Al centro del meeting dell’Associazione internazionale dei giudici l’autonomia e l’indipendenza dei magistrati in Europa. Focus sulle situazioni di Svezia, Bulgaria e Armenia in particolare riguardo a questioni cruciali sui meccanismi di individuazione delle retribuzioni dei magistrati. Si è anche ricordato un importante momento associativo internazionale: la marcia delle 1000 toghe svoltasi a Varsavia l’11.1.2020 a sostegno della magistratura polacca e a tutela dell’indipendenza.
Sono tre invece i Paesi al centro dell’attenzione oggi: Armenia, Bulgaria e Svezia. E su tutti e tre gli Stati europei l’associazione ha approvato delle risoluzioni.
“Bisogna mantenere sempre alta la guardia, non dare mai per scontato che non si possa tornare indietro. Basti pensare a quello accade in una democrazia avanzata come la Svezia, dove l’attuale sistema retributivo prevede che gli stipendi dei giudici siano individualizzati in base alla produttività e alle conseguenti valutazioni dei capi degli uffici”, a raccontarlo è la vicepresidente dell’Anm Alessandra Maddalena. “Non è difficile – prosegue – comprendere quali effetti dannosi sull’indipendenza interna della magistratura possa produrre un simile sistema, spingendo ad una esasperata competitività e rendendo concreto il rischio che i magistrati si sentano sotto pressione da parte di chi è responsabile della determinazione dei loro stipendi”.
Sul tema l’associazione ha quindi approvato all’unanimità una risoluzione in cui ha evidenziato come l’uso di variazioni nella retribuzione dei giudici basate su criteri non oggettivi, collegati alle prestazioni delle attività giudiziarie, sia assolutamente contrario agli standard internazionali ben consolidati di indipendenza giudiziaria.
Sulla situazione armena l’Associazione europea dei giudici si era invece già espressa nell’estate del 2023, partendo dai provvedimenti disciplinari attuati nei confronti di alcuni magistrati. Da quel momento la situazione in Armenia è peggiorata. Per cui nella nuova risoluzione vengono posti sotto la lente di ingrandimento alcuni aspetti critici di questi interventi, in particolare rispetto alla formulazione e all’iter delle sanzioni. Diversa la situazione che riguarda la Bulgaria: in evidenze le gravi criticità del sistema di voto elettronico della Corte suprema che al momento non garantisce la necessaria sicurezza.