Sono entrato in magistratura nel gennaio 2002 e ho sempre svolto funzioni giudicanti, essenzialmente nel settore civile.
Nel luglio 2008 sono stato trasferito su domanda al Tribunale di Taranto, dove ho svolto funzioni civili e di coordinatore della sezione distaccata di Ginosa (sino al 13 settembre 2013), poi di giudice nella prima sezione civile presso la sede centrale e, dal settembre 2018, giudice delegato ai fallimenti.

In questi anni ho sempre curato l’impegno in favore dei giovani laureati in vista della formazione comune nell’insegnamento del diritto civile e del diritto processuale civile presso le SSPL del Molise e dell’Università degli Studi di Lecce.

L’esperienza di coordinatore nella sezione distaccata di Ginosa mi ha fatto comprendere che non è sufficiente scrivere sentenze, ma occorre curare l’organizzazione e ancor più la programmazione del nostro lavoro. Così dal 18 luglio 2011 sino al 5 aprile 2016 mi sono impegnato nella Commissione Flussi presso la Corte di Appello di Lecce e, dal 5 aprile 2016, sono componente del Consiglio Giudiziario presso la Corte di Appello di Lecce, esperienza molto formativa sul piano della conoscenza ordinamentale, di diffusione della cultura tabellare tra i giovani colleghi e di condivisione dell’esame delle tabelle e dei programmi organizzativi degli uffici.

Il mio impegno associativo risale al 2013, quando ho deciso di avvicinarmi a UNICOST, sia perché ne condividevo l’idea di un giudice libero da ideologie, ma estremamente sensibile al “principio della massima attuazione della Costituzione” (come felicemente declinato dalla Scuola messinese di Salvatore Pugliatti), sia per l’elevatissimo profilo professionale dei colleghi che all’epoca rappresentavano (e ancor oggi rappresentano) la corrente nel Distretto. Da allora partecipo a congressi, assemblee, riunioni in sede locale e nazionale, organizzate dall’ANM e da Unicost, e con convinzione ho accettato la candidatura al CDC soprattutto in un momento in cui occorre affermare in modo inequivoco sia il non collateralismo con la Politica, sia il pluralismo associativo, rispettivamente fonte di legittimazione e occasione di arricchimento culturale per chi esercita la funzione giurisdizionale. Al contrario, il bipolarismo auspicato da una parte- si spera minoritaria- della magistratura comporterebbe una inevitabile semplificazione del dibattito associativo, estremizzandolo e, in definitiva, immiserendolo, con il grave rischio di facili accostamenti con dinamiche politiche, dalle quali dobbiamo non solo essere ma anche apparire sempre distanti.

Penso che sia a tal fine importante  coinvolgere  i colleghi non schierati, che non intendono farsi etichettare  politicamente e  mantenere la propria autonomia rispetto alle scelte dei governi che si avvicendano, in un contesto storico in cui non dovrebbero prevalere i condizionamenti delle logiche di appartenenza ai gruppi e dei cartelli elettorali,  ma un serio impegno comune- soprattutto in vista di prospettate ed inquietanti riforme ordinamentali- di tutela delle prerogative di tutti i magistrati, che non possono essere espropriati anzitutto del diritto costituzionale di eleggere il Consiglio Superiore della Magistratura, sostituito (o anche solo integrato) da bislacchi meccanismi di sorteggio.

            Dinanzi agli evidenti tentativi  di ridimensionare il ruolo stesso del C.S.M. e della componente togata credo che vada difesa la dignità della funzione giudiziaria e a tal fine debba essere massima l’attenzione dell’ANM verso i paventati disegni di legge sulle riforme del processo civile e penale, nonché dell’ordinamento giudiziario, sollecitando al contempo l’individuazione di standard di rendimento e di carichi esigibili realistici, che garantiscano la qualità del lavoro giudiziario (e, di riflesso, i destinatari della domanda di Giustizia), senza gli eccessi produttivistici di gruppi animati da presunta superiorità e con il netto rifiuto di modelli aziendalistici, che poco o nulla hanno a che fare con un sistema costituzionale fondato sul personalismo e sul solidarismo.

Sarà compito precipuo  della rinnovata  ANM  far comprendere all’esterno che l’associazione è una formazione sociale costituzionalmente garantita, che l’autonomia e indipendenza non sono solo tutela della magistratura  ma un diritto di tutti cittadini ad un giudice terzo,  nella consapevolezza di  offrire al legislatore non solo un contributo di carattere tecnico, ma una importante voce di coscienza civica nell’ambito di quel rapporto di leale collaborazione con le  Istituzioni dello Stato.

                                                                                       Italo Federici

Attività di approfondimento scientifico:

  • dottorato di ricerca in diritto civile presso l’Università degli Studi di Salerno (XIV ciclo);
  • Dolo incidente e regole di correttezza, ESI,Napoli, 2010 (monografia inserita nella collana scientifica dell’Università degli studi del Sannio- Pubblicazioni della Facoltà di Economia e del Dipartimento di Studi Giuridici Politici e Sociali);
  • L’obbligo di mantenimento degli ascendenti, in La Magistratura, 2018, p. 42 ss, nonché in F.G. Viterbo e F. Dell’Anna Misurale (a cura di), Nuove sfide del diritto di famiglia. Il ruolo dell’interprete, in Quaderni di «Diritto delle successioni e della famiglia», Napoli, 2018
  • commento degli articoli 1,2,3,4,5,14,15 della legge 29.11.1990 n.387, che ha recepito la Convenzione di Washington istitutiva di una legge uniforme sulla forma di un testamento internazionale, e dell’art.15 del relativo annesso, in Le nuove leggi civili commentate, 1996, p. 49 ss.
  • Dai contratti di pubblicità ai contratti di sponsorizzazione, in R.Perchinunno (a cura di), Dal tipo sociale all’atipico. Dialoghi con gli studenti, II ed., Bari, 2001, p. 263 ss.
  • Concorso di responsabilità e vizi della cosa venduta, in Rassegna di diritto civile, n.2, 2000, p.391 ss;
  • Equilibrio delle posizioni contrattuali ed autonomia privata, in Rassegna di diritto civile, 2001; 
  • La documentazione ipocatastale e i controlli preliminari alla vendita nell’espropriazione immobiliare, in Riv. giur. Molise Sannio, 2009, p. 123 ss.;
  • Giudizio di validità e contratto giusto (riflessioni su un recente orientamento delle Sezioni Unite), in Rassegna di diritto civile, 2009, p. 417 ss.;