Programma elezioni per il rinnovo del Comitato Direttivo Centrale dell’A.N.M. – 26, 27 e 28 gennaio 2025

Unità per la Costituzione è ferma sostenitrice dell’unità associativa, che non può risolversi in un vuoto simulacro, ma deve essere perseguita nella sostanza da tutti coloro che si riconoscono nell’A.N.M. Iniziative associative, anche di tipo puramente sindacale, se assunte da parte di singoli gruppi o di singoli magistrati al di fuori dall’A.N.M., rappresentano un vulnus alla forza e all’autorevolezza della magistratura associata che ne può uscire solo delegittimata. Quando si opera nell’A.N.M. lo si fa per i magistrati e per la magistratura, si lavora per il bene comune perseguendo costantemente la più efficace sintesi possibile dei valori e delle idee espressione dei singoli gruppi associativi, rifuggendo da facili strumentalizzazioni.

E’ questo il proposito che anima Unità per la Costituzione, tanto più nell’attuale momento storico in cui ci si deve confrontare, non solo come magistrati ma anche e prima ancora come cittadini, con i pericoli che possono derivare da una proposta di riforma costituzionale che non ha a cuore la giustizia come servizio e che vede come obiettivo primario quello di modificare profondamente l’assetto della magistratura incidendo negativamente sull’esercizio autonomo ed indipendente della giurisdizione, a scapito solo dei diritti fondamentali e delle libertà dei cittadini.

Unità per la Costituzione promuove una figura di magistrato pienamente inserito nel contesto sociale e partecipe del dibattito generale, il quale non ha solo il diritto ma ha anche il dovere di intervenire quando sono in gioco la tutela dei diritti e delle libertà fondamentali e possono essere a rischio il principio di uguaglianza dei cittadini dinanzi alla legge e il principio di separazione dei poteri dello Stato quale pilastro dello stato di diritto.

In quest’ottica, Unità per la Costituzione pone grande attenzione al tema della comunicazione dei magistrati, soprattutto se rivolta verso l’esterno.

Tenendo conto dei numerosi documenti internazionali di soft law sui rapporti tra giustizia, comunicazione e informazione, in conformità alle statuizioni di cui al Codice Etico della magistratura e ai principi elaborati in materia dalla Corte costituzionale, Unità per la Costituzione ritiene che la condotta dei magistrati debba ispirarsi a criteri di equilibrio, dignità e misura in ogni forma di espressione pubblica, inclusa la comunicazione attraverso l’utilizzo delle moderne tecnologie di massa. Ai magistrati non può essere proibita la partecipazione attiva anche a mezzo dei social media, ma in questo ambito occorre bilanciare l’interesse pubblico in detto coinvolgimento con la necessità primaria di preservare la fiducia della collettività nella magistratura e trovare il giusto equilibrio tra la libertà di espressione e le regole etiche cui la condotta dei magistrati deve essere improntata. In uno stato di diritto, infatti, i magistrati non devono solo essere imparziali, ma devono anche apparire imparziali al fine di mantenere viva la fiducia dei cittadini nella magistratura e nell’operato della giustizia, non essendo più possibile né attuale limitare la declinazione del principio di imparzialità all’obbligo di motivazione dei provvedimenti giudiziari.

In questa cornice valoriale e ferma la strenua difesa dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura quale garanzia di libertà dei cittadini, l’opzione culturale di cui è portatrice Unità per la Costituzione non determinerà mai da parte del gruppo timidezze nella difesa dei magistrati attaccati per la sola manifestazione del loro pensiero, anche quando gli stessi siano portatori di diverse sensibilità ideali.

Unità per la Costituzione, in linea con il percorso di rinnovamento interno iniziato con i lavori svolti nel 2020 dall’Assemblea Costituente, ha riaffermato con viva forza il ripudio di ogni forma di convergenza e di collateralismo con forze politiche e con apparati esterni alla magistratura e il valore del pluralismo delle idee nel rispetto dei principi costituzionali di autonomia e di indipendenza della magistratura e del singolo magistrato, anche ribadendo e rivendicando l’importanza di meccanismi di trasparenza, prevedibilità e meritocrazia nell’attribuzione degli incarichi giudiziari. Al riguardo, Unità per la Costituzione si è fatta parte attiva e ferma sostenitrice di una proposta di Nuovo Testo Unico della dirigenza giudiziaria che, anticipando la pur necessaria discrezionalità dell’organo di governo autonomo al momento dell’individuazione delle regole di selezione dei possibili candidati e nell’ottica di valorizzare l’esperienza giudiziaria maturata e tenere in conto l’intero percorso professionale degli stessi, avrebbe consentito una comparazione trasparente e verificabile e, come tale, sarebbe stata sia un modo per arginare il carrierismo interno e le sue derive degenerative, sia una prova seria e concreta della capacità della magistratura di darsi un’efficace autoriforma e di recuperare la sua credibilità.

Nonostante questa cruciale occasione sia andata purtroppo persa, Unità per la Costituzione continuerà a porre particolare attenzione al compimento di un’azione propulsiva e di stimolo nei confronti dell’organo di governo autonomo al fine di renderne l’operato sempre più trasparente, con l’obiettivo di ancorare le sue decisioni, soprattutto se relative alle diverse tipologie di incarichi giudiziari, a principi e criteri obiettivi.

Candidati di Unità per la Costituzione

  1. Giuseppe Amato, giudice Tribunale di Reggio di Calabria
  2. Andrea Bigiarini, sostituto Procura di Rovigo
  3. Dora Bonifacio, consigliere Corte di Appello di Catania
  4. Mauro Bottone, giudice Tribunale di Locri
  5. Francesco Cacucci, consigliere Corte di Appello di Lecce
  6. Rosa, detta Rossella, Calia Di Pinto, consigliere Corte di Appello di Bari
  7. Domenico Canosa, consigliere Corte di Appello de L’Aquila
  8. Cristiana Caruso, giudice Tribunale di Como
  9. Marco Cecchi, consigliere Corte di Appello di Firenze
  10. Paola Cesaroni, giudice Tribunale di Bari
  11. Simonetta Colella, consigliere Corte di Appello di Genova
  12. Roberto Conte, sostituto procuratore Procura di Messina
  13. Chiara Costagliola, sostituto Procura di Sondrio
  14. Angela Damiani, giudice Tribunale di Roma
  15. Marcello De Chiara, giudice Tribunale di Napoli
  16. Carla Di Filippo, giudice Tribunale di Salerno
  17. Alessandro Farolfi, Massimario Corte di Cassazione
  18. Giovanni Fiorilli, presidente Tribunale di sorveglianza Campobasso
  19. Giacomo Forte, giudice Tribunale di Mantova
  20. Anna Maria Frustaci,  sostituto Procura Catanzaro
  21. Annalisa Gianfelice, presidente di sezione Corte di Appello di Ancona
  22. Marinella Graziano, giudice Tribunale di Santa Maria Capua Vetere
  23. Teresa Guerrieri, giudice Tribunale di Pisa
  24. Monica Guzzardi, sostituto Procura Palermo
  25. Francesco Laus, giudice Tribunale di Bolzano
  26. Giancarlo Mancusi,  sostituto Procura Bergamo
  27. Gianmichele Marcelli, consigliere Corte di Appello di Ancona
  28. Cristina Marzagalli, Procura Generale Corte di Cassazione
  29. Monica Mastrandrea, giudice Tribunale di Torino
  30. Ubaldo Perrotta, consigliere Corte di Appello di Salerno
  31. Anna Gloria Piccininni, procuratore Tribunale per Minorenni Potenza
  32. Eugenia Serrao, consigliere Corte di Cassazione
  33. Gaspare Sturzo, procura Generale Corte di Cassazione
  34. Lorenza Turnaturi, sostituto Procura di Termini Imerese
  35. Carmine Luca Volino, sostituto Procura di  Catania

I nostri punti programmatici: l’A.N.M. che vogliamo

1. L’A.N.M. ha il dovere di sensibilizzare l’opinione pubblica rispetto ai pericoli che conseguono all’attuale proposta di riforma costituzionale, che modifica profondamente l’assetto della magistratura e con essa l’equilibrio dei poteri dello Stato, incidendo negativamente sull’esercizio autonomo ed indipendente della giurisdizione da parte dei magistrati a danno solo dei diritti fondamentali e delle libertà dei cittadini, con il rischio di seria compromissione del principio di uguaglianza di tutti dinanzi alla legge. A tal fine, è fondamentale impegnarsi nel dare attuazione a quanto recentemente deliberato con unanime condivisione dall’Assemblea Generale dello scorso 15 dicembre 2024 in ordine alla necessità di avviare una vera e propria mobilitazione culturale e di predisporre un’efficace campagna di comunicazione diretta a sensibilizzare l’opinione pubblica sui pericoli connessi all’eventuale approvazione della riforma costituzionale nei termini appena evidenziati.

2. L’A.N.M. deve avere una funzione propulsiva rispetto alle riforme giuridiche necessarie a garantire il buon funzionamento del servizio giustizia e l’efficacia della giurisdizione, anche attraverso l’attività di studio delle commissioni costituite in seno al Comitato Direttivo Centrale e le audizioni presso le autorità competenti.

Particolare attenzione va prestata ai problemi degli istituti penitenziari, non solo in punto di edilizia carceraria, ma anche con riguardo alle condizioni in cui le pene vengono scontate, nella consapevolezza dell’emergenza suicidi dei detenuti. La funzione rieducativa della pena, che porta con sé la necessità di un trattamento sanzionatorio mai inumano, rende urgenti anche seri interventi in strumenti di giustizia riparativa, quale autentico fattore di coesione sociale oltre che di sicurezza collettiva.

3. L’A.N.M. deve essere unita e attiva nella tutela dell’indipendenza e dell’autonomia della magistratura e dei singoli magistrati quale presidio e garanzia delle libertà fondamentali di tutti i cittadini e deve essere, dunque, vigile e reattiva nei riguardi degli attacchi rivolti ai magistrati nell’esercizio della giurisdizione e nella manifestazione del pensiero.

4. L’A.N.M. deve vigilare sui pericoli connessi ai condizionamenti interni alla magistratura, accentuati per effetto delle riforme che hanno rafforzato la gerarchizzazione degli uffici giudiziari e che rischiano di introdurre elementi di burocratizzazione nell’attività giurisdizionale. Per scongiurare i rischi di cortocircuito interno ai Consigli Giudiziari per effetto della partecipazione degli avvocati all’istruttoria e alla discussione delle pratiche relative alle valutazioni di professionalità dei magistrati, l’A.N.M. deve promuovere l’adozione di regolamenti attuativi del dettato normativo della c.d. riforma Cartabia, individuando modalità di partecipazione e di esercizio del diritto unitario di voto che tengano conto di eventuali cause di incompatibilità che impongano la dichiarazione di astensione, evitando strumentalizzazioni che sfocino in forme indebite di ingerenza esterna sull’esercizio della giurisdizione.

5. L’A.N.M. deve avere a cuore le condizioni di lavoro dei magistrati, schiacciati tra sempre crescenti richieste di produttività e responsabilità professionale. A fronte dei c.d. risultati attesi imposti dal PNRR su base esclusivamente quantitativa, Unità per la Costituzione ha da sempre rivendicato l’importanza di riaffermare la centralità dei c.d. carichi esigibili da determinarsi secondo una valutazione che tenesse conto del peso dei singoli e diversi affari e individuando carichi esigibili sostenibili per i diversi settori del lavoro giudiziario. Al riguardo, è stato di recente raggiunto lo storico traguardo dell’approvazione da parte del C.S.M. della nuova delibera sui carichi esigibili che, non solo sono indicati attraverso una forbice di valori diversificata per i singoli uffici, ma sono anche determinati a livello centrale e nazionale proprio a tutela del tempo della decisione e della qualità della giurisdizione. Essendo l’individuazione dei carichi esigibili necessaria a contemperare le esigenze di produttività con il mantenimento di un adeguato standard di rendimento, la disciplina di recente approvata dovrà essere estesa a tutte le funzioni, comprese quelle di legittimità, e l’A.N.M. deve farsi promotrice di questa esigenza.

Distinti dai carichi esigibili, che sono riferiti all’attività del magistrato, sono invece i risultati attesi che vanno determinati ponderando le risorse messe a disposizione dal PNRR e, al riguardo, l’A.N.M. deve, altresì, richiedere con forza che vengano forniti tutti gli ausili di mezzi e personale e che vengano stabilizzati gli addetti all’Ufficio per il processo per essere, previa adeguata formazione, principalmente destinati ad attività di assistenza del magistrato per poter far fronte alla sempre maggiore richiesta di giustizia.

6. L’A.N.M. deve impegnarsi per assicurare trattamenti adeguati che possano garantire di coniugare la qualità della risposta alla sempre crescente domanda di giustizia con la difesa e la promozione di ottimali condizioni di lavoro, con particolare cura anche alla salubrità e sicurezza dei luoghi di lavoro e alla piena tutela dei diritti del magistrato-lavoratore.

In questo ambito, l’A.N.M. già ha fatto tanto per aiutare i colleghi in difficoltà con l’istituto di mutualità dei magistrati e deve proseguire nell’attività sindacale volta ad eliminare l’iniqua disciplina che prevede la decurtazione stipendiale in caso di malattia. Attenzione specifica deve essere posta anche alla tutela della genitorialità, tenuto conto delle peculiari modalità di svolgimento del lavoro quotidiano del magistrato che, specie con riferimento ai tempi, alla durata delle udienze e alla gestione degli affari urgenti, rendono le ordinarie forme di tutela talvolta non rispondenti alle reali esigenze del magistrato-genitore, ritenendosi all’uopo necessaria la predisposizione di strumenti appositi ed efficaci, quali una più adeguata parametrazione dell’attività lavorativa a tali specifiche esigenze tanto negli uffici giudicanti quanto in quelli requirenti.

7. L’A.N.M. deve vigilare affinché l’informatizzazione sia efficiente ed al contempo non snaturi l’esercizio della giurisdizione, rispetto alla quale le innovazioni devono sempre mantenere un ruolo servente ed essere funzionali all’esercizio dell’attività giudiziaria, agevolandone e semplificandone lo svolgimento. Questo spesso non è avvenuto nel settore civile, in cui ancora assistiamo a continue interruzioni degli applicativi, e non deve avvenire nel processo di digitalizzazione del settore penale che è, peraltro, in fase ancora iniziale e per il quale sono state evidenziati chiaramente gravi profili di inadeguatezza dei sistemi messi a punto. A tal fine, l’A.N.M. deve attivarsi presso il Ministero e gli interlocutori di riferimento affinché ai servizi informatici sia restituito un ruolo di innovazione e di ausilio a garanzia di un servizio giustizia semplice ed efficiente nell’interesse dei magistrati e di tutti gli operatori. Peraltro, l’installazione ed il funzionamento della struttura con cui in prospettiva futura saranno gestite tutte le attività processuali, anche con il ricorso a sistemi di intelligenza artificiale, tenderà a condizionare le stesse concrete modalità di esercizio dell’attività giurisdizionale e l’A.N.M. deve impegnarsi a vigilare con attenzione e consapevolezza sull’impatto potenziale dell’infrastruttura tecnologica messa a disposizione nel settore giustizia sull’effettivo esercizio delle funzioni giudiziarie al fine di garantire che l’implementazione di tali sistemi non comprometta l’indipendenza e l’autonomia della magistratura.

8. L’A.N.M. deve essere luogo di dibattito aperto a tutte le generazioni e deve assicurare particolare attenzione alle esigenze delle nuove generazioni di magistrati che sono destinate a svolgere la loro attività in un contesto normativo e regolamentare particolarmente complesso, foriero di sempre maggiori responsabilità. L’A.N.M. deve essere luogo di confronto e sostegno dei giovani magistrati al fine di renderli consapevoli e desiderosi di partecipare ad una sana e rinnovata vita associativa quale momento centrale di arricchimento culturale e valoriale oltre che di crescita professionale.

9. L’A.N.M. deve essere propositiva e centrale partecipe delle attività internazionali di scambio e di assistenza al fine di rafforzare la rete tra la magistratura associata nazionale e quella europea e internazionale, anche impegnandosi in prima linea nei lavori delle apposite commissioni di studio e nell’adempimento dei compiti programmatici propri dei gruppi di lavoro istituiti in seno all’associazione internazionale dei magistrati che hanno ad oggetto, tra l’altro, la verifica della salvaguardia dell’indipendenza del potere giudiziario quale condizione essenziale della funzione giurisdizionale e garanzia dei diritti fondamentali.

10. L’A.N.M. deve porre attenzione ai temi della mobilità orizzontale e dell’efficienza e funzionalità degli uffici giudiziari, nella piena consapevolezza del necessario bilanciamento tra le esigenze di tramutamento dei singoli magistrati con quelle volte ad evitare la scopertura degli organici. Frequenza delle procedure e congruità del numero delle sedi messe a disposizione rappresentano lo strumento per realizzare le legittime aspettative dei colleghi, anche in termini di riavvicinamento, ricongiungimento, tutela del nucleo familiare e della salute. Con particolare riferimento alle sedi a copertura urgente, a copertura necessaria o comunque particolarmente esposte, la permanenza andrebbe incoraggiata mediante la previsione di adeguati incentivi.

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