Rassegna cassazione penale agosto-settembre 2017

a cura di Luigi Giordano

REATI CONTRO LA PERSONA – DELITTI CONTRO LA LIBERTA’ INDIVIDUALE – ACCESSO ABUSIVO AD UN SISTEMA INFORMATICO O TELEMATICO – FATTO COMMESSO DA PUBBLICO UFFICIALE O DA INCARICATO DI PUBBLICO SERVIZIO ABILITATO, MA PER RAGIONI DIVERSE DA QUELLE CONSENTITE – CONFIGURABILITÀ DEL REATO – SUSSISTENZA.

Con sentenza del 18 maggio 2017, depositata in data 8 settembre 2017, n. 41210, le Sezioni unite penali della Corte di cassazione hanno affermato che integra il delitto previsto dall’art. 615-ter, secondo comma, n. 1, cod. pen. la condotta del pubblico ufficiale o dell’incaricato di un pubblico servizio che, pur essendo abilitato e pur non violando le prescrizioni formali impartite dal titolare di un sistema informatico o telematico protetto per delimitarne l’accesso (nella specie, il Registro informatizzato delle notizie di reato, c.d. Re.Ge.), acceda o si mantenga nel sistema per ragioni ontologicamente estranee e comunque diverse rispetto a quelle per le quali, soltanto, la facoltà di accesso gli è attribuita.

REATI CONTRO IL PATRIMONIO  – DELITTI – FURTO – CIRCOSTANZE AGGRAVANTI – DESTREZZA (BORSEGGIO) – NOZIONE – APPROFITTAMENTO DELLA DISATTENZIONE DELLA VITTIMA – ESCLUSIONE.

Le Sezioni Unite Penali della Corte di cassazione, con sentenza del 27 aprile 2017 (dep. 12 luglio 2017), n. 34, risolvendo il relativo contrasto, hanno affermato che, in relazione al delitto di furto, ai fini della configurabilità della circostanza aggravante della destrezza, di cui all’art. 625, comma primo, n. 4), cod. pen., è necessario che l’agente abbia posto in essere – prima o durante l’impossessamento del bene mobile altrui – una condotta caratterizzata da particolari abilità, astuzia o avvedutezza ed idonea a sorprendere, attenuare o eludere la sorveglianza del detentore sulla “res”, non essendo invece sufficiente che egli si limiti ad approfittare di situazioni, cui non abbia dato causa, di disattenzione o momentaneo allontanamento del detentore medesimo.

REATI CONTRO LA PERSONA – DELITTI CONTRO LA VITA E L’INCOLUMITÀ INDIVIDUALE – OMICIDIO COLPOSO – IN GENERE –  REATI DI OMICIDIO STRADALE E LESIONI PERSONALI STRADALI GRAVI E GRAVISSIME (ARTT. 589-BIS E 590-BIS COD. PEN.) – RAPPORTO CON I REATI DI OMICIDIO E LESIONI COLPOSE – AUTONOMIA – SUSSISTENZA.

La Quarta Sezione della Corte di cassazione, con sentenza del  1 marzo 2017 (dep. 14 giugno 2017), n. 29721, ha affermato che i nuovi delitti di omicidio stradale e lesioni personali stradali gravi e gravissime, previsti dagli artt. 589-bis e 590-bis, costituiscono fattispecie autonome e non ipotesi aggravate dei reati di omicidio colposo e lesioni colpose.

DETENZIONE E PORTO ILLEGALI DI ARMA COMUNE DA SPARO – DETENZIONE E PORTO DI ARMA CLANDESTINA – CONCORSO DI REATI – CONFIGURABILITÀ – ESCLUSIONE.

Le Sezioni Unite penali della Corte di Cassazione, con sentenza del  22 giugno 2017 (dep. 12 settembre 2017), n.  41588, hanno affermato che le condotte di detenzione e porto in luogo pubblico o aperto al pubblico di un’arma comune da sparo clandestina configurano, esclusivamente, le ipotesi delittuose  previste dall’art. 23, primo, terzo e quarto comma, legge 18 aprile 1975 n.110, dovendosi escludere,  in  ragione dell’ operatività del principio di specialità di cui all’art. 15 cod. pen.,  il concorso formale tra i suddetti delitti e quelli, rispettivamente, di porto e detenzione illegale in luogo pubblico o aperto al pubblico di arma comune da sparo, previsti dagli artt. 2, 4 e 7 della legge 2 ottobre 1967, n.895.

SICUREZZA PUBBLICA – MISURE DI PREVENZIONE – SINGOLE MISURE – SORVEGLIANZA SPECIALE – INOSSERVANZA DELLE PRESCRIZIONI DI VIVERE ONESTAMENTE E DI RISPETTARE LE LEGGI – REATO DI CUI ALL’ART. 75, COMMA 2, D.LGS. N. 159 DEL 2011 – CONFIGURABILITÀ – ESCLUSIONE – – RILEVANZA AI FINI DELL’EVENTUALE AGGRAVAMENTO DELLA MISURA – SUSSISTENZA.

Con sentenza n. 40076, del 27 aprile 2017, depositata il 5 settembre 2017, le Sezioni unite penali della Corte di cassazione hanno affermato che l’inosservanza delle prescrizioni generiche di <<vivere onestamente>> e <<rispettare le leggi>>, da parte del soggetto sottoposto alla sorveglianza speciale con obbligo o divieto di soggiorno, non integra la norma incriminatrice di cui all’art. 75, comma 2, d.lgs. n. 159 del 2011. Essa può, tuttavia, rilevare ai fini dell’eventuale aggravamento della misura di prevenzione personale.  

SICUREZZA PUBBLICA – MISURE DI PREVENZIONE E ANTIMAFIA – CONFISCA DI PREVENZIONE – UDIENZA DI VERIFICA DEI CREDITI – PARTECIPAZIONE DELL’AGENZIA NAZIONALE PER L’AMMINISTRAZIONE E LA GESTIONE DEI BENI SEQUESTRATI E CONFISCATI – OBBLIGATORIETÀ – ESCLUSIONE – CONDIZIONI.

In tema di misure di prevenzione patrimoniali, la Prima Sezione della Corte di Cassazione, con sentenza del 15 giugno 2017 (dep. 18 agosto 2017), n. 39258, ha affermato che la partecipazione dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la  destinazione dei beni sequestrati e confiscati all’udienza di verifica dei crediti, ai sensi dell’art. 59, comma 2, D. Lgs. n. 159 del 2001, è facoltativa e non obbligatoria, onde la mancata instaurazione del contraddittorio nei suoi confronti non costituisce causa di nullità della decisione, qualora la domanda di ammissione del credito da parte del terzo sia stata presentata prima che il provvedimento di confisca di prevenzione sia divenuto irrevocabile.

REATI FALLIMENTARI – BANCAROTTA FRAUDOLENTA – IN GENERE – BANCAROTTA FRAUDOLENTA PER DISTRAZIONE – REATO DI PERICOLO CONCRETO – ELEMENTO OGGETTIVO E DOLO GENERICO – ACCERTAMENTO – CONTENUTO – “INDICI DI FRAUDOLENZA”

In tema di bancarotta fraudolenta per distrazione, la Sezione Quinta, con sentenza del 23 giugno 2017,  (dep. 01 agosto 2017), n. 38396, ha affermato che l’accertamento dell’elemento oggettivo del reato di pericolo concreto e del dolo generico deve valorizzare la ricerca di “indici di fraudolenza”, necessari a dar corpo alla prognosi postuma di concreta messa in pericolo dell’integrità del patrimonio dell’impresa, funzionale ad assicurare la garanzia dei creditori, e alla relativa proiezione soggettiva.

REATI FALLIMENTARI – BANCAROTTA FRAUDOLENTA – IN GENERE – BANCAROTTA IMPROPRIA DA REATO SOCIETARIO – INFEDELTÀ PATRIMONIALE – INERZIA DELL’AMMINISTRATORE – RILEVANZA – LIMITI.

La Sezione Quinta, con sentenza del 12 maggio 2017 (dep. 28 luglio 2017), n. 37932, ha affermato che, ai fini della configurabilità del reato di infedeltà patrimoniale ex art. 2634 cod. civ., può assumere rilievo anche l’inerzia dell’amministratore, quando sia tale da determinare la compromissione dell’integrità del patrimonio sociale.

BELLEZZE NATURALI – IN GENERE – CORTE COST., SENTENZA N. 56 DEL 2016 – EFFETTI – NUOVA STRUTTURA DELL’ILLECITO PAESAGGISTICO – CONSEGUENZE – GIUDIZIO DI ESECUZIONE – POTERE DEL GIUDICE DI DICHIARARE L’ESTINZIONE DEL REATO RIQUALIFICATO COME CONTRAVVENZIONE PER MATURATA PRESCRIZIONE – SUSSISTENZA – CONDIZIONI.

La Terza Sezione, con sentenza n. 38691 del 11 luglio 2017 (dep. 3 agosto 2017, ha affermato che rientra tra i poteri del giudice dell’esecuzione, adito per la rideterminazione della pena a seguito della dichiarazione di incostituzionalità dell’art. 181, comma 1-bis, D.Lgs. n. 42 del 2004, dichiarare l’estinzione per prescrizione del reato oggetto della sentenza definitiva di condanna, riqualificato come contravvenzione ai sensi del comma 1 della norma citata, qualora la prescrizione sia maturata in pendenza del procedimento di cognizione, e fatti salvi i rapporti ormai esauriti.

FINANZE E TRIBUTI – IN GENERE – CONDANNA  RELATIVA A REATI TRIBUTARI – AMMINISTRATORE DI SOCIETÀ COOPERATIVA – PROFITTO – CONFISCA PER EQUIVALENTE – VIOLAZIONE DEL NE BIS IN IDEM – ESCLUSIONE.

La  Terza Sezione della Corte di cassazione, con sentenza  del 1 marzo 2017 (dep. 18 luglio 2017), n. 35156, ha affermato che non sussiste violazione  del principio del ne bis in idem convenzionale,  come interpretato dalla sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo nella causa A e B c. Norvegia del 15 novembre 2016, nel caso in cui con la sentenza di condanna per reati tributari commessi  dall’imputato in qualità di amministratore di una società  sia disposta nei confronti dello stesso la confisca di somme di denaro per un valore equivalente al profitto diretto, derivante dagli stessi reati, conseguito dall’ente.

DIFESA E DIFENSORI DI UFFICIO – NOMINA IN UDIENZA – APPLICABILITÀ DELL’OBBLIGO DI COMUNICAZIONE DEL NOMINATIVO DEL DIFENSORE D’UFFICIO – ESCLUSIONE.

La Quinta Sezione della Corte di cassazione, con sentenza del 28 aprile 2017 (dep. 28 luglio 2017) n. 37920, ha affermato che l’obbligo, posto dall’art. 28 disp. att. cod. proc. pen., di comunicare all’imputato il nominativo del difensore d’ufficio nominatogli non si applica nel caso in cui la nomina avvenga in udienza, dove l’imputato è presente o deve ritenersi presente.

DIFESA E DIFENSORI – PERQUISIZIONE PERSONALE – AVVERTIMENTO ALL’INDAGATO DELLA FACOLTÀ DI FARSI ASSISTERE DA UN DIFENSORE DI FIDUCIA – NECESSITÀ – SEQUESTRO CONSEGUENTE A PERQUISIZIONE – ULTERIORE AVVERTIMENTO – NECESSITÀ – ESCLUSIONE.

La Quinta sezione della Corte di cassazione, con sentenza del  18 maggio 2017 (dep. 24 luglio 2017), n. 36724, ha affermato che qualora l’indagato sia stato ritualmente avvisato, al momento della perquisizione personale, della facoltà di farsi assistere da un difensore di fiducia, non è necessario che egli riceva un ulteriore, analogo avvertimento al momento dell’esecuzione del sequestro conseguente alla predetta perquisizione.

PROVE – MEZZI DI RICERCA DELLA PROVA – SEQUESTRI – OGGETTO – DATI INFORMATICI – ESTRAZIONE DI COPIA DEI DATI CONTENUTI NEL COMPUTER IN SEQUESTRO – RICHIESTA DI RIESAME – CONFERMA DEL DECRETO DI SEQUESTRO – RESTITUZIONE DEL COMPUTER ALL’AVENTE DIRITTO – RICORSO PER CASSAZIONE – AMMISSIBILITÀ – CONDIZIONI.

Con sentenza n. 40963 del 20 luglio 2017, depositata il 7 settembre 2017, le Sezioni unite penali della Corte di cassazione hanno affermato che è ammissibile il ricorso per cassazione avverso l’ordinanza del tribunale del riesame di conferma del sequestro probatorio di un computer o di un supporto informatico, nel caso in cui ne risulti la restituzione previa estrazione di copia dei dati ivi contenuti, sempre che sia dedotto l’interesse, concreto e attuale, alla esclusiva disponibilità dei dati.

PROCEDIMENTI SPECIALI – GIUDIZIO ABBREVIATO – ATTI INTEGRATIVI DI INDAGINE ACQUISITI DOPO L’AMMISSIONE AL RITO SPECIALE – UTILIZZABILITÀ AI FINI DELLA CONFISCA EX ART. 12 SEXIES D.L. N. 306 DEL 1992 – LEGITTIMITÀ – CONDIZIONI.

In tema di giudizio abbreviato, la Seconda Sezione penale della Corte di cassazione, con sentenza del 19/04/2017 (dep. 07/09/2017), n. 40855, ha affermato che la confisca prevista dall’art. 12-sexies d.l. 8 giugno 1992, n. 306, convertito in legge 8 agosto 1994, n. 501, può essere disposta anche sulla base di atti integrativi di indagine acquisiti, dopo l’ammissione al rito speciale, senza le formalità di cui all’art. 441, comma 5, cod. proc. pen., ma pur sempre nel contraddittorio ovvero consentendo alle parti l’esplicazione di ogni utile attività difensiva.

SENTENZA  –  REDAZIONE – TERMINE – SOSPENSIONE NEL PERIODO FERIALE – APPLICABILITÀ – ESCLUSIONE. 

Le Sezioni unite della Corte di cassazione, con sentenza del  20 luglio 2017, n. 42361, depositata in data 18 settembre 2017, hanno affermato che anche a seguito della riduzione del periodo annuale di ferie dei magistrati da 45 a 30 giorni, stabilita dal d.l. n. 132 del 2014 convertito, con modificazioni, dalla legge 10 novembre 2014, n. 162, art. 16, i termini per la redazione della sentenza non sono soggetti alla sospensione del periodo feriale.

PARTE CIVILE – SPESE – ASSOLUZIONE DELL’IMPUTATO IN APPELLO – REATO TRASFORMATO IN ILLECITO CIVILE EX D.LGS. N. 7 DEL 2016 – CONDANNA ALLE SPESE SOSTENUTE DALLA PARTE CIVILE – LEGITTIMITÀ -RAGIONI.

La Sezione Terza, con sentenza del 16 marzo 2017, dep. 27 luglio 2017, n. 1014, ha affermato che è legittima la condanna dell’imputato al pagamento delle spese sostenute dalla parte civile in caso di assoluzione in appello per la trasformazione del reato in illecito civile ai sensi del D.Lgs. 15 gennaio 2016 n. 7 ed annullamento delle statuizioni civili di condanna al risarcimento del danno, non risultando la parte civile soccombente.

IMPUGNAZIONI – RICORSO PER CASSAZIONE – LEGGE 23 GIUGNO 2017, N.103 – INAMMISSIBILITÀ DEL RICORSO PERSONALE DELL’INTERESSATO A SEGUITO DELLA MODIFICA DEGLI ARTT. 571, COMMA 1 E 613, COMMA 1, COD. PROC. PEN. – APPLICABILITÀ AI RICORSI IN MATERIA DI CONSEGNA A SEGUITO DI  MANDATO DI ARRESTO EUROPEO – SUSSISTENZA.

La Sesta Sezione della Corte di Cassazione, con sentenza del  13 settembre 2017, n. 42062, (dep. 15 settembre 2017), ha affermato che gli  artt. 571, comma 1 e 613, comma 1, cod. proc. pen. – così come, rispettivamente, modificati dall’art.1, commi 54 e 55, legge 23 giugno 2017, n. 103- che escludono la possibilità per l’imputato di presentare personalmente ricorso per cassazione, si applicano anche al ricorso formulato,  ai sensi dell’art. 22, legge n. 22 aprile 2005, n.69, avverso la sentenza che dispone la consegna a seguito di mandato di arresto europeo, con conseguente inammissibilità del ricorso medesimo.(In tale pronuncia la Corte ha, altresì, ritenuto manifestamente infondata la questione della illegittimità costituzionale dell’art. 613, comma 1, cod. proc. pen,, nella formulazione introdotta dalla legge n. 103 del 2017,   per asserita violazione degli artt. 111, comma settimo, Cost. e 13 CEDU).

IMPUGNAZIONI – CASSAZIONE – CAUSE DI NON PUNIBILITÀ, DI IMPROCEDIBILITÀ, DI ESTINZIONE DEL REATO O DELLA PENA – CONCORSO DI CAUSA DI ESTINZIONE DEL REATO E DI NULLITÀ ASSOLUTA E INSANABILE – CAUSA PREVALENTE – INDICAZIONE – CONDIZIONI.

La Terza Sezione, con sentenza n. 38662 del 31 maggio 2017 (dep. 2 agosto 2017, ha affermato che nell’ipotesi di sentenza predibattimentale d’appello, pronunciata in violazione del contraddittorio, con la quale, in riforma della sentenza di condanna di primo grado, è stata dichiarata l’estinzione del reato per prescrizione, la causa estintiva del reato prevale sulla nullità assoluta e insanabile della sentenza, a condizione che – oltre a non risultare evidente la prova della innocenza dell’imputato (dovendo la Corte di Cassazione adottare in tal caso la formula di cui all’art. 129, comma 2, cod. proc. pen.) – non sussista una questione civile da valutare.

TERMINI PROCESSUALI – RESTITUZIONE NEL TERMINE – VERIFICA DELLA TEMPESTIVITÀ DELLA RICHIESTA – SPEDIZIONE DELLA DOMANDA A MEZZO POSTA – TERMINE DI RIFERIMENTO – DATA DELLA SPEDIZIONE.

Le Sezioni Unite della Corte di cassazione, con sentenza n. 42043 del 18 maggio 2017, dep. il 15 settembre 2017, hanno affermato che, ai fini della verifica della tempestività della richiesta di restituzione nel termine a norma dell’art. 175, comma 2-bis, cod. proc. pen., il giudice, nel caso in cui la richiesta sia presentata a mezzo del servizio postale, deve fare riferimento alla data di spedizione della richiesta.