Pratica a tutela

Apprendiamo dalle cronache del Consiglio Superiore della Magistratura della richiesta presentata al Comitato di Presidenza dai compenti togati, con la sola eccezione di quelli di MI, relativa alla apertura di una pratica a tutela  per la ormai nota vicenda legata alla nave Diciotti, in relazione alla quale è stata notificata al Ministro dell’Interno la richiesta di autorizzazione a procedere alla giunta del Senato della Repubblica.

Gli accadimenti originati dalla decisione giurisdizionale, prima l’intervento diretto del Ministro dell’Interno nei confronti dei magistrati del Collegio giudicante e, da qualche giorno, la violenta campagna denigratoria apparsa su organi di stampa e testate on line che – lungi dal legittimo diritto di critica dei provvedimenti giudiziari è troppo spesso divenuta in mera occasione di dileggio e scherno contro singoli appartenenti all’ordine giudiziario -, non possono lasciare dubbi in ordine alla astratta sussistenza delle condizioni che legittimano l’organo di autogoverno della Magistratura ad avviare il procedimento speciale della pratica a tutela, al fine di verificare se i comportamenti oggetto di segnalazione siano stati in concreto lesivi del prestigio e dell’indipendente esercizio della giurisdizione, e come tali idonei a determinare un turbamento per il regolare esercizio della funzione giudiziaria, oltreché ad arrecare vulnus alla sua credibilità fra i consociati.

Sulla gravità dei fatti che tale iniziativa ha determinato, già oggetto di intervento nelle settimane scorse da parte degli organi di vertice dell’Associazione Nazionale Magistrati, non hanno peraltro pubblicamente espresso dubbio neppure i componenti togati di MI, che poi hanno deciso di non aderire all’iniziativa dei consiglieri di Unicost, di Area e di A&I.

E’ per tale ragione che la Segreteria Nazionale di Unicost, impregiudicata nel merito la valutazione  che della pratica verrà svolta dalla Prima commissione secondo il regolamento del Consiglio Superiore della Magistratura,  non può che condividere la scelta compiuta dai nostri consiglieri, in quanto  espressione del doveroso esercizio di prerogative che – scevre da valutazioni di opportunità -, hanno avuto come obiettivo esclusivo quello della tutela del prestigio e dell’indipendenza della giurisdizione.

Il mandato per cui sono stati scelti a rappresentarci nel massimo organo di Autogoverno della Magistratura.

La Segreteria nazionale collegiale

Alessio Coccioli

Lorenzo Gestri

Piero Indinnimeo

Enrico Pavone

Michele Ruvolo