La proroga della fase uno è necessaria: per una giustizia da remoto, concretamente attuabile e omogenea

L’esperienza di queste settimane, che in ogni ufficio stiamo condividendo, ci racconta come i magistrati italiani e i dirigenti degli uffici giudiziari stiano lavorando per garantire la continuità del servizio giustizia. Con impegno e intelligenza, nonostante moltissime difficoltà. A tutti loro il nostro ringraziamento.

Il CSM ha reso il parere sul d.l. 18/2020, evidenziando molti punti migliorabili della disciplina dell’emergenza, in vista della conversione.

Riteniamo importante che sia stata apprezzata la proposta, poi validata dal Plenum, del “congelamento” dei programmi di gestione ex art. 37.

Indispensabile risulta, come evidenziato da un emendamento del gruppo di Unicost al Csm e condiviso a larga maggioranza dal Plenum, che con normativa primaria si regolamenti l’attività giurisdizionale da remoto e il conseguente deposito dei provvedimenti giudiziari. Si tratta dell’unica misura che può garantire il diritto alla salute e la funzionalità degli uffici giudiziari, senza il rischio introdurre incertezze e invalidità in procedimenti che, in questa fase, certamente hanno a che fare con diritti fondamentali dei cittadini.

Perché il lavoro da remoto sia possibile, però, è necessario che al personale di cancelleria sia consentito l’accesso da rete esterna a tutti i registri informatici. Se non ci si adopera da subito in questa direzione il rischio è che il personale di cancelleria, a fronte dell’incremento dei depositi dei provvedimenti, dovrà essere molto più presente negli uffici giudiziari. Risulta, in tal senso, opportuna la richiesta di apertura di una pratica sul punto, presentata dai consiglieri di Unicost.

Quanto alla cd. fase due, prevista a partire dal 16 aprile 2020, ribadiamo quanto evidenziato fin dall’estensione delle misure del DPCM dell’8 marzo 2020 all’intero territorio nazionale: non ci convince una giustizia , fondata su fonti eterogenee. Fra queste i provvedimenti dei capi degli uffici giudiziari, ex art. 83 comma 7 lett. g) DL 18/2020, per un verso con una sostanziale federalizzazione del sistema giustizia, per altro verso con una incidenza significativa delle scelte organizzative nel merito dell’attività giurisdizionale.

Riteniamo infine anche che vada affrontata la questione dell’impiego della magistratura onoraria, sotto il profilo logistico e ordinamentale. La possibilità dell’udienza cartolare a trattazione scritta richiede l’equiparazione di tale modalità alla vera e propria udienza, anche ai fini retributivi della componente onoraria.

Pertanto è indispensabile lo slittamento della cd. prima fase, prevista dall’art. 83 DL 18/20, oltre il termine del 15 aprile 2020 per poter procedere, per le evidenziate criticità legislative e logistiche, a un ripensamento complessivo e omogeneo delle misure normative e logistiche in atto.

Il Presidente Mariano Sciacca

Il Segretario Generale Francesco Cananzi