Circolare sugli uffici requirenti

Con l’approvazione in Settima Commissione della circolare sull’organizzazione degli uffici requirenti si conclude il duro e serrato lavoro svolto dal relativo gruppo iniziato oltre tre anni fa.

Non è superfluo dirlo: siamo soddisfatti.

Si raggiunge, infatti,  senza dubbio un risultato  per nulla scontato e davvero significativo, soprattutto in vista della necessità di politica giudiziaria di conservare il pubblico ministero nell’ambito della cultura della giurisdizione e delle garanzie per i cittadini.

La circolare riafferma, anzi, sviluppa il principio, già contenuto nelle risoluzioni del 2007 e del 2009,  che l’organizzazione delle procure non è estranea alla dinamica del governo autonomo, fissando modalità e procedimenti e richiedendo ai consigli giudiziari di pronunciarsi in ordine ai programmi organizzativi.

Nel rispetto della legislazione primaria,  introdotta nel 2006, offre una interpretazione costituzionalmente orientata dell’ordinamento giudiziario capace di coniugare le responsabilità del dirigente con il ruolo e la professionalità dell’aggiunto e del sostituto.

Inoltre, la circolare delinea una base minima, ma solida, per l’organizzazione requirente, assicurando che l’assegnazione dei sostituti ai gruppi di lavoro e degli  affari ai singoli sostituti avvenga sulla base di criteri di equità, ragionevolezza e trasparenza.

Ma, soprattutto, la circolare ha come principale obiettivo quello di favorire soluzioni condivise,  avendo come stella polare il principio di lealtà tra sostituto procuratore e capo dell’ufficio nello svolgimento dell’attività di indagine.

Finora si è trattato di  un percorso complesso, arricchito dai contributi orali e scritti di tanti magistrati del pubblico ministero,  oltre che dell’analisi di singoli provvedimenti consiliari, che, via via, nel corso di dieci anni di nuovo ordinamento giudiziario,  come forme di soft law hanno formalizzato alcuni principi.

Dei contributi ricevuti, in occasioni consiliari e non, come anche in assemblee e dibattiti, dobbiamo essere grati ai colleghi, come anche ai magistrati dell’Ufficio Studi che hanno collaborato a questo complesso lavoro.

Ora la parola passa al Plenum, ove speriamo di poter contare su un’ampia condivisione da parte di tutti i gruppi e di tutti i consiglieri, rimanendo aperti a ogni contributo migliorativo del testo appena licenziato.



Francesco Cananzi e Luca Palamara, componenti del gruppo di lavoro per la circolare procure.