Nomina del Procuratore della Repubblica di Napoli

Il Plenum ha oggi definito la pratica per l’assegnazione del posto di Procuratore della Repubblica di Napoli, ufficio nevralgico nel sistema giudiziario italiano.


Si sono confrontati i profili di due magistrati di livello assoluto: il dott. Cafiero de Raho e il dott. Melillo, risultato, poi, vincitore.


Hanno votato per quest’ultimo i colleghi di Area: Cons. Ardituro, Aschettino, Clivio, Fracassi, Napoleone; il Cons. Galoppi; i membri laici: Cons. Balducci, Balduzzi, Casellati, Fanfani, Leone, Zanettin, nonchè il Primo Presidente ed il Procuratore Generale; si sono, invece, espressi in favore del dott. Cafiero de Raho il gruppo consiliare di Unicost – San Giorgio, Palamara, Cananzi, Forciniti e Spina –  e i Cons. Aprile, Forteleoni, Pontecorvo, Morosini. Si sono astenuti i Cons. Morgigni e Zaccaria.


Abbiamo sostenuto con forza la scelta in favore di Cafiero de Raho.
Al di là delle sorti personali, la pratica in oggetto travalica i confini locali e investe il modello di magistrato meritevole di dirigere l’ufficio requirente più grande d’Italia.


Questi, sommariamente, i due profili in comparazione: un collega che da 37 anni esercita le funzioni requirenti, è stato inserito nella Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli fin dalla sua istituzione, sgominando il clan dei Casalesi; quindi, si è occupato dei reati contro la personalità dello Stato e di terrorismo; nell’aprile 2009 è stato nominato Procuratore aggiunto coordinatore dell’Area Caserta – Benevento della D.D.A. di Napoli; dal mese di aprile 2013 in poi, ha assunto le funzioni di Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria, città dove vive, per ragioni di sicurezza, in una caserma dei Carabinieri e un collega, pur bravissimo, che ha svolto le funzioni di Procuratore della Repubblica Aggiunto sino 12 marzo 2014,  data in cui è stato collocato fuori ruolo quale capo di gabinetto del Ministro della Giustizia. Incarico che ha cessato di svolgere solo circa tre mesi orsono.


Alla stregua degli indicatori specifici di cui all’art.18 del Testo Unico sulla dirigenza giudiziaria, letto in combinato con il successivo art. 29, abbiamo, dunque, ritenuto che vantasse profili attitudinali direttivi più spiccati in relazione al posto direttivo da ricoprire il dott. Cafiero de Raho, che, da ben undici anni, svolge incarichi direttivi e semidirettivi, alla guida di uffici di grandi dimensioni, rispetto al dott. Melillo, che vanta unicamente un incarico semidirettivo che è durato solo quattro anni e sei mesi, svolgendo, nell’ambito di questo periodo, solo per un anno e due mesi circa, le funzioni di coordinatore della locale DDA.


Il descritto percorso professionale del dott. Cafiero de Raho è certamente quello che più incarna la figura del magistrato da noi preferita: dedito all’esigenze dell’ufficio e dell’utenza, impegnato, coraggioso, serio, rigoroso e con eccezionali capacità organizzative, come dimostra la difficile esperienza direttiva in corso.Si aggiunga che, a nostro giudizio, l’ufficio e il  distretto di Napoli hanno necessità di un magistrato della levatura e dell’esperienza antimafia del dott. Cafiero de Raho per continuare con sicura efficacia l’opera di estirpazione di pervasive associazioni criminali, principale causa, anche per le riscontrate collusioni con apparati amministrativi e politici, della situazione di arretratezza socio-economica e ambientale di quelle terre.


Al tempo stesso questa figura rispecchia pienamente l’idea di un Csm  in grado di difendere l’ordine giudiziario da ogni possibile influenza esterna, in coerenza con il principio di sua terzietà costituzionale.Questo è stato il punto cardinale del nostro programma elettorale; questo è l’impegno che profondiamo ogni giorno nella nostra attività consiliare.


Con rammarico, tuttavia, constatiamo che altri gruppi fanno seguire a proclami e dichiarazioni fatti concreti diversi, se non opposti, che, in ultima analisi e al di là del merito del collega Melillo, obiettivamente possono apparire contraddittori con la sempre predicata, ma spesso non praticata, lotta alla cd. carriere parallele.


Stupisce, infine, l’astensione del Cons. Morgigni, la quale, anch’essa, non sembra del tutto in linea con i comunicati del gruppo di appartenenza, che sempre invocano un’applicazione rigorosa del Testo Unico sulla dirigenza giudiziaria.


Ciò posto, ora e adesso formuliamo al Procuratore Melillo i nostri migliori auguri di buon lavoro nell’interesse del territorio e dell’ufficio partenopeo nonché della magistratura tutta.


Francesco CananziMassimo ForcinitiLuca PalamaraMaria Rosaria San GiorgioSaro Spina