La discussione sul testo unico della dirigenza
Nel plenum straordinario del 27 novembre 202si è avviata la discussione sul nuovo testo unico della dirigenza.
Noi quattro, come noto, unitamente ai consiglieri Fontana, Miele e Mirenda appoggiamo la proposta B) con i punteggi.
La discussione di oggi ha confermato, invece, come la proposta A), senza punteggi, goda dell’appoggio dei gruppi di AREA e MI (nonché della Prima Presidente e del Procuratore Generale. Il Vicepresidente ha, diversamente, annunciato la sua astensione).
Nel corso della discussione abbiamo ribadito i seguenti argomenti:
1. Le regole del gioco vanno individuate prima di conoscere i nomi dei candidati: il legislatore impone di comparare i candidati a un incarico direttivo o semidirettivo sulla base di una serie di elementi di merito e attitudinali dei quali il CSM deve determinare il “rilievo”. Per evidenti ragioni di trasparenza e prevedibilità della scelta, come di ogni scelta nell’ambito di procedure a evidenza pubblica, questo “rilievo” non può che essere determinato “a monte”, al momento dell’individuazione delle “regole del gioco”, ossia, banalmente, prima di conoscere i nomi dei candidati e non dopo. Non è dunque vero che la
proposta con i punteggi mortifica la discrezionalità del Consiglio, perché si limita ad anticiparne fortemente l’esercizio.
2. La proposta “senza punteggi” di fatto realizza una sorta di domestica separazione non solo delle carriere ma anche delle funzioni: la proposta “senza punteggi”, escludendo dalla comparazione i candidati che hanno minore esperienza lavorativa nello specifico settore in cui si colloca il posto messo a concorso, non solo finisce per reintrodurre un meccanismo di fasce di legittimazione, molto simile a quello eliminato dal legislatore della riforma del 2006, ma di fatto realizza una sorta di domestica separazione non solo delle carriere ma anche delle funzioni, mortificando le pregresse esperienze in settori o funzioni diverse rispetto a quello cui si riferisce l’ufficio messo a concorso al punto da escludere chi sia portatore di più
esperienze a favore di colleghi, anche molto più giovani, che si siano confrontati esclusivamente con quel settore o con quelle funzioni.
3. La proposta “senza punteggi” mantiene un’eccessiva discrezionalità “a valle” nella valutazione dei candidati (specie quando privi di precedenti esperienze direttive o semidirettive), che vengono comparati sulla base delle loro esperienze con ricorso a indicatori distinti tra “principali” e “sussidiari” (che tanto ricordano gli indicatori “specifici” e “generali” previsti dal vigente testo unico, che – a detta degli stessi proponenti – avevano “ingenerato dubbi interpretativi e talune criticità applicative”): resta quindi ancora indeterminato il rilievo che questi parametri assumono all’interno della valutazione complessiva. Lo stesso dicasi per la comparazione tra magistrati che abbiano già avuto esperienze direttive o semidirettive: pur essendo qui previsto un ordine gerarchico tra gli indicatori, gli stessi restano tuttavia del tutto generici nel loro contenuto.
Nel prossimo plenum il dibattito proseguirà con la discussione degli emendamenti alla proposta A) che abbiamo preparato e depositato (sempre insieme ai consiglieri Fontana e Mirenda) nel tentativo di ridurne – almeno in parte – le criticità nell’ipotesi in cui avesse la maggioranza.
Vi alleghiamo i link agli audio dei nostri interventi. Ci permettiamo di consigliare vivamente l’ascolto dell’intervento di Michele Forziati (estensore, con Mimma Miele della proposta B): viene illustrata la filosofia del sistema dei c.d. punteggi e vengono individuate le criticità, a nostro avviso molto allarmanti, del testo proposto da AREA e MI.
Michele Forziati https://www.radioradicale.it/scheda/745013?i=4836241
Roberto D’Auria https://www.radioradicale.it/scheda/745013?i=4836249
Marco Bisogni https://www.radioradicale.it/scheda/745013?i=4836250
Antonino Laganà https://www.radioradicale.it/scheda/745013?i=4836253
Marco Bisogni Roberto D’Auria Michele Forziati Antonino Laganà