Cari tutti,
vogliamo con questo report darvi conto delle ragioni a sostegno delle posizioni assunte in due delicate pratiche trattate nel corso dei plenum del 17 e del 24 maggio 2023.
Plenum del 17 maggio 2023
La nomina del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Reggio Calabria
Nel corso del Plenum è stata votata la pratica per la copertura del posto di Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria.
Lo sviluppo del procedimento era stato molto travagliato in quanto la decisione del plenum interveniva dopo due annullamenti delle precedenti delibere che avevano individuato il dott. Bombardieri come il profilo più adeguato. A seguito dell’ultimo annullamento della delibera di conferimento il Consiglio, dunque, aveva la necessità e l’obbligo, nell’esercizio della propria discrezionalità, di confrontarsi e dare concreto e rispettoso ossequio alle prescrizioni analitiche che il giudice amministrativo aveva indicato
per una legittima delibazione.
Con il voto di noi quattro e degli altri togati (con l’eccezione di Andrea Mirenda) è stata confermata nuovamente la nomina del dott. Bombardieri. La delibera si è confrontata (alla luce della istruttoria espletata in Commissione), con tutti i punti critici che erano stati indicati dal Consiglio di Stato, verificando in concreto chi dei due candidati presentasse (sulla base di documentate esperienze risultanti dagli atti della procedura), il profilo più adeguato per la copertura dell’incarico.
Rimandiamo per chi volesse, alla discussione che si è sviluppata sulla tematica in esame e che coinvolge alcuni delicati profili attinenti ai rapporti tra merito e discrezionalità soprattutto alla luce dell’intervento del giudice amministrativo.
Intervento Roberto D’Auria: https://www.radioradicale.it/scheda/698312?i=4580332
Intervento Marco Bisogni: https://www.radioradicale.it/scheda/698312?i=4580333
Intervento Antonino Laganà: https://www.radioradicale.it/scheda/698312?i=4580336
Plenum del 24 maggio 2023
L’individuazione delle sedi da assegnare ai magistrati ordinari in tirocinio nominati con D.M. 23 novembre 2022
Come sapete, il Consiglio era chiamato a individuare le 209 sedi da assegnare ai MOT nominati con D.M. 23 novembre 2022.
Ai sensi dell’art. 6 della circolare n. 13778 del 25 luglio 2014 e succ. mod., al fine di garantire la funzionalità degli uffici giudiziari tale individuazione va fatta tenendo conto in via prioritaria delle esigenze di servizio.
In quest’ottica la commissione, ritenendo che il dato della scopertura di organico nonché dei carichi di lavoro vada integrato con altri elementi sintomatici della situazione effettiva degli uffici, ha – nella proposta di delibera – rappresentato di aver tenuto conto dei seguenti elementi ulteriori e integrativi:
– le dimensioni degli uffici (posto che, a parità di scopertura, le vacanze incidono maggiormente su un ufficio con organico numericamente inferiore e, generalmente, salvo alcune eccezioni, si registra una più elevata mobilità verso gli uffici di maggiori dimensioni), nonché le funzioni specialistiche proprie di alcuni
uffici;
– l’esito di precedenti procedure di mobilità;
– la particolare sofferenza di uffici dovuta al contesto territoriale ovvero a precedenti e prolungate scoperture;
– l’esistenza di altre situazioni specifiche rappresentate dai capi degli uffici o rese evidenti dai dati presenti in precedenti deliberazioni del Consiglio o forniti dall’Ufficio statistico.
La proposta di delibera della commissione era stata presentata al plenum del 17 maggio 2023 tra le pratiche di particolare urgenza ai sensi dell’art. 70 del regolamento interno. Dopo aver esaminato il testo della proposta, siamo stati tuttavia in molti a rappresentare la necessità di un rinvio a trattazione ordinaria per le valutazioni del caso.
Vale qui la pena di ricordare che, nel caso in esame, a causa della riduzione del periodo di tirocinio da 18 a 12 mesi, la pubblicazione delle sedi da destinare ai MOT non è potuta avvenire – come solitamente e virtuosamente avviene – a valle dell’espletamento delle procedure di tramutamento ordinario per i posti di secondo e primo grado, avendo dovuto cronologicamente precedere tali procedure. Tale circostanza ha peraltro indotto ben 109 colleghi a rivolgersi al Consiglio auspicando la considerazione delle proprie legittime aspettative a trasferirsi – dopo un congruo periodo di servizio presso le sedi di originaria
destinazione – nelle sedi collocate nei territori di rispettiva provenienza.
È in tale contesto che si colloca sia il nostro invito ai colleghi – di cui vi abbiamo dato conto nell’ultimo report – a formulare al Consiglio le proprie eventuali domande “in prevenzione” (la cui esistenza, pur non obbligando il Consiglio a provvedere in conformità, costituisce tuttavia un doveroso elemento di valutazione, specie in un’ottica di buona amministrazione volta a favorire il rientro dei magistrati presso le sedi di rispettiva provenienza, dove gli stessi sono tendenzialmente propensi a rimanere più a lungo), sia il nostro approfondimento sulla effettiva rispondenza delle scelte effettuate ai criteri dati e sulla eventuale necessità di integrare tali criteri con altri più idonei a soddisfare le esigenze del caso concreto.
All’esito di tale verifica, premessa una generale condivisione sia dei criteri generali seguiti dalla commissione sia di buona parte delle scelte concrete trasfuse nella proposta di delibera, abbiamo ritenuto necessario elaborare una proposta alternativa al fine di ovviare ad alcune conseguenze irragionevoli dell’applicazione rigida del criterio dimensionale (in forza del quale si è ritenuto di assicurare prioritariamente la copertura degli uffici di più piccole dimensioni, par tali intendendosi quelli con una pianta organica fino a 20 magistrati) e, di conseguenza, di meglio adattare la distribuzione dei MOT alle esigenze degli uffici e dei colleghi.
In particolare, con la nostra proposta alternativa abbiamo preso in considerazione le seguenti ulteriori variabili:
– il turnover negli uffici (con particolare riferimento a quello volontario) e il tasso di compensazione nel quinquennio 2017 -2021 (che, indicando il rapporto tra entrate e uscite, si ottiene rapportando, per il quinquennio considerato, il numero di magistrati in entrata al numero di magistrati in uscita. Tale indicatore è pari a 1 quando ingressi e uscite si equivalgono, è superiore a 1 quando vi sono stati più
ingressi che uscite ed è inferiore a 1 quando, viceversa, vi sono state più uscite che ingressi nella sede considerata; l’indicatore non è calcolabile nelle sedi in cui non vi sono state uscite nel quinquennio). Si tratta di dati che indicano, anche se in modo approssimativo, l’appetibilità della sede;
– il carico di lavoro individuale nell’ufficio;
– le particolari doglianze dei dirigenti;
– l’eventuale presenza di domande in prevenzione.
Sempre nell’ottica di piena collaborazione, abbiamo all’inizio della settimana anticipato informalmente tale proposta alternativa ad alcuni dei componenti della terza commissione, al fine di stimolare una riflessione al riguardo e nell’auspicio che tale proposta fosse fatta propria dalla commissione e sottoposta in forma ampiamente condivisa all’esame del plenum. Non avendo avuto tale interlocuzione l’esito sperato, prima dell’inizio della seduta abbiamo dunque presentato formalmente la nostra proposta.
Per completezza dobbiamo evidenziare che, prima dell’inizio della discussione, è pervenuto un emendamento alla proposta della commissione a firma della sua presidente che, nei fatti, recepiva solo 3 delle modifiche da noi proposte (relative ai tribunali di Livorno, Venezia e Rovigo) e ne proponeva altre 4 (a nostro avviso non condivisibili).
Invitiamo chiunque fosse interessato a confrontare i testi delle proposte contrapposte e ad ascoltare il dibattito in plenum, nel corso del quale abbiamo ribadito il nostro intento di migliorare la pur ampiamente condivisibile proposta della commissione.
Val qui la pena di sottolineare alcuni aspetti di fondo che crediamo siano emersi con chiarezza dal confronto in assemblea plenaria:
– pur recando la delibera della commissione la premessa in ordine all’avvenuta considerazione dei “carichi di lavoro” degli uffici, è stato affermato che i dati statistici in possesso del Consiglio non fossero allo scopo probanti perché non disaggregati, non consentendo di cogliere il dato ponderale dei singoli
procedimenti pendenti: al riguardo ci preme osservare che si tratta degli stessi dati utilizzati dal Consiglio in occasione dell’individuazione delle piante organiche flessibili distrettuali da destinare alla sostituzione di magistrati assenti o all’assegnazione di magistrati agli uffici giudiziari del distretto che versino in
situazioni critiche di rendimento (introdotte dall’articolo 1, comma 432, della legge 27 dicembre 2019, n. 160): ciò porta al paradosso di assicurare la copertura dei due posti vacanti della procura di Asti (presso la quale il carico di lavoro procapite ammonta a 212 procedimenti noti) e di non pubblicare nemmeno un posto alla procura di Bari (a fronte di una pendenza pro-capite di oltre 550 procedimenti noti);
– non si è tenuta alcuna considerazione del turnover negli uffici e del tasso di compensazione nel quinquennio 2017 -2021: il che ha comportato la pubblicazione di posti in sedi con tasso di compensazione positivo e a non pubblicare posti con tasso negativo;
– l’applicazione rigida del criterio dimensionale degli uffici porta – come detto – a risultati irragionevoli: vi sono infatti uffici con una pianta organica di poco inferiore a quella dei 20 magistrati utilizzata dalla commissione che hanno visto in tutto o in parte coperte le proprie vacanze (si pensi ai tribunali di Macerata, Ferrara, Forlì, Ravenna, Cremona, La Spezia, Savona, Teramo e Rovigo e alle procure di Nola, Torre Annunziata e Asti) e uffici con una pianta organica solo leggermente superiore che non hanno ricevuto alcuna copertura delle proprie vacanze (si pensi ai tribunali di Siracusa, Lucca, Prato e Termini Imerese) o che l’hanno ricevuta in misura insufficiente: si pensi ai tribunali di Sassari (che, a fronte di una pianta organica di 23 magistrati, di una scopertura di 4 unità e di un tasso di compensazione negativo, si è visto pubblicare un solo posto) di Agrigento (che, a fronte di una pianta organica di 26 magistrati, di una scopertura di 4 unità e della presenza di un posto senza aspiranti nell’ultimo bando, si è visto
pubblicare un solo posto) e di Varese (che, a fronte di una pianta organica di 23 magistrati, di una scopertura di 4 unità e di un turnover critico, si è visto pubblicare un solo posto); il tutto, peraltro, a fronte di altri uffici di analoghe dimensioni e con scoperture comparabili che hanno ricevuto la pubblicazione di
posti (tra i quali i tribunali di Rimini, Asti e Ivrea);
– vi sono poi alcune pubblicazioni in palese contrasto con i criteri declinati dalla stessa commissione: emblematico il caso del tribunale di Salerno, dove la doverosa soppressione del posto di giudice del lavoro (da noi proposta) è stata accompagnata in sede di emendamento alla pubblicazione di un posto di giudice di tribunale, a fronte di una pianta organica di 59 magistrati e una vacanza del 12%;
– non sono state tenute in nessun conto le domande “in prevenzione” che invece a nostro avviso andavano valorizzare nell’ottica di garantire il rientro nei territori di origine di magistrati che da anni lavorano in contesti complicati. La positiva valutazione delle domande in prevenzione avrebbe altresì contribuito ad una maggiore stabilizzazione degli organici negli uffici oggetto di domanda in prevenzione quasi sempre destinazioni stabili per i magistrati provenienti da esperienze in altri territori.
L’esito della votazione ci ha purtroppo visti soccombenti, avendo il Consiglio, con ampia maggioranza, approvato la proposta della commissione così come emendata (con l’emendamento che comunque abbiamo votato, recando un seppur piccolo miglioramento rispetto alla proposta originaria in relazione, come detto, alle sedi di Livorno, Venezia e Rovigo).
Siamo tuttavia convinti della correttezza e della trasparenza del nostro operato, avendo studiato – nel pur breve tempo a disposizione – una gran mole di documentazione e avendo proposto solo quelle modifiche che ritenevamo davvero necessarie (tutte peraltro analiticamente motivate con riferimento ai criteri applicati – vi alleghiamo il nostro emendamento e vi riportiamo i link ai nostri interventi:
Michele Forziati: https://www.radioradicale.it/scheda/699086?i=4583444
Marco Bisogni: https://www.radioradicale.it/scheda/699086?i=4583448
Roberto D’Auria: https://www.radioradicale.it/scheda/699086?i=4583454
Antonino Laganà: https://www.radioradicale.it/scheda/699086?i=4583455).
Ora la nostra attenzione si sposta ai bandi dei tramutamenti ordinari di secondo e primo grado: profonderemo ogni sforzo in commissione per ottenere almeno la pubblicazione di quello di secondo grado prima della pausa estiva.
Da ultimo alcune notizie brevi notizie flash:
– nell’ambito del tavolo paritetico con il Ministero sono state evidenziate le principali necessità evolutive necessarie sui registri informatici e il Ministero ha riscontrato le richieste con la nota che si allega;
– proseguono poi in Commissioni VII le audizioni per la riscrittura della circolare sulle Procure. Il 6 ed il 13 giugno sarà la volta dei sostituti procuratori. Si allegano le istruzioni per partecipare alle audizioni che sono comunque già caricate anche su COSMAG.
Un caro saluto a tutti.
Marco Bisogni
Roberto D’Auria
Michele Forziati
Antonino Laganà