Rassegna cassazione penale aprile-maggio 2017

a cura di Luigi Giordano

REATI CONTRO LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE – MALVERSAZIONE IN DANNO DELLO STATO – CONCORSO FORMALE CON LA TRUFFA AGGRAVATA PER IL CONSEGUIMENTO DI EROGAZIONI PUBBLICHE – SUSSISTENZA.

Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione, con sentenza del 23/2/2017 (dep. 28 aprile 2017), n. 20664/17, hanno affermato che il delitto di malversazione in danno dello Stato, previsto dall’art. 316 bis cod. pen., può concorrere con quello di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche di cui all’art. 640 bis cod. pen.

REATI CONTRO IL PATRIMONIO – DELITTI – TRUFFA – IN GENERE – DESTINATARIO DEGLI ARTIFICI E RAGGIRI – IDENTITÀ CON LA PERSONA CHE SUBISCE IL DANNO PATRIMONIALE – NECESSITÀ – LIMITI- CONSEGUENZE.

La Quinta Sezione della Corte di cassazione, con sentenza del 18/01/2017 (dep. 20/04/2017), n. 18968, ha affermato che è configurabile il reato di furto commesso con mezzo fraudolento e non quello di truffa quando il soggetto indotto in errore è diverso dal soggetto che subisce il danno, atteso che nel reato di truffa l’atto di disposizione patrimoniale, da cui deriva il pregiudizio economico, non può essere compiuto dal terzo, salvo il caso in cui quest’ultimo abbia la libera disponibilità del patrimonio del soggetto passivo danneggiato.

REATI CONTRO IL PATRIMONIO  –  ESTORSIONE – PROCEDIMENTO DI ESECUZIONE IMMOBILIARE – AGGIUDICATARIO PROVVISORIO “PER PERSONA DA NOMINARE” – RICHIESTA E PERCEZIONE DI UNA SOMMA DI DENARO DAL DEBITORE ESECUTATO IN CAMBIO DELLA RINUNCIA ALL’AGGIUDICAZIONE DEFINITIVA – CONFIGURABILITÀ DEL REATO – SUSSISTENZA.

La Seconda Sezione, con sentenza del 17/02/2017 (dep. 13/03/2017), n. 11979, ha affermato che configura il reato di estorsione la condotta dell’aggiudicatario provvisorio nella procedura di esecuzione immobiliare – cui ha partecipato “per persona da nominare”-  consistita nel farsi consegnare dal debitore esecutato una somma di denaro in cambio della rinuncia a proseguire nel procedimento sino alla aggiudicazione definitiva del bene.

SICUREZZA PUBBLICA – MISURE DI PREVENZIONE – IMPUGNAZIONI – RICHIESTA DI CONFISCA NON PRECEDUTA DA SEQUESTRO ANTICIPATORIO – DECRETO DI RIGETTO – RICORSO PER CASSAZIONE – ESCLUSIONE APPELLO – CONFIGURABILITÀ.

In tema di misure di prevenzione, le Sezioni Unite della Suprema corte, con sentenza n. 20215, udienza 23/02/2017 (dep. 27/04/2017), hanno affermato che, il decreto di rigetto della richiesta del pubblico ministero di applicazione della confisca non preceduta dal sequestro anticipatorio di cui agli artt. 20 e 22 d.lgs. n. 159 del 2011, è impugnabile mediante appello e non mediante ricorso per cassazione.

SICUREZZA PUBBLICA – MISURE DI PREVENZIONE – PROCEDIMENTO – AVVISO A COMPARIRE – MANCATA INDICAZIONE DEL TIPO DI PERICOLOSITÀ CONTESTATA –  CONSEGUENZE – NULLITÀ – ESCLUSIONE

La Quinta Sezione della Corte di cassazione, con sentenza del 13/01/2017 (dep. 5/05/2017), n. 21831, ha affermato che nel procedimento di prevenzione, l’avviso di fissazione dell’udienza in camera di consiglio, previsto dall’art. 7 d. lgs. n. 159 del 2011, non deve contenere, a pena di nullità, anche l’indicazione della forma di pericolosità contestata.

SICUREZZA PUBBLICA – MISURE DI PREVENZIONE – SORVEGLIANZA SPECIALE – REVOCA – GIUDIZIO DI PERSISTENTE PERICOLOSITÀ SOCIALE – NECESSITÀ – PRESUPPOSTI – ELEMENTI DI VALUTAZIONE.

La Prima Sezione della Corte di cassazione, con sentenza del 24/01/2017 (dep.26/04/2017), n. 19657, ha affermato che, ai fini della revoca della misura di prevenzione personale, l’art. 11, d. lgs.,  n. 159 del 2011 richiede un complessivo scrutinio della persistente condizione di pericolosità sociale che, senza alcun automatismo valutativo e  decisorio, tenga conto degli elementi originariamente acquisiti, correlandoli a quelli relativi all’evoluzione della personalità in relazione all’eventuale periodo di detenzione patito, ed alle ulteriori emergenze processuali. 

PREVIDENZA E ASSISTENZA (ASSICURAZIONI SOCIALI) – CONTRIBUTI – OMESSO VERSAMENTO DELLE RITENUTE PREVIDENZIALI ED ASSISTENZIALI – MODIFICHE APPORTATE DAL D.LGS. 15 GENNAIO 2016, N. 8 – NUOVA SOGLIA DI PUNIBILITÀ ANNUA – DETERMINAZIONE – INDICAZIONI.

La Sezione III, con sentenza del 11/01/2017, dep. 08/05/2017, n. 22140, ha affermato che, in tema di omesso versamento delle ritenute previdenziali e assistenziali, al fine di accertare il superamento della soglia di punibilità di euro 10.000 annui (introdotta dall’art. 3, comma sesto, del d.lgs. 15 gennaio 2016, n. 8), l’ammontare delle ritenute omesse deve essere verificato in riferimento al momento in cui le obbligazioni rimaste inadempiute sono sorte, a prescindere dal termine di scadenza previsto per il versamento, che rileva esclusivamente ai fini della individuazione del momento consumativo del reato.

SICUREZZA PUBBLICA – MISURE DI PREVENZIONE – PROCEDIMENTO – MISURE DI PREVENZIONE PERSONALI – INTERRUZIONE A SEGUITO DI DETENZIONE DEL PROPOSTO – RIPRISTINO – NUOVA VERIFICA DELL’ATTUALITÀ DELLA PERICOLOSITÀ SOCIALE – GIUDICE COMPETENTE – INDIVIDUAZIONE.

La Quinta Sezione della Corte di Cassazione, con sentenza n. 21250/17, del 01/03/2017, dep. 04/05/2017, ha affermato che ai fini del ripristino dell’esecuzione di una misura di prevenzione personale, sospesa durante la concomitante carcerazione del sottoposto per espiazione pena, è funzionalmente competente alla rivalutazione dell’attualità della pericolosità il giudice che ha deliberato il provvedimento, da individuarsi nella corte di appello, nel caso in cui la misura sia stata emessa da quest’ultima in riforma del decreto di rigetto del tribunale.

SANITÀ PUBBLICA – GESTIONE DEI RIFIUTI – REATO DI CUI ALL’ART. 256, COMMA 2, D.LGS. N. 152 DEL 2006 A CARICO DEL RAPPRESENTANTE DI ASSOCIAZIONE SPORTIVA DILETTANTISTICA DI TIRO A VOLO – SUSSISTENZA – RAGIONI.

La Terza Sezione penale della Corte di cassazione, con sentenza n. 20237 del 16/3/2017, dep. il 28/4/2017ha affermato che sussiste il reato di cui all’art. 256, comma 2, D.Lgs. n. 152 del 2006 a carico del rappresentante di un’associazione sportiva dilettantistica (nella specie di tiro a volo) per l’abbandono di rifiuti derivanti da tale attività, rientrando anche tali associazioni senza scopo di lucro nella nozione di enti ai quali fa riferimento la disposizione citata. 

REATI FALLIMENTARI – BANCAROTTA FRAUDOLENTA – BANCAROTTA PATRIMONIALE PREFALLIMENTARE – NATURA – REATO DI PERICOLO CONCRETO- CONDIZIONI.

La Quinta Sezione della Corte di Cassazione, con sentenza del  24 marzo 2017 (dep. 7aprile 2017) n. 17819, ha affermato che il reato di bancarotta patrimoniale prefallimentare è un reato di pericolo concreto, nel senso che l’atto di depauperamento deve risultare idoneo ad esporre a pericolo l’entità del patrimonio della società in relazione agli interessi della massa dei creditori e deve permanere tale fino all’epoca che precede l’ apertura della procedura fallimentare.

FINANZE E TRIBUTI – OMESSO VERSAMENTO IVA – ART. 325 TFUE – SENTENZA DELLA CGUE, TARICCO E ALTRI DEL 8 SETTEMBRE 2015 – APPLICABILITÀ – ESCLUSIONE – RAGIONI.

La Terza Sezione, con sentenza del  16/12/2016 (dep. 31/03/2017), n. 16458, ha affermato, in tema di reato di omesso versamento di IVA, che l’art. 325 TFUE, come interpretato dalla sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, Grande sezione, Taricco e altri del 8 settembre 2015, C-105/14, non si applica ai reati strutturalmente non caratterizzati da frode, come è quello previsto dall’art. 10-ter del D.Lgs. n. 74 del 2000. 

COMPETENZA – IN GENERE – DECRETO PENALE DI CONDANNA – OPPOSIZIONE – COMPETENZA A DECIDERE – GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI – SUSSISTENZA.

La Prima Sezione della Corte di Cassazione, con sentenza n. 21324/17, del 02/02/2017, dep. 04/05/2017, ha affermato che sulla richiesta di sospensione del procedimento e di messa alla prova ex art. 464 bis cod. proc. pen., avanzata in sede di opposizione a decreto penale di condanna è competente a decidere il giudice per le indagini preliminari e non il giudice del dibattimento.

NOTIFICAZIONI – ALL’IMPUTATO – INTERDETTO O INFERMO DI MENTE – IMPUTATO INABILITATO O SOTTOPOSTO AD AMMINISTRAZIONE DI SOSTEGNO – RICORSO ALLE FORME DI CUI ALL’ART. 166 COD. PROC. PEN. – PRESUPPOSTO – INDIVIDUAZIONE.

La Prima Sezione, con sentenza del 22 marzo 2017 (dep. 10 aprile 2017), n. 18141, ha affermato che il presupposto per l’esecuzione delle notificazione integrativa, prevista dall’art. 166 cod. proc. pen per il curatore speciale dell’imputato inabilitato o, analogamente, di quello sottoposto ad amministratore di sostegno, è costituito dalla esistenza di una condizione patologica rilevante ai sensi dell’art. 71, comma 1, dello stesso codice.

PROCEDIMENTI SPECIALI – GIUDIZIO ABBREVIATO – IN GENERE – DEDUCIBILITÀ IN APPELLO DEL DINIEGO DELLA RICHIESTA DI MESSA ALLA PROVA – POSSIBILITÀ – ESCLUSIONE.

La Sesta Sezione, con sentenza n. 22545 del 28/3/2017 (dep. 9/5/2017) ha affermato che, una volta celebrato il giudizio di primo grado nelle forme del rito abbreviato, l’imputato non può dedurre, in sede di appello, l’ingiustificato diniego della richiesta di sospensione del procedimento con messa alla prova.

IMPUGNAZIONI – APPELLO – RINNOVAZIONE DELL’ISTRUZIONE – IN GENERE – GIUDIZIO ABBREVIATO – SENTENZA DI ASSOLUZIONE – “REFORMATIO IN PEIUS” – DIVERSO APPREZZAMENTO DI PROVA ORALE DECISIVA – RINNOVAZIONE DELLA PROVA IN APPELLO – NECESSITÀ – CONSEGUENZE.

Le Sezioni Unite, con sentenza del 19 gennaio 2017 (dep. 14 aprile 2017), n. 18620, hanno affermato che è affetta da vizio di motivazione, per mancato rispetto del canone di giudizio “al di là di ogni ragionevole dubbio”, la sentenza di appello che, su impugnazione del pubblico ministero avverso assoluzione disposta all’esito di giudizio abbreviato non condizionato, affermi la responsabilità dell’imputato operando una diversa valutazione di prove dichiarative ritenute decisive, senza che nel giudizio di appello si sia proceduto all’esame delle persone che abbiano reso tali dichiarazioni.

ESECUZIONE – PENE DETENTIVE – SOSPENSIONE DELL’ESECUZIONE – RICHIESTA CORRELATA AD UNA ISTANZA DI AFFIDAMENTO IN PROVA AL SERVIZIO SOCIALE EX ART. 47, COMMA 3 BIS, ORD. PEN. – LIMITI EDITTALI – INDIVIDUAZIONE – RAGIONI.

In tema di esecuzione di pene brevi, la Prima Sezione, con sentenza n. 51864/16, P.U. del 31/05/2016, dep. 05/12/2016ha affermato che, in considerazione del richiamo operato dall’art. 656, comma 5, cod. proc. pen. all’art. 47 ord. pen., ai fini della sospensione dell’ordine di esecuzione, correlata ad una istanza di affidamento in prova ai sensi dell’art. 47, comma 3 bis, ord. pen., il limite edittale non è quello di tre anni, ma di una pena da espiare, anche residua, non superiore a quattro anni.

ISTITUTI DI PREVENZIONE E DI PENA (ORDINAMENTO PENITENZIARIO) – Competenza del Magistrato o del Tribunale di sorveglianza – Natura funzionale – Sussistenza – Conseguenze.

La Sezione Prima, con sentenza n. 19385  del 13/12/2016 (dep. 21/4/2017), ha affermato che la competenza del Magistrato e del Tribunale di sorveglianza ha natura funzionale ed inderogabile, non inquadrabile nella mera competenza territoriale, per cui la sua eventuale inosservanza può essere rilevata, anche d’ufficio, in ogni stato e grado del procedimento.

CONFISCA – BENI FORMALMENTE INTESTATI A TERZI ESTRANEI AL PROCEDIMENTO – RICHIESTA DI REVOCA DELLA CONFISCA – INAMMISSIBILITÀ DICHIARATA “DE PLANO” – OPPOSIZIONE – PROCEDIMENTO – INSTAURAZIONE DEL CONTRADDITTORIO – NECESSITÀ – RICHIESTA DI TRATTAZIONE IN PUBBLICA UDIENZA – OMISSIONE – CONSEGUENZE.

In tema di confisca di beni nella formale titolarità di terzi estranei al procedimento penale, la Prima sezione della Corte di cassazione, con sentenza del 10/06/2016 (dep. 14/04/2017), n. 18691, ha affermato che, qualora la richiesta di revoca della confisca proposta dal terzo venga dichiarata “de plano” inammissibile, ai sensi dell’art. 667, comma 4, cod. proc. pen., e tale soggetto proponga opposizione, il giudice dell’esecuzione è  tenuto ad instaurare il contraddittorio tra le parti ai sensi dell’art. 666, commi 3 e 4, cod. proc. pen., a pena di nullità assoluta dell’ordinanza che definisce il procedimento, e deve altresì disporre la trattazione nelle forme della pubblica udienza, qualora l’opponente ne abbia fatto esplicita richiesta, configurandosi, in difetto, una nullità relativa.