Deliberato finale Comitato di Coordinamento

Gli accadimenti delle ultime settimane costituiscono un tradimento istituzionale e un tradimento dei principi del non collateralismo e del pluralismo, valori fondanti di Unità per la Costituzione.

Il Comitato di Coordinamento di Unità per la Costituzione:

  • esprime un grato riconoscimento al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, custode del governo autonomo della magistratura, e ai consiglieri – laici e togati – fedeli al dettato costituzionale;
  • condivide la doverosa e tempestiva reazione della Presidenza e della Segreteria di Unità per la Costituzione espressa nei documenti del 29 maggio e 10 giugno 2019, nonché il documento del CDC dell’Anm del 5 giugno 2019;
  • ritiene che al centro del dibattito associativo, interno al gruppo e l’A.N.M., vada posta la questione morale quale doverosa riflessione centrale che richiederà comportamenti e decisioni rigorose, coerenti e concrete; questione morale che attraversa il paese e anche la magistratura italiana, ma quest’ultima, depositaria di un terribile potere è consapevole che la sua  legittimazione, oltre ad essere scritta nella Costituzione, trova fondamento nella professionalità e nella credibilità davanti ai cittadini italiani;
  • ribadisce la necessità di una riforma elettorale dei componenti togati del CSM e si oppone ad ipotesi incostituzionali di selezione dei candidati tramite sorteggio, estraneo ad ogni razionalità democratica;
  • ritiene che il coinvolgimento di magistrati di Unità per la Costituzione nelle vicende di queste settimane imponga pubbliche scuse a tutti magistrati italiani, associati e no, e in particolare a tutti i giovani magistrati italiani e intende avviare un percorso di rifondazione del gruppo;
  • indice, quindi, ai sensi dell’art. 5 dello statuto l’Assemblea Nazionale per ii giorni del 7 e 8 settembre 2019, momento nel quale dovremo interrogarci sulle ragioni profonde di quanto accaduto, su quali pratiche lo abbiano reso possibile, sulle riforme statutarie e ordinamentali, sulle incompatibilità fra ANM e CSM, sulla questione morale e sul carrierismo in magistratura.
  • Richiama e fa proprio l’editoriale de “La magistratura” del 15 gennaio 1926 dal titolo “L’idea che non muore” in occasione dello scioglimento dell’Associazione Magistrati Italiani: “Forse con un po’ più di comprensione – come eufemisticamente suol dirsi – non ci sarebbe stato impossibile organizzarsi una piccola vita senza gravi dilemmi e senza rischi, una piccola vita soffusa di tepide aurette, al sicuro dalle intemperie e protetta dalla nobiltà di qualche satrapia… La mezzafede non è il nostro forte: la “vita a comodo” è troppo semplice per spiriti semplici come i nostri. Ecco perché abbiamo preferito morire”.

Unità per la Costituzione riafferma con sofferenza, indignazione e rabbia che intende esserci negli uffici, contribuendo al rilancio dell’Associazione Nazionale Magistrati, fondamentale casa comune per una moderna riflessione sul ruolo del magistrato e per la centralità della giurisdizione per la promozione della democrazia in Italia.

Roma, 15 giugno 2019.