Eurojust: dati richieste cooperazione giudiziaria Italia

Rapporto 2014 di Eurojust. Aumento del 14,5 per cento dei casi di cooperazione giudiziaria rispetto al 2013 (da 1.576 a 1.804). Stabili le riunioni di coordinamento e le squadre investigative comuni. Settori prioritari: frode, traffico di droga, crimine organizzato itinerante, reati PIF (protezione interessi finanziari), traffico esseri umani, corruzione, cybercrime, immigrazione illegale, terrorismo. Altri settori: riciclaggio di denaro, crimini ambientali, pirateria marittima, protezione di minori. Aumento cooperazione con Paesi terzi. Accordi.

Il Presidente di Eurojust, Michele Coninsx, ha trasmesso il Rapporto Annuale delle attivita’ svolte nel 2014, la cui versione in italiano e’ stata teste’ pubblicata sul sito http://www.eurojust.europa.eu. Il Rapporto fa stato di un complessivo rafforzamento delle attivita’ e del profilo dell’Agenzia, il cui bilancio per l’anno in oggetto e’ stato pari a 33,6 milioni di Euro, con un tasso di attuazione del 99,82 per cento.

Durante l’anno in oggetto l’Agenzia ha affrontato 1.804 casi di cooperazione giudiziaria rispetto ai 1.576 del 2013 (con un incremento del 14,5 per cento) ed ha tenuto riunioni di coordinamento cui hanno partecipato 1.882 autorita’ giudiziarie straniere, inclusi magistrati, giudici e funzionari di polizia. Come ricordato dalla Presidente Coninsx, il Rapporto 2014 si concentra sia sui mandati di arresto europeo (MAE), oltre che sulle sfide e le migliori prassi nell’ambito di traffico di stupefacenti e di criminalita’ informatica. Inoltre, nel corso dell’anno, Eurojust ha sostenuto 122 squadre investigative comuni (SIC), di cui 45 costituite nel 2014. In 266 occasioni, la cooperazione dell’Agenzia e’ stata richiesta nell’esecuzione di mandati d’arresto europei.

Per quanto attiene alle riunioni di coordinamento, il loro numero e’ rimasto stabile rispetto all’anno precedente (dopo il sostanziale aumento verificatosi nel 2011): esse sono state richieste prevalentemente da Regno Unito, Francia e Germania, mentre gli Stati piu’ frequentemente richiesti erano Paesi Bassi, Regno Unito, Spagna. Il Rapporto afferma con soddisfazione: ”il fatto che si sia tenuto un numero leggermente inferiore di riunioni di coordinamento a fronte della registrazione di un maggior numero di casi presso Eurojust riflette l’impegno continuo dell’Agenzia volto a promuovere e a potenziare questo strumento, selezionando i casi per i quali si rivela adatta una riunione di coordinamento”. Per quanto concerne i centri di coordinamento, attualmente ve ne sono dieci, di cui due in Italia. Per quanto attiene alle SIC, Eurojust ha ricevuto 59 notifiche da parte degli Stati: il Rapporto afferma che in particolare ”le SIC si sono inoltre evolute in uno strumento flessibile e di rapida attuazione ai fini della cooperazione con i Paesi terzi”, su cui Eurojust ha fornito il suo supporto per l’avvio di sette SIC riguardanti Paesi terzi (di cui tre costituiti nel 2014). Si ricorda a questo proposito la decima riunione annuale della rete degli esperti nazionali in materia di SIC che Eurojust ha ospitato nel giugno u.s..

Per quanto concerne i settori di intervento, Eurojust ha trattato casi relativi a settori prioritari per un ammontare pari al 65 per cento del totale. Tali settori sono: frode, traffico di droga, crimine organizzato itinerante, reati PIF (protezione interessi finanziari), traffico esseri umani, corruzione, cybercrime, immigrazione illegale, terrorismo. Sulla frode (560 casi, 60 riunioni di coordinamento e 32 squadre investigative comuni), i principali richiedenti di assistenza sono stati Ungheria, Austria e Slovenia, mentre i maggiori destinatari sono stati Regno Unito, Germania e Spagna. Sulla corruzione (55 casi e 9 riunioni di coordinamento), i principali richiedenti sono stati Spagna, Grecia, Croazia, Italia e Lettonia, mentre i maggiori destinatari sono stati Regno Unito, Austria, Germania e Paesi Bassi. Sui reati PIF (70 casi nel 2014 rispetto ai 31 nell’anno precedente), i Paesi piu’ richiedenti sono stati Ungheria, Bulgaria, Malta e Polonia, mentre i maggiori destinatari sono stati Germania, Regno Unito e Repubblica Slovacca. Il crimine organizzato itinerante ha invece interessato 128 casi e 13 riunioni di coordinamento, con valori in diminuzione rispetto ai livelli dell’anno precedente; i Paesi piu’ richiedenti sono stati Francia, Polonia, Belgio e Repubblica Ceca, mentre i maggiori destinatari sono stati Francia, Italia, Danimarca e Romania. In merito al contrasto al traffico di droga, i casi sono aumentati a 283 mentre le riunioni di coordinamento sono diminuite a 52: i principali richiedenti sono stati Spagna, Italia e Slovenia, mentre Spagna, Paesi Bassi e Italia sono stati i maggiori destinatari di richieste di assistenza. In netto aumento i procedimenti relativi al cybercrime (42 casi, 15 riunioni di coordinamento e 6 SIC), gli Stati maggiormente richiedenti sono stati Romania, Regno Unito ed Ungheria, mentre i maggiori destinatari sono stati Francia, Danimarca e Paesi Bassi. Sull’immigrazione clandestina (32 casi, 10 riunioni di coordinamento e 9 SIC, cifre in aumento rispetto al 2013), i Paesi maggiormente richiedenti sono stati Regno Unito, Ungheria ed Italia, mentre i maggiori destinatari sono stati Italia, Francia e Regno Unito. Sul terrorismo (14 casi, 4 riunioni di coordinamento e 2 SIC), i Paesi maggiormente richiedenti sono stati Spagna, Paesi Bassi, Portogallo e Regno Unito, laddove Germania, Francia e Belgio sono stati i maggiori destinatari. Infine, per quanto concerne la tratta di esseri umani (71 casi e 12 riunioni di coordinamento), Bulgaria, Regno Unito e Romania sono stati i maggiori richiedenti, mentre Romania, Germania ed Italia sono stati i maggiori destinatari. Oltre ai settori prioritari, Eurojust si e’ occupata di riciclaggio di denaro (220 casi), crimini ambientali (5 casi), pirateria marittima, protezione di minori (14 casi).

Per quanto concerne la cooperazione con organi o agenzie esterne, Europol si configura come il principale partner, essendo stata coinvolta in 44 casi ed in 98 riunioni di coordinamento. La cooperazione fra le due Agenzie continua a basarsi sull’Accordo del 2009. Come afferma il Rapporto, ”l’aumento significativo nel numero delle riunioni di coordinamento di Eurojust a cui ha presenziato Europol (75 nel 2013) indica che gli sforzi sostenuti da Eurojust nel rafforzamento dei legami operativi hanno riscontrato un certo successo”. In secondo luogo viene l’Ufficio per la lotta anti-frode (OLAF), con cui Eurojust coopera grazie all’Accordo del 2008: nel 2014 la collaborazione si e’ concretizzata in 4 casi. In terzo luogo vengono le varie altre Agenzie di giustizia e affari interni (CEPOL, EASO, EIGE, EMCDDA, FRA, FRONTEX). Per quanto concerne gli Stati terzi, il Rapporto fa stato della conclusione di un accordo di cooperazione con la Moldova, e ribadisce l’importanza di stipulare analoga intesa con l’Ucraina. In fase di valutazione sarebbe l’eventuale avvio di negoziati con Albania, Bosnia Erzegovina, Israele, Serbia, Turchia. Di tutti i 1804 casi del 2014, 208 hanno riguardato richieste di cooperazione giudiziaria con Paesi non membri dell’Unione Europea: i piu’ frequenti sono stati Svizzera, Norvegia e Stati Uniti d’America (che sono risultati anche quelli piu’ frequentemente coinvolti nelle riunioni di coordinamento, assieme all’Ucraina). In aumento, inoltre, la nomina di punti di contatto Eurojust da parte di Paesi terzi.

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