Contributo per il programma elettorale di Rossana Giannaccari – Giudice Tribunale Lecce e Enrico Infante – Sostituto procuratore della Repubblica Foggia

Quattro anni or sono, allorché si doveva votare il CdC che ora va a scadere, il tema della formazione e della SSM non era centrale nelle riflessioni e nelle proposte delle varie componenti dell'associazionismo giudiziario. Il manifesto elettorale di UpC non ne recava quasi traccia. La questione, in effetti, non appariva problematica più di tanto: la formazione era demandatain totoal circuito dell'autogoverno, non essendo ancora operativa la pur istituita SSM.

Elezioni per il rinnovo del Comitato Direttivo Centrale 6, 7, 8 marzo 2016

POSSIBILI LINEE PROGRAMMATICHE DI UPC SULLA FORMAZIONE E SUI RAPPORTI CON LA SSMIN VISTA DELLE PROSSIME ELEZIONI PER IL CDC DELL’ANM

Quattro anni or sono, allorché si doveva votare il CdC che ora va a scadere, il tema della formazione e della SSM non era centrale nelle riflessioni e nelle proposte delle varie componenti dell’associazionismo giudiziario. Il manifesto elettorale di UpC non ne recava quasi traccia. La questione, in effetti, non appariva problematica più di tanto: la formazione era demandatain totoal circuito dell’autogoverno, non essendo ancora operativa la pur istituita SSM.

L’istituzione della Scuola superiore della Magistratura, conseguente all’attuazione della disciplina contenuta nel decreto legislativo n. 26 del 30.6.2006, ha rappresentato senza dubbio un passaggio evolutivo importante sia per l’adeguamento delle istituzioni dedicate  alla formazione dei magistrati ai modelli diffusi nella maggior parte dei Paesi dell’Unione europea, sia per la realizzazione di una forma organizzativa stabile destinata, in via esclusiva, al complesso compito sia di programmazione delle attività didattiche a livello centrale che di coordinamento di quelle realizzate dalle strutture territoriali su base distrettuale.

La Scuola, come modello organizzativo della formazione, non può e non deve essere messo in discussione. Esso, dopo una prima fase di sperimentazione realizzata nel passato quadriennio (nel corso del quale va dato atto dello sforzo “costitutivo” compiuto dall’originario comitato direttivo), va tuttavia migliorato proprio alla luce dell’esperienza maturata durante questo primo periodo di prova.

Il bilancio dell’offerta formativa è senza dubbio positiva per la varietà delle tematiche sviluppate nel settore civile, penale, nelle aree comuni, nel settore ordinamentale, internazionale e linguistico; particolarmente apprezzato è stato lo spazio dedicato a settori extragiuridici rilevanti per la formazione globale del magistrato. Nel solco dell’attività già svolta, va perseguito con tenacia l’obiettivo di assicurare un reale pluralismo culturale da parte dei componenti togati, considerando che i componenti laici sono di esclusiva nomina ministeriale e, pertanto, espressione del potere politico e non dell’autogoverno. Per tale ragione, è necessario che il CSM non si limiti ad un’enunciazione delle linee d’indirizzo ma operi in sinergia con la Scuola, secondo i principi e le modalità dettate di recente.

Particolare attenzione va dedicata alla formazione dei MOT. Deve rilevarsi che presso i MOT e i loro affidatari è assai diffusa la doglianza delle eccessive interruzioni del tirocinio presso gli uffici giudiziari ai quali si è costretti in ragione del periodo semestrale di formazione presso la SSM.  Certo, il periodo di 6 mesi per la formazione presso la SSM è legislativamente stabilito dall’art.18 d. lgs.26 del 2006, ma l’ANM dovrebbe farsi promotrice di una proposta di riforma legislativa che lo riduca sensibilmente,  mediante contrazione delle settimane dedicate agli stage esterni, mentre andrebbe aumentato il periodo di tirocinio mirato all’interno degli uffici giudiziari.

L’idea in sé della Scuola è da cogliere favorevolmente, nella misura in cui essa tende ad assicurare una formazione comune a tutti i neo – magistrati, all’elaborazione di prassi omogenee su tutto il territorio nazionale, a creare occasioni di confronto e dibattito che costituiscono una proficua ed indefettibile occasione di crescita professionale, culturale ed umana, ed ancora a garantire il pluralismo scientifico della formazione.  Tuttavia, come spesso accade, tra il progetto e la sua concreta applicazione esistono delle discrasie che debbono essere colte, focalizzate ed eliminate.

Nell’ultima circolare del Consiglio Superiore contenente le direttive della formazione dei m.o.t. si è espressamente previsto che “l’intero tirocinio deve essere inteso come un percorso unico, sebbene distinto in un periodo (sessione) presso gli uffici giudiziari e in un periodo presso la sede della Scuola, nel quale deve realizzarsi, complessivamente e senza cesure temporali, il contemperamento tra le esigenze di formazione concernenti l’ordinamento giudiziario e le metodologie e quelle di taglio più prettamente pratico”. In ogni caso anche questa prospettiva appare tradita se non si garantisce il coordinamento tra le proposte formative della scuola –  lezioni e  esercitazioni – con l’attività di formazione presso gli uffici, al fine di scongiurare cesure proprio di tipo temporale ed al contempo formativo: basti pensare come le attività relative alla formazione requirente presso la Scuola dell’ultimo concorso  si sono svolte a dicembre mentre l’esperienza negli uffici della Procura si era già conclusa a Luglio, da oltre tre mesi, e l’impegno formativo dei m.o.t. negli uffici, in quel momento, era rivolto alle funzioni di giudicante  civile. Tale disfunzione organizzativa ha riverberato i suoi effetti negativi in termini di utilità dell’esperienza formativa della Scuola in fase di tirocinio ordinario. Un’altra doglianza ricorrente tra i MOT è quella attinente aglistage: alcuni di essi, quelli presso l’amministrazione penitenziaria o le cancellerie sono strettamente connessi alle funzioni giudiziarie mentre altri (a titolo esemplificativo presso la Direzione Generale delle Entrate, Ispettorato del Lavoro ed INPS) sono percepiti con disinteresse e sottrazione all’attività giudiziaria strictu sensu. Sono queste le ragioni che inducono a ritenere che vada ridotta la durata di tali corsi, così come sono stati elaborati ad oggi.  Vanno  invece proposte  iniziative formative presso altre  Istituzioni (Banca d’Italia, Consob,  Dap, Polizia di Stato, Scuola Superiore della P.A., Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria, ecc…) essenziali per una formazione completa del giovane magistrato. Un’ultima notazione riguarda le dotazioni informatiche. Il Ministero  fa  pervenire  i computer destinati ai neo magistrati  quasi al termine del tirocinio  (quindici mesi dall’inizio del tirocinio per l’ultimo concorso) mentre è necessario che essi siano messi a disposizioni dei MOT sin dall’inizio, per poter  da subito  conoscere e lavorare con gli strumenti applicativi come la consolle del magistrato.

Senza dubbio la  nota più dolente della formazione è legata alla collocazione geografica della SSM,   soprattutto per i magistrati provenienti dal sud Italia e dalle Isole che , con grande dispendio di tempo e disagi devono raggiungere Scandicci. Bisogna dare atto che negli ultimi anni si sono registrati dei miglioramenti: sempre più sono gli incontri nazionali che si realizzano lungo tutta la Penisola e non solo a Scandicci. Va, quindi,  proseguita la strada, recentemente intrapresa, di organizzare anche in sede diversa da Scandicci alcuni dei corsi, laddove esigenze logistiche lo rendano utile, senza tuttavia rinunciare all’unitarietà della formazione, al fine di  evitare il pericolo di un federalismo giudiziario. Le occasioni di confronto con i colleghi provenienti da tutt’Italia sono quanto mai utili. Si potrebbe allora suggerire di decentralizzare la formazione, incentivando le iniziative della formazione decentrata aperte ad altri magistrati non appartenenti al distretto, individuando altre sedi come  Castel Capuano a Napoli (che al momento è già adibito a contenitore culturale per momenti di approfondimento giuridico), oppure la Corte di Cassazione, la Corte Costituzionale, l’ABI, l’Accademia della Crusca dove alcuni incontri formativi hanno registrato un particolare gradimento dei colleghi.

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