Report lavori CSM 11/01/2019

Cari amici, innanzitutto ancora di cuore, a tutti voi, auguri di un felice 2019.Il 7 gennaio abbiamo ripreso i lavori del Consiglio, dopo la pausa natalizia, e quindi, sperando di fare cosa gradita, riprendiamo l’invio del report settimanale sull’attività consiliare.  

In apertura dei lavori di Plenum, Luigi ha svolto, a nome del gruppo, un intervento di apprezzamento sul provvedimento legislativo della Finanziaria di ampliamento dell’organico; e di preoccupazione sulla, talvolta drammatica, situazione dell’edilizia giudiziaria e sulla questione della delega che il Governo dispone in materia a carico dei Dirigenti, delega a nostro avviso dubbia sotto il profilo costituzionale e comunque impropria nei suoi effetti di scaricare sulla dirigenza responsabilità e competenze senza contestualmente predisporre un adeguato ausilio di natura tecnica.Alleghiamo in calce il testo dell’intervento.

Abbiano poi deliberato, con riferimento ai temi di Prima Commissione, su una serie di pratiche relative a incarichi extragiudiziari e su situazioni di potenziale incompatibilità; con riferimento ai temi di Quarta Commissione, su alcuni collocamenti a riposo per dimissioni; con riferimento ai temi di Settima Commissione, sui programmi di gestione di alcuni tribunali, licenziando altresì i documenti, redatti con la collaborazione preziosa della STO, sullo stato della giustizia civile telematica e della giustizia penale telematica; invitiamo tutti a leggere tali elaborati, trasmessi al Ministero, costituendo essi una fedele fotografia della situazione e delle prospettive in materia; con riferimento ai temi di Ottava Commissione, su alcune vicende minori e di gestione relative alla magistratura onoraria.Una questione interessante è stata quella relativa alla risposta a quesito di un Dirigente circa la sospensione dei termini di permanenza massima decennale del giudice nella stessa funzione tabellare: abbiamo ritenuto che, ai sensi dell’articolo 4 del Regolamento di cui alla delibera 13/3/2008, la sospensione dei termini, comunque di durata non superiore a due anni, si ha nel caso di assenza dal lavoro per un periodo continuativo superiore a sei mesi.Abbiamo poi approvato una delibera organizzativa sull’inaugurazione dell’anno giudiziario, che si terrà in Cassazione venerdì  25 gennaio, mentre nei singoli distretti sabato 26 gennaio.

Dopo il Plenum, c’è stata una interessante una riunione tra tutti i componenti della sezione disciplinare per una riflessione su alcune questioni processuali ricorrenti, tra le quali anche il tema della sospensione del processo per pendenza di un procedimento penale, sul modello di quanto accade nei tribunali con le riunioni di sezione ai sensi dell’articolo 47 quater dell’ordinamento giudiziario.

Nelle riunioni di Commissione durante la settimana, in Quinta abbiamo proceduto a sei conferme quadriennali di direttivi o semidirettivi, tutte senza criticità. La questione più delicata è certamente quella di tre recentissimi annullamenti, da parte del giudice amministrativo, di nomine formulate dal precedente Consiglio: il Procuratore della Repubblica di Modena, il Presidente della Corte d’Appello di Lecce, il Procuratore Nazionale Antimafia Aggiunto.Si tratta di una materia realmente delicata, che pone il problema di effettuare una nuova valutazione in modo da bilanciare i due princìpi, potenzialmente contrastanti, del rispetto del giudicato e della discrezionalità del Consiglio nella scelta dei direttivi, tenendo presente quali sono le statuizioni delle sentenze cd. conformative, che impongono cioè una scelta predeterminata, rispetto a quelle che mantengono operante la discrezionalità consiliare. E ciò non è facile, considerato che tutte e tre le pronunce sono molto articolate e complesse.Il tutto è reso ancora più delicato dal fatto che, con riferimento alla Procura di Modena ed alla Procura Nazionale Antimafia, la sentenza del Consiglio di Stato è stata resa in sede di ottemperanza, e cioè dichiarando nullo per elusione del giudicato un provvedimento del Consiglio che aveva nuovamente nominato il medesimo aspirante, con diversa motivazione, dopo un precedente annullamento.Nelle prossime settimane dovremo quindi decidere i tre fascicoli, procedendo ad una nuova comparazione tra il candidato precedentemente proposto e quello che ha impugnato vittoriosamente la nomina.Presumibilmente fino alla fine del mese non procederemo invece a nuove proposte di nomina, poiché tutte le procedure bandite dal precedente Consiglio sono state definite prima di Natale; e quelle che abbiamo bandito in questa consiliatura sono ancora all’esame dei Consigli Giudiziari per la redazione dei pareri, e non possono quindi ancora essere decise.

In Ottava Commissione abbiamo analizzato il contenuto di alcune sentenze del TAR che avevano annullato alcuni trasferimenti di giudici onorari disposti dal precedente Consiglio, in ragione del fatto che coniugi o affini svolgevano attività professionale di avvocato presso l’ufficio giudiziario in cui operava il proprio congiunto: in tutti i casi abbiamo deciso di non appellare la sentenza, ritenendo corretta la statuizione di annullamento per il fatto che l’attività svolta dagli avvocati parenti e congiunti doveva ritenersi “occasionale”, e come tale consentita ai sensi dell’articolo 6 della circolare.Abbiamo poi affrontato il complesso tema dell’applicabilità o meno della sospensione cautelare anche ai giudici onorari.Il problema giuridico nasce dal fatto che, da un lato, la normativa in tema di magistratura onoraria non prevede espressamente la sospensione cautelare in attesa del giudizio disciplinare finalizzato alla rimozione; ma dall’altro lato il potere di sospensione appare connaturato all’attività della sezione disciplinare e comunque ricavabile dall’espressa previsione posta in tema di magistratura ordinaria.In aderenza ai principi generali e richiamando un orientamento della Suprema Corte, abbiamo ritenuto l’applicabilità dell’istituto ai giudici onorari ed abbiamo quindi provveduto a disporre la sospensione dal servizio di tre giudici indagati per fatti penali di particole gravità.  

“La recente legge di bilancio, tra le varie previsioni, ha definitivamente disposto l’aumento della pianta organica della magistratura  di 600 unità, delle quali 80 destinate agli uffici di legittimità, 520 agli uffici di merito.Desideriamo esprimere pieno apprezzamento per questa decisione, avendo spesso riscontrato l’inadeguatezza delle attuali piante organiche di molti uffici giudiziari, peraltro in un complessivo contesto di gravissime scoperture che in alcuni uffici non esitiamo a definire croniche. Non possiamo che apprezzare la decisione assunta e darne pubblicamente atto al Ministro.Certo, sarà cruciale nel prossimo futuro seguire con attenzione le opzioni che verranno decise in sede ministeriale circa l’effettivo “smistamento” di tali nuove risorse, essendo evidente che le scelte potranno essere determinate da fattori l’uno diverso dall’altro; noi ci auguriamo prevalgano quelle ispirate a colmare il gap di efficienza di molti uffici, di primo e secondo grado. Al riguardo il CSM, all’atto della redazione e approvazione del parere, potrà svolgere, in ottica di proficua collaborazione con l’Amministrazione, un ruolo fondamentale e crediamo che sia necessario avviare sin d’ora la nostra riflessione.

Contestualmente al doveroso riconoscimento appena espresso, riteniamo altrettanto urgente invocare, sempre in prospettiva di ampia e leale collaborazione, l’impegno dell’amministrazione su altri settori, altrettanto nevralgici.Le strutture di molti uffici giudiziari sono inadeguate e non a norma; è di ieri la notizia che presso il nuovo (!) palazzo di Giustizia di Vibo Valentia, del quale già erano state segnalate criticità, perfino esplicitate a verbale di udienza da alcuni colleghi, l’udienza penale è dovuta cessare anticipatamente per il non funzionamento dell’impianto di riscaldamento.In numerosi uffici, oltre alla scopertura del personale amministrativo, è vacante la figura del dirigente amministrativo, pur dovendosi dare atto, ancora una volta, che l’amministrazione ha attivato un bando per la copertura diun numero posti, non sufficienti però a colmare le lacune.E se finora la Magistratura non si è mai sottratta a fornire ogni possibile contributo, va però chiaramente detto che a seguito della Legge 190/2014, i dirigenti degli uffici giudiziari si sono visti delegare una molteplicità di competenze – e responsabilità – del tutto estranee alla materia dell’organizzazione dell’attività giurisdizionale.

Più richieste, provenienti da dirigenti di diversi uffici, sono pervenute al Consiglio con la istanza di una demarcazione tra le competenze connesse al loro incarico e tutte le ulteriori problematiche, in particolare quelle relative alla manutenzione della edilizia giudiziaria.Crediamo, quindi, che non sia più procrastinabile un intervento da parte dell’Amministrazione, una riprogrammazione e ridistribuzione delle competenze, anche attraverso un adeguato ausilio tecnico, sin d’ora dichiarandoci disponibili a qualsiasi interlocuzione e collaborazione”.

Un caro saluto a tutti.

Marco Mancinetti, Cochita Grillo, Michele Ciambellini, Luigi Spina, Gianluigi Morlini