Buongiorno a tutti i colleghi:
sono Federica SACCHETTO, attualmente Presidente della II Sezione civile del Tribunale di Padova, nominata con D.M. 30.04.1986.

IL MIO PROFILO PROFESSIONALE:

Ritengo che pochi mi conoscano perchè nella ormai lunga carriera professionale ho operato quasi esclusivamente presso il Tribunale di Padova, salvo brevi periodi di applicazione presso il Tribunale di Venezia, la Corte d’Appello di Venezia e l’Ufficio di Sorveglianza di Padova.

Sono stata nominata Presidente di Sezione del Tribunale di Padova nel 2017 ed, in precedenza avevo svolto, dal 1993 di giudice civile, occupandomi di quasi tutte le materie che interessano tale settore, avendo trattato collegialmente anche le cause di lavoro e previdenza come giudice d’appello rispetto all’allora giudice di I grado, e cioè al Pretore.

All’inizio della carriera ho svolto anche l’attività di giudice penale collegiale del dibattimento, sia nel vigore del codice Rocco, sia nel vigore del codice Vassalli.

Sono stata poi componente del Collegio istituito ai sensi dell’art. 7, l.cost. n. 1/89 presso il Tribunale di Venezia nel biennio 1998-99.

Accanto all’attività strettamente giudiziaria ho svolto altri compiti:

mi sono occupata della formazione dei Giudici onorari nominati con i successivi decreti nel 2007 e nel 2010;

ho partecipato all’attività di formazione in fase di riconversione di un collega dal settore penale al settore civile;

ho svolto più volte l’incarico di assistenza agli iscritti in sede giudiziaria per la giurisdizione civile della scuola di specializzazione delle Università di Ferrara, Padova, Trieste e Venezia;

ho partecipato quale magistrato selezionato per la valutazione simulata dal gruppo di lavoro per gli standard medi di definizione dei procedimenti, all’incontro valutativo presso la Corte d’Appello di Venezia del 15.06.2011;

ho svolto per due sessione l’attività di componente della commissione per gli esami di avvocato;

sono stata relatore ad alcuni convegni, fra i quali più significativo è quello organizzato dalla Camera Minorile di Padova, avente ad oggetto “Il regime probatorio e la tutela della privacy nei procedimenti che riguardano i minori e la famiglia” tenutosi a Padova il 6.04.2011;

sono stata e sono magistrato formatore ai fine del tirocinio formativo di cui all’art. 73 del D.L. 69/13, convertito in L. 98/13.

IL MIO PROFILO ASSOCIATIVO:

Sono stata e sono iscritta all’Associazione Nazionale Magistrati fin dall’inizio della mia carriera, avendo da subito riconosciuto la fondamentale importanza del gruppo per la salvaguardia dell’autonomia ed indipendenza della Magistratura.

Ho sempre avuto simpatie per il gruppo di UNICOST, che, in passato, in Veneto, ha visto l’elezione in successive legislature di vari consiglieri.

Ritengo che UNICOST resti il gruppo nel quale mi riconosco idealmente, come alieno da condizionamenti ideologici, composto di Magistrati “sottratti alla regola della maggioranza e sottoposti solo alla Costituzione e alla legge”, privi di connotazione politica, del “tutto lontana dall’essenza costituzionale del ruolo di garanzia per tutti i cittadini”, come ribadito nel documento finale del congresso straordinario del 8-9 febbraio 2020.

Ho pertanto ritenuto necessario aderire, anche formalmente, al gruppo di UNICOST, in quanto il grave momento che sta vivendo la Magistratura, dopo i noti episodi del maggio 2019, richiede, a mio avviso, un rinnovamento che passa attraverso una maggiore e più diretta partecipazione degli associati e dei simpatizzanti alle attività dell’Associazione e del Gruppo.

Io mi riconosco anche in quella che ritengo essere la grande maggioranza dei Magistrati, e cioè di coloro che vivono l’impegno lavorativo quotidiano, importante e difficile, come totalmente assorbente, talvolta presi dalla corsa al raggiungimento di obiettivi di rendimento e di smaltimento e dalla paura di ritardi con conseguenze disciplinari, i quali pensano che ci siano colleghi più competenti e più adatti ad occuparsi di questioni associative, arrivando però, in questo modo, a delegare scelte anche delicate ed importanti per tutta la Magistratura a poche persone, talvolta condizionate da ambizioni carrieristiche quando non da fini personali.

Ho pensato di proporre un impegno diretto, che è reso ora possibile dal fatto che l’impegno totalizzante richiesto da lavoro e famiglia negli anni passati si è attenuato in ambito familiare.

Mi riprometto dunque di tentare di dare un mio, personale contributo al rinnovamento, del quale ritengo che tutta la Magistratura associata abbia necessità.

Ritengo che i temi più scottanti siano il problema dell’indipendenza, esterna ed interna, della Magistratura, di cui sono espressione la trasparenza e la meritocrazia nell’attribuzione degli incarichi e il problema della qualità del lavoro, sotto il profilo dei carichi esigibili, degli standard di rendimento, della tutela della maternità e della tutela della malattia.

Per tale ragione propongo la mia candidatura al Comitato Direttivo Centrale dell’Associazione Nazionale Magistrati.