Milena Falaschi
Milena Falaschi – Candidata per legittimità

DATI PERSONALI
Sono nata e cresciuta a Roma, sono in magistratura dal 1989 (D.M. 25.02.1989).
Subito dopo la laurea, mi sono affacciata al mondo del lavoro con una breve esperienza nell’insegnamento delle materie giuridiche e finanziarie, che mi ha arricchita umanamente e mi ha consentito di continuare a coltivare lo studio del diritto. Durante la preparazione del concorso in magistratura mi sono sposata e, dopo il suo superamento, ho avuto una figlia.
Pur nell’imbarazzo di chi deve descrivere le proprie scelte professionali e di vita in generale, posso dire di avere cercato di dividermi in maniera equilibrata fra l’impegno professionale e quello familiare, nel tentativo di non fare mai mancare il mio contributo e senza trascurare la formazione, che ho curato con aggiornamento costante, anche se ciò ha richiesto sacrifici personali e grande dedizione. Nel corso degli anni, ho voluto assecondare le esigenze professionali di mio marito, medico, trasferendo la dimora familiare in modo da consentirgli di essere immediatamente reperibile, così facendo per lungo tempo la pendolare con gli Uffici giudiziari romani, nel traffico mattutino e serale, che tutti coloro che sono nel Distretto conoscono e che gli altri possono immaginare. Nel contempo, ho sostenuto ed accompagnato mia figlia nella crescita e nello studio.
Confesso di essere stata ripagata di tutti gli sforzi: mia figlia ha seguito le orme paterne e mi ha regalato una splendida nipotina che oggi ha cinque anni; godo ancora dell’affetto di mia madre che abita con me e continua a coccolarmi; continuo ad avere il privilegio di svolgere il lavoro che ancora oggi mi appassiona; mio marito, da poco in pensione, appoggia la mia candidatura e, quando non mi accompagna, al ritorno dagli incontri elettorali, mi accoglie alla stazione con il nostro cagnolino Dodò.


ATTIVITA’ NEGLI UFFICI GIUDIZIARI
Ho svolto sempre funzioni giudicanti. In un primo momento ho mutato spesso funzioni e settori di competenza, in modo da acquisire un ampio bagaglio conoscitivo dei meccanismi che dominano il mondo degli uffici giudiziari; in una seconda fase ho cercato di coltivare a fondo gli studi civilistici e processual-civilisti, assegnando al mio percorso una specializzazione, settori in cui ho, da ultimo, curato anche una produzione di lavori scientifici oggetto di pubblicazione, nel contempo cimentandomi anche in interventi nel ruolo di relatore e moderatore del dibattito in convegni organizzati dal C.S.M., prima, e dalla SSM, dopo, per lo più nell’ambito della formazione dei magistrati.
Dopo il tirocinio presso gli uffici giudiziari romani (durato meno di un anno per l’imminente entrata in vigore della riforma Vassalli del codice di procedura penale), ho assunto le funzioni di giudice al

Tribunale di Novara dove, in considerazione delle continue scoperture di organico, ho svolto funzioni sia civili sia penali e, in entrambi i settori, mi sono occupata di tutti gli ambiti.
Dal novembre 1992, trasferita alla Pretura di Roma, che all’epoca aveva numerose scoperture di organico nel settore penale, ho svolto le funzioni dibattimentali in via esclusiva fino al gennaio 1994, epoca in cui sono stata trasferita alla terza sezione civile della medesima Pretura, che trattava le materie della responsabilità contrattuale ed extracontrattuale, tabellarmente non assegnate ad altre sezioni. Fino all’aprile 1995 ho cumulato anche le funzioni penali in quanto mi sono occupata, sino alla loro definizione, dei procedimenti penali già incardinati quale pretore della I Sezione Penale.
Dall’aprile 1995, sono stata individuata dal Pretore dirigente quale “nuovista” della sezione per la trattazione degli affari civili introdotti a seguito dell’entrata in vigore della legge n. 53 del 1990. Nell’aprile 1998 mi sono anche occupata della trattazione dei ricorsi avverso decreti di espulsione degli stranieri e delle convalide dei provvedimenti emessi dal Questore di trattenimento degli stessi presso il centro di trattenimento temporaneo di Ponte Galeria.
Nel giugno 1999 e fino al novembre 2004, a seguito della entrata in vigore della riforma del Giudice Unico di primo grado e con la unificazione della Pretura Circondariale al Tribunale, sono stata tabellarmente inserita nella X Sezione Civile del Tribunale, con la trattazione della materia della responsabilità contrattuale, senza distinzione di valore, con specifico riguardo alle compravendite immobiliari e mobiliari e alle connesse misure cautelari – ante causam e in corso di causa, oltre ad occuparmi degli affari riguardanti gli immigrati sino al 31.12.1999, allorquando la relativa materia è stata assegnata ad altra Sezione del Tribunale.
Il 16 settembre 2010 ho assunto le funzioni di legittimità alla Corte di Cassazione quale consigliere, assegnata alla Seconda Sezione civile della Corte (tabellarmente addetta alla trattazione delle controversie in tema di compravendite immobiliari e mobiliari, permuta e riporto, agenzia, appalto, donazione, rendita perpetua e vitalizia, nonché comunione e condominio, diritti reali, divisioni, edilizia ed urbanistica, lavoro autonomo, responsabilità professionale, iscrizione negli albi, provvedimenti disciplinari nei confronti di professionisti, patrocinio a spese dello Stato, agenzia, mediazione, mutuo, deposito, possesso ed istituti affini, riforma fondiaria, trascrizione, successioni, trascrizione, usi civici, sanzioni amministrative, equa riparazione e questioni processuali).
Proprio in ragione della particolare formazione raggiunta anche in materia di organizzazione, per quanto di seguito dirò, dall’aprile 2015 sono coordinatrice alla struttura sezionale costituita per la realizzazione degli obiettivi di una organizzazione omogenea della fase preparatoria dell’udienza e, quindi, della fase decisionale vera e propria, per affrontare il problema dello smaltimento dell’arretrato esistente nelle Sezioni civili (c.d. Ufficio spoglio). Si tratta di struttura che opera sulla base di direttive formulate dal Presidente titolare, avente uno stretto raccordo con i Presidenti e i Consiglieri della sezione, oltre che con gli addetti dell’Ufficio del Massimario, assegnati alla sezione, ai fini della redazione di schede informatiche dei fascicoli esaminati, costituenti supporto ai Presidenti per la formazione dei ruoli di udienza, cui concorro.
Dal 2016 sono componente le Sezioni Unite civili, dove l’esperienza già ricca maturata in Cassazione, che mi ha consentito di avere uno sguardo d’insieme sulla giurisprudenza nazionale nelle materie di competenza della sezione cui sono assegnata, si è ulteriormente completata con le questioni di giurisdizione, con l’esame delle impugnazioni delle sentenze della Sezione disciplinare del CSM e del Consiglio Nazionale Forense, e con la soluzione dei contrasti sorti nelle sezioni semplici ovvero con le questioni di massima di particolare rilevanza.
I provvedimenti che ho redatto in qualità di consigliere della Corte di cassazione sono consultabili da tutti i colleghi sul sito Italgiureweb, nel settore sentenze e nel settore massime, per i principi di diritto che vi sono stati affermati.

ULTERIORI ESPERIENZE
Nella convinzione che il magistrato è destinato naturalmente allo svolgimento delle funzioni giurisdizionali, ho comunque ritenuto di dedicare un periodo all’approfondimento della materia ordinamentale, dando la mia disponibilità al collocamento fuori ruolo presso la Segreteria del Consiglio Superiore della Magistratura, con l’incarico di Magistrato Segretario che ho ricoperto dal 22.11.2004 al 15.09.2010.
L’esperienza si è rivelata assai formativa, soprattutto perché è coincisa con la riforma dell’ordinamento c.d. Mastella, varata negli anni 2006-2007. E’ in questo ambito che ho potuto riflettere e comprendere al meglio l’esigenza di rafforzamento della cultura giuridica dell’autonomia e dell’indipendenza, tanto auspicata anche dai giudici degli altri Paesi europei, che guardano alla magistratura italiana con particolare attenzione, ritenendola un modello da seguire, come ho avuto occasione di constatare negli incontri internazionali cui ho potuto partecipare per conto dell’Italia nell’ambito dell’Encj e degli incontri bilaterali.
Sempre quale magistrato segretario, in particolare del Comitato Pari Opportunità in Magistratura, ho approfondito la questione di genere nella dimensione professionale che fino a quel momento avevo conosciuto solo come “magistrato donna” nell’esercizio delle proprie funzioni e poi come aderente all’A.D.M.I. Associazione donne magistrato italiane, comprendendo che le difficoltà che ogni donna è chiamata a risolvere nel doppio ruolo di professionista e di cura della famiglia possono trovare adeguata soluzione in una dimensione sociale nell’ambito ordinamentale.
Ho completato la mia esperienza ordinamentale quale componente del Consiglio direttivo della Corte di cassazione, consiliatura 2012-2016. E’ stata occasione per comprendere appieno la complessità dell’organizzazione della Corte e della delicatezza dei provvedimenti assunti per la sua gestione, nonché dei gravosi ruoli che i colleghi di tutte le sezioni devono affrontare.
Infine, nel biennio 2016 – 2018, sono stata componente della Commissione tecnica per la valutazione della capacità scientifica e di analisi delle norme per il conferimento delle funzioni di legittimità, che ancora una volta ha completato la mia formazione aiutandomi a comprendere e ad interpretare in modo proficuo il profilo dei delicati rapporti fra le funzioni di legittimità e quelle di merito.


IL PERCHÈ DELLA CANDIDATURA
La mia entrata in magistratura è avvenuta quando ancora si sentivano gli echi delle stragi del terrorismo e della normativa emergenziale derivatane, cui ha fatto poi seguito il periodo delle stragi di mafia. Ero giovane magistrata ed ho avvertito da subito l’esigenza che la complessità dell’amministrazione della giurisdizione non potesse essere rimessa alla sola interpretazione della tensione che ciascun magistrato avverte tra la dimensione del servizio e l’assunzione di un potere dello Stato, bensì necessitava di una politica giudiziaria declinata in tutte le sue componenti e in tutte le sue variabili, sotto il valore unitario del governo autonomo della magistratura, nel pieno ed assoluto rispetto dei principi costituzionali ai quali è ispirato.
Dei numerosi periodi di difficoltà che ha attraversato la società civile, cui ho assistito quale appartenente all’ordine giudiziario, credo che quello attuale sia il più critico e la magistratura tutta ne è fortemente pervasa.
Graverà sul prossimo Consiglio Superiore della Magistratura l’oneroso compito di recuperare la fiducia nella magistratura da parte dell’opinione pubblica, ma anche quello di ridare fiducia ai colleghi nell’esercizio delle proprie funzioni, con l’adozione di decisioni trasparenti e leggibili.
Il prossimo Consiglio sarà chiamato, infatti, al delicatissimo compito di predisporre tutta la normazione secondaria di attuazione della riforma appena varata, tenendo conto anche dei vincoli imposti dal PNRR, di difficile (per non dire impossibile) realizzazione, ma tutto questo non potrà che avvenire nel rispetto del modello costituzionale del magistrato previsto dal Costituente.
Nelle interlocuzioni istituzionali dovrà essere protagonista propositivo di criteri che coniughino le esigenze di un processo celere con quelle di una funzione esercitata con dignità e nel rispetto dei tempi del benessere lavorativo.
Uguali misure dovranno essere adottate nell’attribuire gli incarichi direttivi e semidirettivi, valorizzando maggiormente le competenze acquisite nel lavoro giudiziario effettivamente svolto.
Lo stesso compito dei dirigenti dovrà essere semplificato con la razionalizzazione degli incombenti a carico dei dirigenti e la stesura di circolari consiliari chiare, soprattutto quanto alle finalità.


… E DELLA CANDIDATURA DENTRO UNICOST
Ritengo che l’adesione ad Unità per la Costituzione sia – in questo particolare momento storico – un’opportunità non soltanto per rileggere criticamente il passato, ma anche per reperire nuova linfa culturale ed etica idonea nella prospettiva di evitare un non auspicabile ‘bipolarismo’ giudiziario e di prevenire la formazione di un terreno fertile su cui potrebbero allignare populismi e corporativismi di varia origine e natura.
Unità per la Costituzione ha avuto il coraggio di riprendere in mano la propria ragione di esistere avviando una nuova fase costituente che ha concluso i lavori riconfermando i solidi valori fondanti che erano già scritti e che sono stati solo rimodulati, contestualizzandoli ed ammodernandoli: la tensione verso la piena realizzazione della carta costituzionale, il rifiuto di qualsiasi forma di collateralismo politico e il rispetto del pluralismo ideologico, la separazione dei poteri e il reciproco rispetto nel rapporto con gli altri poteri, l’indipendenza interna ed esterna, il principio di parità delle funzioni sancito dall’art. 107 della Costituzione. Altri sono stati maggiormente rimarcati, come la misura e l’equilibrio nell’esercizio dell’attività e nelle manifestazioni esteriori, la tutela delle minoranze, la partecipazione democratica della base, le regole dell’interpretazione non ideologica della legge, il ruolo del magistrato nella società, i rapporti con l’Avvocatura. Altri ancora sono stati introdotti per la prima volta: forme di tutela della dignità del lavoro del magistrato; la tutela della salute, dell’onore e del lavoro anche con riguardo alle condizioni degli e negli uffici; la parità di genere formale e sostanziale, la dirigenza come servizio anche in relazione alle procure; la carriera; i rapporti con l’opinione pubblica e i mass media; la comunicazione ufficiale e l’uso dei mezzi di comunicazione; il rifiuto di un modello di magistrato burocrate o carrierista (in senso professionale, quanto associativo o ordinamentale, prevedendo una serie di incompatibilità e self-restraint).
Per me, poi, che da sempre ne faccio parte, ha ancora il senso di contribuire a dare voce ai tanti colleghi che, concependo l’esercizio della giurisdizione come potere a “servizio” della comunità, vi si dedicano quotidianamente e nel silenzio del proprio lavoro con professionalità e umanità, trasmettendo a tutti coloro che loro si rivolgono per ragione di giustizia, fiducia e credibilità nelle istituzioni democratiche, di cui anche gli uffici giudiziari sono parte.


DICONO DI ME
A.P. “La maggior parte delle persone parla senza ascoltare. Ben pochi ascoltano senza parlare. Milena sa parlare ed ascoltare”.

C.B.M. “Venire a Roma, ed entrare al Palazzaccio per il mio lavoro in cassazione, significa per me incontrare Milena, che con la sua presenza costante e la sua disponibilità al confronto sui temi giuridici ed ordinamentali è stata e continua ad essere per me – giudice neofita – una guida fondamentale, oltre che un’amica premurosa, sempre attenta alla mia vita personale e familiare.”
D.C.: “Quello che pensa lei lo dice, quello che dice lei lo fa; non fa finta di non conoscerti quando sei in difficoltà, risponde sempre se la chiami anche se non ne trae utilità. Di Milena puoi fidarti, sei sicuro di non sbagliarti”.
E.C. “A sera inoltrata, nel silenzio del palazzo, Milena, occhi al computer, è sempre disponibile all’ascolto ed anche ad una bella e contagiosa risata!”
E.D. “Grande esperienza nel merito e in Cassazione. Equilibrata, attenta, dialogica, concreta: il candidato perfetto per il CSM.”
E.R. “Milena la conosco da quando sono entrata in magistratura, è stata uno dei miei affidatari, sono stata al suo fianco al lavoro, ho imparato tanto da lei. E’ un magistrato idealista, spinto da un forte spirito di servizio e innamorato del lavoro che fa. Non mi sorprende la sua candidatura, proprio ora.”
E.S. “Ottimo livello professionale non disgiunto da rare qualità umane quali la disponibilità, l’attenzione alle esigenze degli altri, il costante spirito di servizio.”
I.F. “Solida esperienza negli uffici di merito, competenza ordinamentale, conoscenza approfondita delle dinamiche del giudizio di legittimità, anche presso le Sezioni Unite, approccio concreto, diretto e pragmatico, buona dose di umorismo, ironia e sana autoironia.”
M.C. “Ho collaborato a convincere Milena Falaschi a proporre la sua candidatura al CSM, perché ritengo che sia la candidata giusta, capace di affrontare con impegno, serietà e competenza tutte le delicate questioni che l’organo di governo autonomo dovrà affrontare, nei prossimi anni, in un periodo di grave crisi economica e istituzionale, e di grandi difficoltà anche a livello internazionale. Intelligente e leale, sa ascoltare e affronta ogni dibattito con serenità, sicurezza e buon senso; fedele ai valori costituzionali, che ha sempre praticato in ogni fase del suo cammino professionale, ha a cuore il futuro dei giovani magistrati e dell’indipendenza della magistratura. Le doti professionali, dimostrate sul campo, le sono unanimamente riconosciute”
R.R. “Elevata competenza professionale unita ad una solida conoscenza ordinamentale, capacità di mediazione, grande apertura al dialogo.”
S.G. “Le capacità (decisamente non comuni) di ascolto e di dialogo affinate nel tempo, unitamente all’ottima conoscenza ordinamentale la rendono un punto di riferimento solido e costante per i colleghi. Qualità professionali unanimemente riconosciute.”


CONTATTI
milena.falaschi@giustizia.it

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