIA – IN GENERE – False informazioni al pubblico ministero – Sospensione del procedimento – Esercizio dell’azione penale – Condizioni – Indicazione.

In tema di false informazioni al pubblico ministero, la Sesta sezione della Corte di cassazione ha affermato che, a seguito della sospensione “ope legis” del procedimento ai sensi dell’art. 371-bis, comma secondo, cod. pen., l’azione penale non può essere esercitata fino all’intervenuta definizione, secondo le forme provvedimentali alternativamente tipizzate dal legislatore, proprio di “quel” procedimento nel cui ambito le false informazioni siano state rese, essendo irrilevante la eventuale definizione di un procedimento diverso, formato per separazione da quello principale ed iscritto solo relativamente ad una delle fattispecie di reato investite dall’ipotizzata realizzazione della condotta di mendacio.

Sesta sezione, n. 19775 del 07/02/2019 (dep. 08/05/2019), Presidente A. Petruzzellis, Estensore G. De Amicis.

DIFESA E DIFENSORI – IN GENERE – Astensione dalle udienze – Procedimenti per reati in relazione ad alcuni dei quali la prescrizione maturi nei termini previsti dal Codice di autoregolamentazione – Rinvio – Possibilità.

In tema di rinvio del processo per adesione del difensore all’astensione proclamata dalla categoria professionale, la Terza sezione della Corte di cassazione ha affermato che il divieto di astensione nei procedimenti e processi relativi a reati la cui prescrizione maturi entro i termini previsti dall’art. 4 del relativo Codice di autoregolamentazione, adottato il 4 aprile 2007, non opera nel caso in cui solo alcuni dei reati per cui si procede si prescrivano entro detto termine, essendo in tal caso rimessa alla discrezionalità del giudice procedente la valutazione in ordine all’accoglibilità o meno dell’istanza sulla base del necessario bilanciamento tra l’esercizio di un diritto costituzionalmente protetto del difensore e l’interesse dello Stato alla prosecuzione del giudizio.

Sezione Terza, u.p. 05/02/2019 (dep.06/05/2019), n. 18844, Presidente A. Aceto, Estensore  A. Scarcella.