I PERCHÉ DI UNA CANDIDATURA

INTERESSARMI DISINTERESSATAMENTE

Cari colleghi,

sono Giacomo Ebner, 55 anni, 112 kg di peso per 191 cm di altezza, e mi candido per il CDC dell’ANM.

Sono stato Pretore con funzioni promiscue e poi Giudice del dibattimento in Sicilia come prima sede, e quindi Giudice del dibattimento e GIP/GUP a Roma. Sono stato per tre anni fuori ruolo per ragioni di salute con compiti amministrativi.

Ho fatto il Presidente della Giunta ANM di Roma Lazio, con la quale ho realizzato alcune delle attività più emozionanti della mia vita: “Le notti bianche della legalità” e “Invito a Corte”; eventi che hanno portato oltre 5000 ragazzi al Tribunale di Roma e in Corte di Cassazione. Per chi la ricorda, sempre con la Giunta abbiamo fondato la rivista “Festina Lente” che sulla mailing list nazionale per qualche anno ha cercato di affrontare con seria leggerezza l’attualità più spinosa. Anche dall’esperienza della rivista è nato il libro “Dodici qualità per sopravvivere in Tribunale (e non è nemmeno certo)”.

Perché impegnarsi nell’Associazione

Vi confesso che, come per molti di voi, la mia prima reazione di fronte ai fatti a tutti tristemente noti è stata di repulsione e di chiusura “a riccio” nel mio lavoro.

Dopo qualche tempo però, anche per effetto dei numerosi schiaffi che abbiamo tutti ricevuto come categoria, qualcuno anche ingiusto, mi sono detto che doveva finire il tempo dei passi indietro e doveva iniziare quello del coraggio e del cambiamento.

Credo molto nel “lavorare assieme” per il bene di tutti e dunque ben vengano tutti coloro che si vogliano impegnare in questa direzione, anche se sono dissonanti.

Perché impegnarsi in Unicost

Sono maschio, bianco, di Unicost, di Roma…ci manca che sia juventino e poi ce l’ho tutte.

Inutile girarci intorno, Unicost ha grandi ed evidenti responsabilità. Negarlo sarebbe ridicolo. Così come dire che così facevano tutti non giustifica né diminuisce la gravità.

Però vi sono due considerazioni da fare.  La prima è che Unicost è una realtà molto più ampia di quello che le viene oggi rimproverato. Negli anni ha fatto tante cose buone e ha rappresentato tanti colleghi per bene.

La seconda, oggi più importante, è che realmente Unicost ha fatto un bagno di umiltà. Ha creato una assemblea costituente per riscrivere il proprio modo di stare assieme. A questa assemblea partecipano tanti colleghi giovani e meno giovani che non vogliono tornare indietro. È tutta apparenza? Non cambierà nulla? tutto può essere, ma non si ha questa sensazione.

Io personalmente mi sto divertendo tantissimo e partecipo con vero piacere… e tutto questo entusiasmo mi ha dato l’energia per candidarmi con Unicost.

Perché scegliere me

Perché credo fortemente in queste cose:

Benessere del magistrato e dignità delle condizioni di lavoro: una serena giurisdizione passa attraverso un magistrato sereno. Un magistrato che possa sapere in qualsiasi momento la propria posizione lavorativa, previdenziale, amministrativa; che possa avere un “giusto” carico di lavoro; che possa lavorare in un luogo dignitoso e salubre; che venga tutelato qualora ne abbia la necessità; che sia agevolato nella ricerca di momenti di relax.

Recupero dell’immagine:se è vero che noi siamo soggetti solo alla legge, non è facile lavorare nel clima che stiamo vivendo. Noi dobbiamo in qualche modo recuperare la fiducia persa, perché la stima della comunità ci dà forza e, perché no, entusiasmo.

Cambiamento del modo di stare assieme: abbiamo delegato troppo. Abbiamo controllato poco. Dobbiamo riorganizzare il modo di fare associazione, mettendo al centro l’associato. Le assemblee, che sono una spia della disaffezione degli associati, debbono essere costruite in modo tale che tutti in qualche modo si sentano protagonisti. I nuovi mezzi telematici poi, costituiscono un potente strumento di coinvolgimento.

Lavorare assieme: credo sia giunto il tempo di mettere da parte le divisioni interne. Le pluralità si debbono esaltare nella squadra e non mortificarsi nei diversi gruppi. È certamente più faticoso ascoltare tutti e fare sintesi ma è senz’altro più efficace. Si può fare tanto, tutti assieme.

Gettare ponti: l’associazione non deve essere una monade. Nessuno è nostro nemico ma semmai alleato. In particolare le varie componenti della giustizia con le quali, nel rispetto dei ruoli, si deve dialogare e si debbono battere terreni comuni. Anche con le istituzioni l’interlocuzione deve essere intelligente, competente ed efficace.

Sobrietà con i mezzi di informazione: apparire ed esternare quando necessario. Anche sui media parlare meno e solo quando si ha qualcosa da dire realmente.

La passione e la voglia di impegnarmi in queste elezioni senza alcun tipo di vincolo mi hanno convinto, ancor prima di sapere l’esito delle elezioni, di rientrare in ruolo come giudice a Roma … quindi mettetevi una mano sulla coscienza.