Sul sistema elettorale del CSM

una riflessione sulle elezioni suppletive

Le notizie che giungono dal Ministero sull’imminente presentazione della proposta di modifica del sistema elettorale del CSM chiamano tutti i magistrati italiani a prestare massima attenzione sulle possibili distorsioni del meccanismo prescelto.

Si tratterebbe di un sistema inedito, maggioritario binominale, per il settore giudicante e requirente di merito, con un minimo correttivo proporzionale. Il collegio nazionale della legittimità rimarrebbe, invece, inalterato.

Tale meccanismo non realizza l’obiettivo di ridurre il peso delle correnti, poichè i candidati, per avere chances concrete di elezione, avrebbero comunque bisogno dell’appoggio di un gruppo.

Peraltro, il sistema ideato porterebbe alla formazione di due poli contrapposti, non funzionale al ruolo del CSM che non ha esigenze di governabilità, bensì di rappresentanza di tutte le componenti culturali della Magistratura. Di conseguenza, i laici diventerebbero ago della bilancia nelle scelte del Csm.

Sarebbe uno scenario contrario allo spirito della Carta Costituzionale, in quanto i laici, la cui funzione è quella di garantire una osmosi con la società civile e scongiurare la autoreferenzialità dell’organo di governo autonomo della magistratura, diventerebbero strutturalmente decisivi nel suo indirizzo.

La riforma del sistema elettorale deve invece essere informata ai principi di massima partecipazione della base elettorale alla scelta degli eletti, ed inclusione, con conseguente formarsi di un organo consiliare variegato, sotto il profilo culturale, che presenti dinamiche fisiologiche nei rapporti con la componente laica.

Approvato all’Assemblea Nazionale di Unicost del 12 dicembre 2021.