Dieci interrogativi sulla necessaria presenza in ufficio del giudice civile nell’udienza da remoto

di Michele Ruvolo in collaborazione con il Centro Studi “Nino Abbate” di Unità per la Costituzione

Con il decreto legge 28/2020 il Governo, modificando in maniera singolare una norma varata dal Parlamento in sede di conversione di un decreto legge e quindi di fatto valutando l’operato dell’organo legislativo a cui è demandato dalla Costituzione il controllo a valle dei decreti legge, ha inserito alla lettera f del comma 7 del DL 18/2020 la previsione secondo la quale è necessaria la presenza in ufficio del giudice civile per l’udienza da remoto.

Questa norma fa sorgere 10 interrogativi:

  1. Che udienza “da remoto” è quella in cui si stabilisce quale debba essere il “luogo fisico” di collegamento di uno degli intervenienti, peraltro individuato sempre nella medesima figura e senza che muti l’applicativo utilizzato per il collegamento o cambino le garanzie di sicurezza?
  2. Negli Uffici giudiziari in cui si registrerà una difficoltà della banda a reggere la linea di tutti i collegamenti delle udienze dei giudici civili il Capo dell’Ufficio dovrà prevedere un limite massimo alle udienze da remoto, con incremento quindi di quelle a trattazione scritta, che richiedono un maggior impegno da parte del prezioso e attualmente ridotto personale di Cancelleria (che deve accettare il deposito di – in media – quattro atti per ogni procedimento, cioè la fissazione o la comunicazione della modalità di svolgimento dell’udienza con il sistema della trattazione scritta, le due note delle parti e il provvedimento fuori udienza del giudice)?
  3. I giudici civili che risultino o risulteranno positivi al covid-19, anche se asintomatici, o che si trovino in situazione di quarantena prima del 31 luglio 2020 o che presentino qualche sintomo influenzale dovranno rinviare tutte le loro udienze da remoto o queste saranno redistribuite agli altri giudici civili, con inevitabili ingolfamenti dei ruoli di udienza?
  4. Negli Uffici giudiziari in cui si registrerà prima del 31 luglio 2020 qualche caso di contagio in piani dove si trovino aule di udienza di giudici civili si dovranno rinviare le udienze da remoto di questi ultimi?
  5. Perché si possono fare camere di consiglio da remoto senza la presenza fisica dei magistrati in Ufficio in base al comma 12 quinquies dell’art. 83 D.L. 18/2020 e si devono invece tenere udienze da remoto alla presenza fisica del magistrato in Ufficio? Il collegamento da remoto da una qualunque postazione è ritenuto idoneo quando più giudici discutono la sorte di un giudizio ma non quando c’è un’interlocuzione telematica giudice-avvocati-parti-ctu?
  6. Che fine fa la ratio di contenimento dei contagi se tutti i giudici civili (togati e onorari) devono essere presenti in Ufficio, eventualmente anche impiegando mezzi pubblici per recarsi sul luogo di lavoro?
  7. E dopo la modifica introdotta dal D.L. 28/2020 i Capi degli Uffici potranno modificare le Linee guida già da loro varate perché ritengono che la presenza di tutti i giudici civili in Ufficio possa compromettere le ragioni di tutela sanitaria da loro già valutate o comunque dovranno acquisire nuovo parere dell’Autorità sanitaria locale, alla quale non è stato sottoposto il dato di fatto della necessaria presenza fisica dei giudici civili in Ufficio per le udienza in videoconferenza?
  8. E perché questa norma non riguarda anche i giudici amministrativi e contabili – per i quali è anzi previsto che il luogo da cui si collegano i magistrati, gli avvocati e il personale è “considerato udienza a tutti gli effetti di legge” –  con evidenti profili di illegittimità costituzionale?
  9. Dovendo impiegare il processo civile telematico e redigendo il verbale di udienza tramite l’applicazione “Consolle del magistrato”, quale valore aggiunto sarebbe attribuibile alla presenza fisica del giudice civile in Ufficio? In un periodo di scarso rendimento degli Uffici giudiziari e di rischio epidemiologico, non è che la presenza necessaria in Ufficio del giudice civile al solo fine di celebrare l’udienza da remoto rischia di ridurre ulteriormente l’efficacia e l’efficienza del servizio?
  10. I giudici civili lavorano prevalentemente da casa in tempi ordinari: perché impedire un pieno e sicuro smart working in tempi di epidemia?

Dieci interrogativi e una sola certezza: poca fiducia in alcune istituzioni da parte dello stesso legislatore.

Scarica il pdf