Rassegna cassazione penale gennaio 2016

a cura di Andrea Penta

Non si riscontrano nel mese di gennaio del nuovo anno pronunce di particolare rilievo della Suprema Corte nel settore penale.

Meritano, peraltro, di essere segnalate due sentenze della Quinta Sezione.

Con la prima, pronunciandosi in tema di termini di durata delle misure interdittive, è stato affermato che la determinazione di tale durata – non superiore nel massimo a dodici mesi, ex art. 308 cod. proc. pen., come novellato dall’art. 10 della legge 16 aprile 2015, n 47 – è rimessa alla valutazione discrezionale del giudice, sul quale grava l’obbligo di motivare in ordine alle ragioni poste a fondamento della durata della cautela applicata, nonché all’adeguatezza di essa in relazione alle esigenze cautelari da salvaguardare (Sezione quinta, Presidente Marasca, Rel. Pezzullo, sent. n. 1325 del 18 novembre 2015, depositata il 14 gennaio 2015).

Con la seconda, la stessa Sezione ha affermato che è irrevocabile la querela presentata per il reato di atti persecutori, quando la condotta sia stata realizzata con minacce gravi (Sezione Quinta Penale, Presidente G. Marasca, Relatore C. Zaza, sentenza n. 2299 del 17 settembre 2015, depositata il 20 gennaio 2016, P.M. P. Filippi – concl. diff. -).

La Terza Sezione ha, invece, affermato l’estremamente importante principio per cui, in sede diappello cautelare, il tribunale, anche in seguito alle modifiche apportate dalla legge n. 17 del 2015, ha il potere di integrare la motivazione del provvedimento impugnato (Sez. III, Pres. Grillo, Rel. Di Nicola, sent. n. 845 del 17 dicembre 2015, dep. 12 gennaio 2016, P.M. Canevelli – concl. conf. -).

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