di Rosario D’Uonno

10 OTTOBRE 1995

Gli assassini di Giancarlo Siani, giovanissimo giornalista de “Il Mattino”, hanno un volto e un nome: sono arrestati per associazione mafiosa e omicidio, Valentino Gionta, Angelo Nuvoletta, Luigi Baccante, Ciro Cappuccio, Armando Del Core, Gaetano Iacolare, Ferdinando Cataldo, Alfredo Sperandeo, Gabriele Donnarumma.

15 APRILE 1997

La seconda sezione della Corte d’assise di Napoli condanna all’ergastolo Angelo Nuvoletta, Valentino Gionta, Luigi Baccante (mandanti), Ciro Cappuccio, Armando Del Core (esecutori); Ferdinando Cataldo, Alfredo Sperandeo, Gabriele Donnarumma a ventotto anni di carcere.

23 MAGGIO 1997

I bambini del 3° Circolo Didattico “Giancarlo Siani” di Marano di Napoli, in una raccolta di “pensierini” scrivono:

«La cosa che più mi fa vergognare è che sono stati i maranesi, che hanno ucciso il bravissimo giornalista Giancarlo Siani».

«Io ho tanti amici, e ne conosco uno, che ha il padre camorrista, lui pensa che avere un padre che ha ucciso sia bello, si vanta sempre ed è molto violento».

«Marano, la nostra città, è piena, pienissima di camorra».

«Io mi chiedo che cosa sia la camorra, poi mi sono dato una risposta: la camorra è la vendetta dell’ignoranza».

23 MAGGIO 1998

Richiamate ad un doveroso senso di responsabilità nei confronti delle riflessioni di questi bambini e per offrire alle generazioni future l’opportunità di sviluppare l’orgoglio di appartenenza al proprio territorio, le scuole della città danno vita al Marano Ragazzi Spot Festival oggi festival internazionale della comunicazione sociale dei ragazzi, alla  23sima edizione.

Educare è costruire insieme identità e futuro… ed è proprio su questo principio che le scuole di Marano hanno saputo condividere il bisogno di consegnare un’identità positiva e partecipativa alle nuove generazioni, per riscattarle dalla sudditanza e dall’infamia della sottocultura camorristica e offrendo in cambio il piacere e il vanto di essere parte di un’esperienza unica, positiva, ricca di emozioni e partecipazione.

In questo non facile compito, questa nostra esperienza ha saputo condividere strategie e obiettivi con le istituzioni locali e nazionali, con la rete delle comunità cattoliche delle chiese cittadine, con le associazioni del sociale (la collaborazione con l’associazione Libera per la realizzazione degli spot televisivi delle giornate della memoria per le vittime delle mafie), con le famiglie (da qualche anno si è costituita l’associazione Mamme del festival), con l’intero mondo della cultura.

Il Marano Ragazzi Spot Festival ha realizzato questo compito attraverso i suoi piccoli spot, l’ha costruito facendo incontrare fra loro migliaia di ragazzi di ogni età, di ogni provenienza sociale. L’ha fatto a Nisida incontrando i ragazzi dell’Istituto Penale Minorile in percorsi che da quindici anni si ripetono con straordinaria intensità. L’ha prodotto attraverso il gioco del fare e raccontare il cinema, con l’incontro tra legalità e solidarietà, tra amore e bellezza, in un percorso di crescita personale e collettiva. L’ha compiuto costruendo le condizioni per un pensiero solidale in una visione proiettata a una società del NOI.

«…da tante menti siamo diventati un’ unica persona…».

Raffaella 12 anni.

Una scuola che educa attraverso la costruzione d’identità individuali calate nel collettivo e che genera atteggiamenti positivi di cooperazione, anziché di competizione, di rivalità, di prepotenze, è una scuola che si contraddistingue nei fatti, come fondamentalmente educativa e come la più valida risorsa formativa per la valorizzazione della persona umana.

Questi anni del festival di Marano, ci raccontano questo, ma anche storie d’incontri semplici eppure importanti, profondamente formativi, ricchi d’intensità, a volte teneri, a volte entusiasmanti ma sempre emozionanti:

«È un’esperienza che mi ha fatto diventare più uomo…» 

Paolo 10 anni;

«Scopri il meglio e il peggio di te…» 

Jessica 12 anni;

«Sì, è stato importante per tutti e due… io lo accarezzavo e lui si addormentava dolcemente…» 

Alessia 10 anni e Francesco 10 anni, bambino down;

«Abbiamo fatto questo spot per far capire alla mafia che la deve finire di fare tutte queste stragi…» 

Alessio 10 anni;

«Non so cosa ho imparato da questa esperienza con i ragazzi del carcere minorile di Nisida, di sicuro so solo che da grande sarò una brava mamma…» 

Benedetta 18 anni

«Ho iniziato a partecipare al Marano Ragazzi Spot Festival quando ero una bambina, ho proseguito da adolescente e adesso che sono una donna, posso dire con certezza che è stata una delle esperienze più straordinarie della mia vita. Mi avete insegnato che il termine straordinario si riferisce a qualcosa che va fuori dall’ordinario. E il Marano Ragazzi Spot Festival lo fa, fuori dal buio ordinario, fuori dall’omertà ordinaria, fuori dalla violenza ordinaria. Ho partecipato a gran parte delle giornate della memoria per le vittime delle mafie, e ognuno di quei passi mi ha fatto diventare grande, mi ha insegnato chi sono i veri eroi del nostro tempo. Poi ricordo tutti i sorrisi, intrappolati nel cuore di Nisida, malinconici, ma vivi. E quelli dei meravigliosi bambini e ragazzi che partecipano a quest’iniziativa. Ecco qual é l’insegnamento più grande, lottare ci rende vivi, lottare ci rende liberi. Grazie di tutto!» 

Angela 23 anni.

È vero, quante cose insegnano queste esperienze, quante ne imparano i ragazzi e quante da loro ne impariamo noi grandi:

«Il vero amico è sì quello disposto a fare tutto per te, ma soprattutto il vero amico è quello che è felice quando tu sei felice».

Grazie Mariangela, 13 anni. Grazie per avermelo insegnato.

9 MARZO 2020

Il contagio del COVID19 si è diffuso nel nostro paese, si può uscire solo per comprovate ragioni di necessità come per fare la spesa, per esigenze lavorative, per l’acquisto di farmaci o per altri motivi di salute. Solo una raccomandazione per tutti contenuta nell’hashtag: #iorestoacasa.

Tutto si ferma. Niente più scuola.

Ho sempre amato una piccola favola:

«Si narra che un giorno, nella foresta più grande del mondo scoppia un incendio. Di fronte all’avanzare delle fiamme, tutti gli animali, leone in testa, si danno subito alla fuga e si rifugiano sulle rive del fiume. L’unico a non fuggire è un piccolo colibrì che in volo, con una goccia d’acqua nel suo becco, fa la spola fra il fiume e l’incendio.

Il leone allora che, di lontano, intanto osserva la scena, si rivolge con sarcasmo all’uccello e gli dice: “Cosa stai facendo? Ma cosa credi di fare? Non vedi che la foresta sta bruciando?”.

L’uccellino gli rispose: “Cerco di spegnere l’incendio!”.

Il leone si mise a ridere: “Tu così piccolo pretendi di fermare le fiamme?”. E assieme a tutti gli altri animali incominciò a prenderlo in giro.

Ma l’uccellino, incurante delle risate e delle critiche, rispose: “Io, faccio la mia parte”

E noi del Marano Ragazzi Spot Festival in queste giornate di grande difficoltà per la vita di tutti e in particolare delle nostre scuole, abbiamo sentito il dovere di farla la nostra piccola parte (http://www.spotragazzi.it/spotragazzi.it/HOME.html)

Abbiamo sentito forte il bisogno di offrire ai nostri ragazzi, ma anche alle loro famiglie, un’opportunità per superare la forzata quarantena a “mente piena”, per non cadere vittime – noi inclusi – dell’alienazione, del tempo vuoto, del tempo perso.

Con il quotidiano lavoro dei ragazzi e degli insegnanti dell’Associazione Marano Ragazzi Spot Festival, attraverso l’ #stattAcas do’ FESTIVAL, abbiamo predisposto un programma di proposte culturali ed educative fruibili dalla pagina Facebook ( https://www.facebook.com/spotragazzi.it/ ).

Così sono nati, uno dietro l’altro, “Cineforum in poltrona” un film al giorno per grandi e piccini accompagnati da schede di analisi filmica e, negli “Eventi speciali”, da presentazioni di registi e attori; il concorso “Un coVideo fatto in casa” per raccontare con un pizzico di fantasia i particolari delle giornate trascorse in casa; “A lezione di cinema” un corso in quattro lezioni sui segreti del cinema; “Ti leggo una storia” tante favole in audiolibro raccontate ai bambini; “Il meglio del festival” la retrospettiva dei migliori cortometraggi presentati nelle passate edizioni del festival.

E a breve partirà il progetto “A regola d’Arte – La Costituzione al cinema”.

Una Mostra/Rassegna in Virtual3D, una Web Summer School cui parteciperanno le scuole di Marano di Napoli, Carate Brianza, Roma e Catania. 28 film abbinati ad altrettanti valori della Costituzione Italiana, saranno proposti con l’intento di avvicinare i ragazzi al cinema, per viverlo creativamente come luogo non solo della conoscenza, dell’incontro con la bellezza, dello stupore e dell’incanto, ma anche come luogo della formazione delle coscienze e del pensiero critico e responsabile, per imparare a conoscere e a lasciarsi conquistare dalla bellezza dei valori della Costituzione[i] (http://www.spotragazzi.it/spotragazzi.it/COSTITUZIONE_AL_CINEMA_HOME.html).

Queste giornate legate all’emergenza coronavirus, che ci stanno costringendo a vivere intrappolati nella realtà virtuale degli schermi dei nostri computer, dei nostri tablet, dei nostri smartphone, hanno reso inevitabile l’approccio a varie forme sperimentali di soluzioni digitali di “scuola a distanza”. L’universo della cultura digitale e della comunicazione online, ha coinvolto tutti gli operatori della scuola nell’attivazione in un processo d’innovazione dell’intera istituzione scolastica italiana, nella consapevolezza che l’apprendimento online non è secondo all’insegnamento in presenza, ma semplicemente un modo differente di apprendere, una nuova e affascinante sfida, tutta da combattere, forse da vincere.

Certo, quando usciremo dal mondo virtuale dei nostri monitor, quando supereremo il confine delle video-chat, dove viviamo costretti, incasellati nei riquadri delle piattaforme, con gli occhi persi alla ricerca del calore dello sguardo dell’altro, ci piacerà tanto risentire, la “puzza” della scuola.

Sì, quella puzza che altro non è che il profumo della bellezza dei bambini, delle loro domande, imprevedibili e spiazzanti, del calore dei loro sguardi, dei loro teneri sotterfugi, dell’energia che rimandano i più grandi, di quella loro carica a volte indolente ma sempre vitale, dello stare vicino, degli occhi allegri e innocenti che ispirano sempre un misto di gioia e tenerezza, eroi vivi, speranze per il domani.

Usciremo sì, saremo felici anche, ma non abbandoneremo il nostro impegno quotidiano, non smetteremo mai di credere nella forza della cultura e nella bellezza dei valori della legalità. Saremo felici? Lavoreremo per esserlo!

E a proposito di felicità, penso alla storia di Bairam, un bambino di 10 anni che partecipò diversi anni fa a un gemellaggio a Bagheria. Lì girammo uno spot per l’associazione Libera in un capannone confiscato alla mafia dove erano state uccise e sciolte nell’acido più di duecento persone.

Sulla strada del ritorno Bairam ci raccontò la sua storia: veniva dalla Jugoslavia, aveva visto la sua casa distrutta dalle bombe, aveva visto morire sua madre, era stato costretto a fuggire con suo padre aggrappato sotto le rotaie di un treno… insomma, una brutta storia. Bairam interruppe il suo racconto, il suo volto s’illuminò e ci disse che in questo viaggio aveva scoperto qualcosa su di lui che non si doveva mai sapere.

Che cosa? Gli chiedemmo. Ci rispose: la felicità.

Ecco, questa è la cosa meravigliosa, che un bambino come Bairam, possa scoprire la felicità in una fabbrica di bulloni, in un luogo di morte in cui sono state uccise e sciolte nell’acido duecento persone.

Sì, la felicità.

Allora bisogna creare nella scuola come nella società le condizioni per cui ogni bambina, ogni bambino, possa essere sempre felice. E non parlo dell’effimera felicità che può dare un pomeriggio di svago, parlo della felicità che viene dalla consapevolezza di avere un futuro pieno di certezze dove vedere concretarsi i propri sogni, di avere un presente abitato da persone che sappiano stare vicino ai nostri ragazzi, sempre presenti.

C’è bisogno d’insegnanti veri. Si potrebbe dire di quelli che ti camminano al fianco, di quelli che ti accompagnano per un pezzo di strada e che poi ti aiutano a calzare le scarpe per camminare da solo. C’è bisogno di essere a contatto con il sogno concreto di riscatto di una pedagogia attiva, di una volontà educativa e di un impegno politico concreto.

Questa è la magia del lavoro con i ragazzi, la carica di energia che ci fa continuare, in ogni condizione, a superare le difficoltà e portare avanti l’impegno che 23 anni fa ci prendemmo con quei bambini che nei loro “pensierini” ci avevano scritto: la camorra è la vendetta dell’ignoranza.


[i] http://www.spotragazzi.it/spotragazzi.it/COSTITUZIONE_AL_CINEMA_HOME.html