Report del CDC ANM del 01.10.2016

Sabato 1.10.2016 si è svolto a Roma presso l’Aula Magna della Corte di Cassazione il CDC straordinario con la presenza di numerosi capi degli uffici requirenti e giudicanti provenienti da tutta Italia.  UNICOST ha voluto fortemente questo momento di incontro con i vertici della  magistratura italiana per dare  voce alle diverse realtà territoriali del nostro Paese ed avviare all’interno dell’ANM una serie di iniziative e proposte per un  miglior funzionamento del sistema giustizia.Dopo i saluti del Procuratore Generale della Cassazione dott. Pasquale Ciccolo, il Segretario Generale Francesco Minisci ha introdotto i lavori, tenendo una diffusa e puntuale relazione sulla cronica ed ormai allarmante situazione di criticità in cui versano gli Uffici Giudiziari, a causa di  scoperture dell’organico dei magistrati e del personale amministrativo, mediamente pari al 21% ma  che in alcuni uffici superano il 50%.  La riqualificazione del personale amministrativo ed il concorso,  appena indetto dal Ministero per quasi mille posti di cancelliere, sono segnali positivi di attenzione verso il  settore giustizia ma del tutto insufficienti per evitare il collasso del nostro un sistema. La scopertura del personale amministrativo è pari a   9000 posti poichè da 19 anni non venivano banditi  concorsi per l’assunzione di funzionari, assistenti giudiziari e cancellieri. L’immissione in ruolo del personale assunto, oltre che insufficiente per coprire le scoperture di organico,  vanificherà i suoi effetti a causa dei pensionamenti, impedendo un sostanziale miglioramento dell’attuale situazione. Sul versante della magistratura,  la brusca riduzione dell’età pensionabile a 70 anni,  senza la previsione di norme transitorie  ha creato vuoti d’organico ai vertici degli uffici giudiziari, che si  tenta di arginare con misure inadeguate, tra cui ultima annunciata proroga prevista nel D.L. 168/2016 limitata solo ai capi degli Uffici della Suprema Corte e  l’innalzamento a quattro anni del termine di legittimazione al trasferimento.

Altri  temi sono stati al centro dell’intervento del Segretario Generale come le modifiche legislative in materia di prescrizione e  di intercettazioni.Ha preso poi la parola il Presidente dell’ANM Piercamillo Davigo che, oltre a stigmatizzare la grave  situazione degli Uffici Giudiziari, ha chiesto al Governo di cambiare direzione considerando la Giustizia come una risorsa e non come un costo. Una giustizia efficiente attira investimenti  ed è in grado di autofinanziarsi, se solo si riuscisse a riscuotere le sanzioni pecuniarie che, invece,  rimangono lettera morta per mancanza di personale amministrativo utilizzato per altre priorità. Anche se i concorsi da poco indetti sono segnali certamente positivi, tuttavia, le risorse umane che giungono negli uffici giudiziari  per effetto della mobilità  non sempre sono adeguate alla specificità del  ruolo che sono chiamate  a svolgere e le nuove assunzioni non saranno sufficienti ad evitare la paralisi del sistema. Insomma, per il Presidente Davigo  “le strade dell’inferno sono lastricate di buone intenzioni” . Un punto efficace del suo intervento ha riguardato il netto rifiuto delle  accuse di corporativismo; le critiche rivolte dall’ANM al disegno di legge sulla prescrizione ha come finalità l’interesse del cittadino a vedere celebrati i processi e non dei giudici, che, al contrario, con la dichiarazione di prescrizione potrebbero “ripulire le proprie scrivanie dai fascicoli”.

Sono stati numerosi e ricchi di spunti  gli interventi dei capi degli uffici provenienti da realtà territoriali diverse, che hanno coralmente segnalato la carenza di risorse di uomini e mezzi, aggravata da fenomeni emergenziali, quali quello dell’immigrazione, e da una crescente delega di attribuzioni di competenze nel settore amministrativo, come la gestione degli immobili destinati agli uffici giudiziari e la sicurezza.  I capi degli  uffici  hanno unanimemente evidenziato come l’attività amministrativa sia, in questo momento storico, prevalente rispetto a quella giurisdizionale, rifiutando le accuse di carenza di capacità organizzativa in situazioni in cui la cronica carenza di risorse impedisce qualsivoglia programmazione. Molti interventi sono stati corredati da relazioni scritte depositate agli atti, che costituiranno un valido supporto per le iniziative future da parte dell’ANM.

A seguito del dibattito il CDC è continuato fino a tardo pomeriggio per  deliberare sulle iniziative da  adottare. AREA  aveva manifestato la volontà di depositare un documento, in cui chiedeva alla GEC di proclamare lo sciopero. UNICOST, e così gli altri  gruppi, ha fermamente dissentito sull’immediata proclamazione dello sciopero sia per  motivi di metodo che di sostanza. La proclamazione dello sciopero non era all’ordine del giorno del CDC dell’1 ottobre e, in ogni caso, all’extrema ratio dell’astensione si doveva giungere solo dopo aver effettuato una precisa piattaforma rivendicativa. Nel merito, ci è sembrata  inopportuna una reazione così forte in un momento di apertura da parte del Governo alle istanze della magistratura, come non avveniva da molti anni. A noi sembra  più opportuno continuare sulla via della mediazione e, solo in caso di esito negativo, assumere le opportune  determinazioni. Inoltre, proprio nella convinzione che la rappresentatività del CDC non possa prescindere dalla consultazione dei colleghi, riteniamo necessaria una interlocuzione con le Giunte Sezionali, al fine di verificare l’effettiva volontà dei magistrati italiani  di aderire a tale forma di protesta.All’esito della discussione si è giunti alla determinazione di  richiedere un incontro urgente congiunto con il Presidente del Consiglio dei Ministri e col Ministro della Giustizia, avente ad oggetto le proposte di modifica del d.l. 168/2016 e le concrete future prospettive relative agli investimenti sulla giustizia nonché di attivare  un’interlocuzione con le altre categorie del comparto giustizia per valutare ogni utile ed eventuale iniziativa riguardante la cronica carenza di risorse. Siamo soddisfatti di aver raggiunto l’unanimità del risultato, perseguito nella convinzione che una giunta unitaria rende la magistratura più forte e credibile.

Per il gruppo di Unità per la costituzione al CDC, Rossana Giannaccari