Antonino Laganà
Antonino Laganà candidato per il IV Collegio territoriale Sud (Puglia, Sicilia, Calabria, Basilicata)

NON IL CONSENSO MA LA FIDUCIA DEI CITTADINI

  • CHI SONO E DOVE LAVORO

     Sono Antonino Laganà, ho 46 anni, sono da 4 anni Consigliere di Corte d’Appello di Reggio Calabria, I Sez. pen. , ed in precedenza ho svolto, presso il Trib. Di R.C., le funzioni dibattimentali (collegiali e monocratiche), e quelle cautelari, sia al T.D.L. che alla Sez. G.I.P., presso cui ho lavorato per circa 7 anni.

     Sono stato Presidente della Giunta Distrettuale dell’ANM di Reggio Calabria.

  • GLI IDEALI, in cui credo e per cui intendo battermi:
  • INDIPENDENZA E TERZIETA’ COSTITUZIONALE, che significa autonomia della magistratura e rifiuto di ogni condizionamento esterno, ma anche rispetto degli altri Poteri dello Stato e rifiuto di ogni collateralismo, che possa inquinare l’equilibrio e l’imparzialità nell’esercizio della giurisdizione
  • ETICA DEL LAVORO, DEI COMPORTAMENTI E DELLA FUNZIONE DEL MAGISTRATO, laddove la valorizzazione primaria del Magistrato avviene nell’esercizio della sua attività professionale, nella redazione dei suoi provvedimenti, nella sobrietà e riservatezza della sua condotta, nella capacità di essere cittadino della sua società, avendo specifica consapevolezza della delicatezza della sua funzione
  • AFFERMAZIONE DEL MODELLO COSTITUZIONALE DEL MAGISTRATO, AL SERVIZIO DELLA GIUSTIZIA, che aspira all’affermazione di un Magistrato “ europeo” e conosca, al contempo, la realtà territoriale, in cui opera, che sia efficiente, ma non rimanga vittima dei numeri e del produttivismo, che concepisca la giurisdizione come servizio per la cittadinanza, senza scadere nel carrierismo
  • SOLIDARIETA’ E COLLABORAZIONE TRA I COLLEGHI, che rifugge la logica del corporativismo, ma promuove la valorizzazione del corredo esperienziale di ciascun magistrato e la costituzione di un comune patrimonio professionale e valoriale, da offrire alle nuove generazioni di colleghi e da rivitalizzare sempre, di continuo, con l’apporto delle forze dei giovani colleghi

IL MIO PROGRAMMA PER IL NUOVO CSM

  • CONFORMARE LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA AI PRINCIPI COSTITUZIONALI DI INDIPENDENZA INTERNA (1073 COST.) ED ESTERNA (1041 Cost.) DELLA MAGISTRATURA,

…..perché il primo compito del Consiglio sarà quello di attuare, con la normazione secondaria, i principi della riforma che dovranno essere recepiti e attuati nel pieno rispetto dell’autonomia “interna ed esterna” della magistratura, senza mai intaccare l’ambito valutativo e l’esercizio indipendente della giurisdizione.

  • AFFERMARE NELLE VALUTAZIONI DI PROFESSIONALITA’ IL CRITERIO DELLA QUALITA’ DELLA GIURISDIZIONE E DELLA MOTIVAZIONE SUL CRITERIO QUANTITATIVO-AZIDENDALISTICO

….perché le modifiche normative intervenute (giudizi discreto, buono, ottimo; onere di riduzione arretrati e tempi dei processi, gravi anomalie in relazione agli esiti degli affari nelle successive fasi, fascicolo sulla performance) esasperano il criterio produttivo/aziendalistico e inducono ad una Magistratura “difensiva” laddove la giurisdizione deve essere “libera da condizionamenti esterni”, volta solo ad una decisione “giusta” (anche se scomoda) rispetto al singolo procedimento.         

  • DEFINIZIONE DI CARICHI ESIGIBILI QUALE “LIMITE DI SICUREZZA” DELLA GIURISDIZIONE DEL MAGISTRATO RISPETTO AI RISULTATI “ATTESI” A LIVELLO NORMATIVO/AZIENDALISTICO

…perché il CSM deve indicare la “soglia quantitativa/qualitativa”, parametrata alle problematiche dei singoli uffici giudiziari (vacanze, predeterminazione delle piante organiche proporzionali ai flussi d’entrata ed alle esigenze del territorio), al di sopra della quale il Magistrato sia tenuto indenne e libero da ogni richiamo “aziendalistico/produttivo”, al fine di salvaguardare sempre la qualità della giurisdizione, parametro fondante e costitutivo del nostro lavoro.

  • SULL’ASSEGNAZIONE DEGLI INCARICHI DIRETTIVI E SEMIDIRETTIVI:
  • PREVEDIBILITÀ DEI CONFERIMENTI DEGLI INCARICHI DIRETTIVI E SEMIDIRETTIVI SULLA BASE DI UN ORDINE DI PARAMETRI CHIARI, PREDEFINITI E OGGETTIVI

…perché la prevedibilità delle scelte, basata su criteri chiari e predefiniti, limita la discrezionalità, ostacola l’arbitrio, consente ai Magistrati di compiere per tempo le proprie scelte in funzione delle legittime aspettative professionali

  • DIFFUSIVITA’ DEL POTERE GIUDIZIARIO CONTRO LA CULTURA DELLA GERARCHIZZAZIONE DEGLI UFFICI

…perché la NOSTRA COSTITUZIONE (art. 1073) dispone che il singolo Magistrato eserciti la giurisdizione sotto il solo dominio della legge e non vuole che sia controllabile e dipendente tanto dai Poteri Esterni quanto da condizionamenti interni alla Magistratura stessa

  • VALORIZZAZIONE DEL PERCORSO PROFESSIONALE

…perché deve prevalere la valutazione dell’esperienza lavorativa del Magistrato, dove, come e in che situazioni ambientali ha lavorato, la sua conoscenza specifica dell’Ufficio cui ambisce, delle connesse problematiche e delle soluzioni propositive offerte per la complessiva organizzazione del medesimo….perché in questo ambito l’attitudine organizzativa deve trasfondere nell’esperienza professionale

  • SUI “NUOVI” ILLECITI DISCIPLINARI
  • RIGOROSA TIPIZZAZIONE DELLE NUOVE FIGURE DI ILLECITO CHE POSSONO ALTRIMENTI DIVENIRE UNO STRUMENTO DI CONDIZIONAMENTO DELLA GIURISDIZIONE

….perché la previsione di nuove figure di illecito, sempre in senso “aziendalistico/produttivo” (gravi ritardi nell’attuare i piani di smaltimento dell’arretrato, omessa collaborazione del magistrato nell’attuazione dei piani e nella riduzione dei tempi processuali), impone la definizione, precisa e tassativa, degli illeciti disciplinari che, altrimenti, possono diventare un surrettizio strumento di pressione sull’autonomia della giurisdizione.

…perché occorre “ a tutti i costi” evitare che “sotto le mentite spoglie” di ipotesi di mala gestio si ricorra al disciplinare per intaccare la sfera di autonomia valutativa del Magistrato, incidendo e condizionando la sfera di indipendenza della giurisdizione.

  • SUI “VECCHI” ILLECITI DISCIPLINARI
  • APPROFONDITA VALUTAZIONE DEL CASO TENENDO CONTO DEL CONTESTO E DELLE PROBLEMATICHE CONNESSE ALL’UFFICIO DI APPARTENENZA

……perché cosi come alcun cittadino deve essere privato di un minuto “in più” della sua libertà, è altrettanto vero che ogni problematica disciplinare tradizionale (ritardi nei depositi, nelle iscrizioni, nelle scarcerazioni per decorrenza termini) necessita di una specifica istruttoria di specie al fine di verificare condizioni, tempi, problematiche e disfunzioni in cui cronicamente il Magistrato può trovarsi ad operare.

  • SULL’ASSETTO COSTITUZIONALE DELLA PROCURA DELLA REPUBBLICA
  • LA PROCURA DEVE FARE PARTE DELL’UNICO CORPO DELLA MAGISTRATURA PERCHE’ IL P.M. E’ IL PRIMO GARANTE DELLA LIBERTA’ DEI CITTADINI

….perché il P.M. non è “l’avvocato dell’accusa a tutti i costi” né un “superinvestigatore”, ma, in qualità di rappresentante dell’accusa pubblica, ricerca e deve ricercare gli elementi sia a carico che a discarico del singolo imputato.

  • GARANTIRE L’OBBLIGATORIETA’ DELL’ESERCIZIO DELL’AZIONE PENALE DA DERIVE POPULISTE E CONTINGENTI.

…..perchè la Riforma prevede che sia il Parlamento a indicare i criteri di priorità generali dell’esercizio dell’azione penale ed è fondamentale che il C.S.M definisca condizioni e limiti di tale riserva che può incidere sul principio di eguaglianza e di pari sottoposizione alla legge di tutti i cittadini

  • RIFIUTARE OGNI INGERENZA DI TERZI POTERI NELL’ELABORAZIONE DEI PROGETTI ORGANIZZATIVI DELLA PROCURA.

…perché ogni ostensione, parere, sottoposizione a verifica dei progetti organizzativi delle Procura al Potere Esecutivo sanciscono una lesione costituzionale al principio di separazione dei Poteri ed all’autonomia e indipendenza della Magistratura in quanto tale  

  • ISTITUZIONALIZZAZIONE E SVILUPPO DI TUTTE LE MODALITA’ TECNICO/INFORMATICHE NEI DIVERSI SETTORI DELL’ORDINAMENTO

….perchè le acquisizioni tecniche assunte con il dramma della pandemia favoriscano l’esercizio agile della giurisdizione senza compromettere il rispetto dei diritti e delle prerogative delle parti

  • ASSICURARE LA PIU’ AMPIA DIFFUSIONE E CONOSCIBILITA’ DI TUTTE LE CIRCOLARI, DECISIONI, PROVVEDIMENTI ORGANIZZATIVI, INFORMATIVI, PROFESSIONALI DEL CSM

…perché la fruizione dei provvedimenti è alla base della corretta gestione dell’organizzazione Consiliare, perché la qualità dell’Organo di Autogoverno possa sempre essere vagliata dai primi diretti interessati, perché ogni Magistrato ha diritto di conoscere ed avvalersi delle delibere del CSM   

LE RAGIONI DELLA MIA CANDIDATURA

IL MAGISTRATO DEVE RICERCARE NON IL CONSENSO MA LA FIDUCIA DEI CITTADINI

….perchè un Magistrato che ricerca, nell’esercizio del suo lavoro, il consenso delle parti, del capo dell’Ufficio e delle Istituzioni, è un magistrato “meschino”,  che ha smarrito il senso del suo lavoro e l’altezza del compito umano e professionale, cui è chiamato dalla Costituzione….

Perché un Magistrato che, nell’esercizio delle sue funzioni, si preoccupa solo di assumere la decisione più giusta ed equilibrata è un Magistrato che serve in silenzio la Giustizia e ottiene la fiducia di tutti i cittadini.

Ed anche degli altri Magistrati.

Antonino Laganà

antonino.lagana@giustizia.it

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