Report n. 11

Sui voti espressi per la conferma di due direttivi e altre riflessioni

Cari tutti, dedichiamo quest’ultimo report al recente dibattito nel quale interveniamo con riluttanza poiché, pur ritenendo che i consiglieri debbano rendere conto delle posizioni assunte in plenum, non pensiamo che questo possa o debba avvenire con polemiche sulle mailing list: per questa ragione noi quattro abbiamo fissato varie riunioni via teams con tutti i distretti e abbiamo svolto, ove possibile, incontri in presenza, cerchiamo poi di spiegare nei report le posizioni assunte e le ragioni sottese.
I temi su cui si richiede un’interlocuzione sono poi in questo momento particolarmente sensibili, poiché vi sono ulteriori conferme “problematiche” che affronteremo nel prossimo futuro e questo, come si può immaginare, limita non poco le cose che riteniamo opportuno discutere in questo momento.
Detto questo, però, alcune cose debbano essere rappresentate ora perché siamo a ridosso della pausa estiva e non vogliamo che venga proiettata un’interpretazione che non condividiamo dei recenti accadimenti basati sull’idea – presentata come una verità storica – che si voglia dare “un colpo di spugna” alla vicenda delle chat strumentalizzando due procedure di conferma di direttivi.

Vorremmo dare una prima notizia: nessun “colpo di spugnaè in corso – almeno non da parte degli eletti con Unità per la Costituzione; il giudizio sulle chat e sulle raccomandazioni di corrente è sempre lo stesso e si è manifestato in queste settimane nei nostri interventi e in molte pratiche nelle quali le stesse sono entrate in considerazione: il CSM vive di decine di pratiche che, per ragioni più o meno comprensibili, sono per lo più “invisibili” (nonostante report e dirette su radio radicale), ma nelle quali si creano orientamenti e si manifestano le posizioni dell’organo consiliare e dei singoli consiglieri.
Con riferimento specifico alle chat, ad esempio, abbiamo attribuito alle stesse rilievo molto significativo nelle procedure di conferimento degli incarichi direttivi dove entrano in gioco parametri del TU diversi da quelli richiamati attualmente per la procedura di conferma.
Questa impostazione l’abbiamo seguita, da ultimo, nella pratica per il recente conferimento di un incarico di Procuratore generale dove la motivazione della delibera svolge proprio questa valutazione per escludere un candidato.

Le chat sono poi valutate in quarta commissione per verificare l’eventuale vulnus al prerequisito dell’indipendenza e dove le stesse vengono analizzate e riportate nelle motivazioni delle delibere anche quando la commissione ritiene che il requisito non sia stato tanto compromesso da giungere ad una valutazione negativa di professionalità: circostanza questa che, però, ha, come noto, una significativa rilevanza nella carriera (bruttissima parola) del magistrato. Nei c.d. “speciali” dell’ordine del giorno del Consiglio si rinvengonomolte situazioni come quella descritta.

Le chat, quindi, contano nelle procedure dove devono essere valorizzate.

Detto questo veniamo alle due pratiche che hanno sollevato interesse:

– i due casi del 19 e del 26 (che coinvolgono colleghi che da tempo non frequentano UNICOST) hanno a che fare con la conferma di direttivi, procedura sottoposta a regole diverse da quella del conferimento ed orientata a valutare prevalentementel’attività svolta nel quadriennio antecedente dal dirigente (art. 72 T.U. dirigenza);

– la giurisprudenza amministrativa, inoltre, annullando alcuni provvedimenti del CSM, ha escluso che il fenomeno delle chat possa rappresentare il criterio di giudizio prevalente nei diversi procedimenti amministrativi che riguardano la conferma del dirigente (vedi la giurisprudenza del C.d.S. su Liguori, ma anche il caso Sirignano);

– è, inoltre, certo che già a livello normativo viene escluso, volutamente e proprio in considerazione delle diverse finalità dei procedimenti, ogni automatismo tra disciplinare e valutazioni di professionalità (quale è, in parte, anche la conferma del direttivo), altrimenti tutte le sanzioni disciplinari avrebbero sempre come sanzione accessoria l’immediata successiva valutazione negativa di professionalità;

– su entrambe le procedure abbiamo, pertanto, applicato il principio normativo cercando di confrontare le chat, gli atti del disciplinare, le audizioni degli interessati e degli altri soggetti ascoltati dal CSM e provando ad orientare il giudizio sulla valutazione sulle capacità organizzative dei due colleghi e ponendole a confronto con il quadro emergente dalle stesse chat: abbiamo cioè cercato di valutare il caso concreto applicando le regole;

– nel caso di MASIA (condannato in sede disciplinare) le chat per le quali era stato sanzionato, certamente da valutarsi anche nella sede del giudizio di conferma ai fini di vagliare l’indipendenza del magistrato da impropri condizionamenti, riguardavano tre episodi inerenti colleghi di diversi gruppi su cui esprimeva
sostanzialmente giudizi positivi in ragione della ritenuta professionalità degli stessi a prescindere dalla loro appartenenza correntizia e non avevano quindi matrice associativa “di parte”, circostanza che secondo noi andava adeguatamente valutata nel bilanciamento tra le attività svolte come dirigente e la condanna disciplinare oggetto del giudizio di eventuale conferma; in tal senso, anche considerato che si era trattato di condotte risalenti nel tempo (2018/2019), che il collega in sede di audizione ha dato atto ampiamente della rivisitazione critica dei comportamenti tenuti e che non risulta che si siano ripetuti, dette circostanze, sia pure gravi sotto altri profili e sia pure da stigmatizzare, sono a nostro avviso sub valenti rispetto al complessivo giudizio sulle capacità organizzative;

– nel caso di RIZZO invece la collega era stata addirittura assolta in disciplinare per la scarsa rilevanza del fatto (era espressamente indicato nella sentenza disciplinare di assoluzione che “non v’è stata, infatti, una effettiva lesione del bene giuridico protetto, né per compromissione dell’immagine del magistrato, né per perdita del prestigio nell’ambiente lavorativo”) e, anche in questo caso, la comparazione delle chat con l’attività svolta come dirigente (da tutti ritenuta eccezionale) ci è parsa subvalente. Con riferimento a quest’ultimo caso poi, era da tenere in considerazione la giurisprudenza amministrativa (Consiglio di Stato sez. V, 01/03/2021, (ud. 21/01/2021, dep. 01/03/2021), n.1702) che aveva precisato che “[…] sarebbe irrazionale in punto di linearità, coerenza e non contraddittorietà dell’azione di governo della magistratura riguardo al singolo magistrato, assumere come rilevanti in questa sede di conferma fatti che, in entrambe quelle appropriate e significative sedi (disciplinare e ambientale ndr.), sono stati valutati come non rilevanti”.

Questo in sintesi il ragionamento svolto nelle due pratiche di conferma e sorretto anche dalla considerazione che il secondo quadriennio per entrambi è ormai quasi finito.

In una delle molteplici mail inviate viene estrapolato un passaggio di un intervento più ampio di uno di noi poi ripreso anche dal nostro report (quello sulle informazioni che ancora giungono dai territori al consiglio per intenderci). Ebbene il nostro intervento aveva due obiettivi:

il primo: ribadire che se non cambiamo il testo unico ed il sistema delle fonti di conoscenza non saremo mai fuori dal pericolo di ricadere negli stessi errori del passato (il testo unico è una coperta che si può tirare dalla parte che si preferisce e il sistema delle fonti di conoscenza, per come è strutturato, è spesso insufficiente anche ad intercettare situazioni molto critiche);

il secondo: stigmatizzare l’incoerenza di chi fa finta di scandalizzarsi per la circostanza che, come consiglieri, riceviamo informazioni dagli uffici e noi tutti ne portiamo nelle discussioni dai nostri distretti di provenienza (basta ascoltare proprio in questo senso il successivo intervento di un consigliere di AREA): è necessario anche solo per contrastare prospettive non condivisibili introdotte da altri nella discussione (come potrà certamente confermare agli iscritti in questa lista uno dei consiglieri “indipendenti” più attivi sui giornali nel denunciare la presunta prosecuzione indiscriminata del noto “sistema” e che pure potrà riferire, se lo ritiene, le ragioni di una sua recente astensione sulla nomina di un procuratore generale) e,
a tal proposito, in una delle sentenze disciplinari nata dal filone Palamara, è stato affermato il seguente principio per il quale “uno scambio corretto di opinioni e/o informazioni tra componenti del Consiglio e magistrati – improntato al parametro di continenza e buona fede – è non solo possibile, ma rientrante nella fisiologia dell’attività svolta dai Consiglieri” (C.S.M., Sez. disc. Sent. n. 100/22).

Questo con i voti di corrente o con le raccomandazioni non c’entra e, del resto, non abbiamo espresso alcun voto di “appartenenza” in questi primi sei mesi di attività.

Alcune ultime considerazioni:

– nel plenum del 19 luglio sono successe altre cose molto gravi e che sono descritte nel report ci sarebbe veramente molto piaciuto sentire commenti e riflessioni articolate anche su questo argomento, non sarà certo sfuggita la peculiarità del tentativo di impedire al collega Jannelli il fuori ruolo alla CEDU;

– abbiamo letto alcune fantasiose ricostruzioni di stampa sulla presunta saldatura tra Unicost, i laici di centrodestra e MI (sempre ancorate al voto sulle due pratiche di conferma): noi quattro (a volte anche in maniera difforme l’uno dall’altro come riteniamo sia assolutamente possibile) decidiamo caso per caso sulla base dell’analisi dei profili, del contesto amministrativo e della nostra visione della giurisdizione senza alcuna alleanza precostituita; ci piace soltanto ricordare, tra gli altri, il nostro voto sulla Procura di Firenze e proprio il voto su Jannelli la cui operazione di rinvio non è andata in porto, riteniamo, proprio grazie ai nostri interventi e alla lucidità della Presidente Cassano.

– abbiamo altresì letto di riunioni politiche al CSM, anche in questo caso le generalizzazioni sono dannose e nessuna riunione politica con soggetti estranei al consiglio e i magistrati segretari è mai stata svolta da noi quattro.

Buone meritate vacanze a tutti e buon lavoro a chi è ancora impegnato in ufficio.

Marco Bisogni
Roberto D’Auria
Michele Forziati
Antonino Laganà

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