Mi chiamo Roberta D’Onofrio e sono nata in Agnone (IS) il 14 luglio 1971.
Sono stata nominata con D.M. del 12 luglio 1999 ed ho svolto sempre funzioni giudicanti. La mia prima sede lavorativa è stata il Tribunale di Trani dove sono rimasta dal 2001 al 2008, svolgendo dapprima funzioni esclusivamente penalistiche (sia al collegio penale che al monocratico presso la Sezione Distaccata di Canosa di Puglia) e poi -su mia richiesta- funzioni civili presso la sede centrale; dopo sono stata nuovamente assegnata alla sezione penale.

L’esperienza in Puglia è stata estremamente qualificante per la peculiarità delle materie trattate, gli elevati stimoli provenienti dal foro ed il rapporto costruito con tutti i colleghi e con il Presidente, i quali mi sono stati di esempio, essendo io alla prima esperienza, nel praticare i valori della magistratura intesa come professionalità, funzione di equilibrio, spirito di sacrificio.

Nel 2008 sono rientrata in Molise, ove risiede la mia famiglia (mio marito e due fglie di 16 e 14 anni) ed ho lavorato presso il Tribunale di Isernia sino al 2013, svolgendo funzioni giudicanti prima nel settore civile, poi in quello penale come G.i.p. e giudice del dibattimento.

Presso il Tribunale di Isernia ho avuto modo di conoscere le peculiarità di un ufficio giudiziario di piccole dimensioni, ove non è possibile la specializzazione e pertanto si è chiamati a rispondere alle più disparate esigenze: dalla composizione del collegio agrario a quella del dibattimento penale con più imputati detenuti, dalla decisione su sequestri conservativi e possessorie al riesame reale e agli incarichi aggiuntivi nelle commissioni elettorali.

In quel piccolo ufficio giudiziario anche il trasferimento di un solo collega mette in crisi l’intero assetto organizzativo; ma tale situazione è stata fronteggiata grazie allo spirito di sacrificio ed alla collaborazione tra colleghi e personale amministrativo.
Nel 2012 sono stata eletta al Consiglio Giudiziario, svolgendovi le funzioni di segretario fino sino al 2016.

Da settembre 2013 sono in servizio presso il Tribunale di Campobasso, ove sono assegnata alla Sezione Penale e svolgo le
funzioni di giudice monocratico, dibattimentale, componente della Corte di Assise e del Tribunale per il riesame, giudice tutelare e della volontaria giurisdizione sia monocratica (famiglia, successioni, impresa) che collegiale.

Dal 2017 sono formatore decentrato della Scuola Superiore della Magistratura, esperienza che mi ha consentito di approfondire alcune tematiche di estremo interesse per il Distretto e di entrare in contatto con le professionalità più disparate (accademici, avvocati, psicologi etc.), le quali hanno consentito -a me ed ai colleghi che hanno frequentato gli incontri di studio- di allargare gli orizzonti umani e professionali.

Ho sempre curato la partecipazione ai corsi di studio che sono stati organizzati; molto stretto è il rapporto con l’Università degli Studi del Molise con sede in Campobasso, dove a maggio 2018 ho organizzato il primo corso territoriale -in materia di colpa stradale- per conto della Scuola Superiore della Magistratura.
Ho deciso di accettare la candidatura in Unità per la Costituzione, propostami all’unanimità dall’assemblea distrettuale, per diversi ordini di ragioni.

In primo luogo per offrire in maniera disinteressata un contributo al rinnovamento anche nel mio piccolo, ma unito, distretto in cui i magistrati si conoscono fra loro e condividono la consapevolezza di appartenere a realtà magari poco note, ma nelle quali le difficoltà si fronteggiano con la collaborazione e la disponibilità reciproche.

In secondo luogo per rispondere al moto interiore di mettermi ‘in gioco’ in un momento segnato da una forte crisi di credibilità delle istituzioni giudiziarie, cercando di contribuire a dare nuovo slancio culturale al Gruppo di Unità per la Costituzione, i cui valori di terzietà, moderazione, equilibrio, non collateralismo, fedeltà ai principi sanciti dalla Costituzione
formale ed evolutivamente incarnati in quella materiale devono ispirare l’esercizio quotidiano della giurisdizione in senso non ideologico e non corporativo.

In terzo luogo ritengo che l’adesione ad Unità per la Costituzione sia -in questo momento storico- un’opportunità non soltanto per rileggere criticamente il passato, ma anche per reperire nuova linfa culturale ed etica idonea sia ad evitare un improbabile ‘bipolarismo’ giudiziario che a prosciugare il terreno fertile su cui allignano populismi e corporativismi di varia origine e natura.

Infine per contribuire, nel mio piccolo, a dare voce ai tanti colleghi che, concependo l’esercizio della giurisdizione non come potere ma come “servizio” per la comunità, si dedicano quotidianamente e nel silenzio al proprio lavoro con professionalità e umanità, trasmettendo a tutti coloro, che si rivolgono loro per ragione di giustizia, fiducia e credibilità nelle istituzioni democratiche, di cui anche gli uffici giudiziari sono parte.