3. Essere istituzione

Il programma dei candidati UNICOST – Line programmatiche

Il ruolo istituzionale che andremo a svolgere richiederà, in ogni scelta, di saper coniugare questi principi con l’esercizio delle attribuzioni costituzionali del CSM.

Una vera rappresentanza deve saper garantire la realizzazione dei valori istituzionali e degli interessi generali, coniugandoli, nel rigoroso rispetto delle regole, con la tutela di posizioni individuali.

La giurisdizione è una funzione costituzionale che non appartiene ai singoli giudici ma va esercitata come “servizio”; in egual modo il CSM svolge un delicato ruolo istituzionale con il compito di garantire che la funzione giurisdizionale possa essere esercitata, nel suo complesso e dal singolo giudice, in concreta autonomia e indipendenza.

Autonomia e indipendenza non significano irresponsabilità. Il rendere conto di come si esercita la giurisdizione è il compito precipuo che il CSM deve riuscire a svolgere, cercando di raggiungere il delicato equilibrio fra la tutela del singolo magistrato, nella consapevolezza della precarietà di mezzi e di uomini messi a disposizione, delle difficoltà ambientali e del troppe volte insostenibile carico di lavoro, e il perseguimento di ogni sacca di neghittosità o di assenza di adeguata professionalità.

Essere istituzione vuol dire spendersi per realizzare l’obiettivo unitario di contribuire a potenziare lo Stato.

Il momento attuale é di estrema delicatezza. Tutti conosciamo la trasversalità delle posizioni che accompagnano l’attuale dibattito sulle riforme possibili.

Sul versante più propriamente istituzionale e ordinamentale, che si caratterizza per la volontà di ridefinire un equilibrio tra i poteri dello Stato e la magistratura, il CSM dovrà e saprà fare la sua parte partecipando al dibattito generale, nel rigoroso rispetto dei limiti ma nel pieno esercizio delle sue prerogative.

E’ imprescindibile porre al centro dell’attenzione del dibattito e dell’attività del CSM la funzionalità degli uffici giudiziari e del sistema giustizia.

 L’esercizio autonomo e indipendente della giurisdizione, affidato alla posizione di “terzietà costituzionale” attribuita alla magistratura, può divenire vano se non accompagnato dal necessario grado di celerità ed effettività della risposta alla domanda di giustizia secondo i principi costituzionali degli artt. 110 e 111 Cost.

Ridare efficacia ed efficienza agli uffici giudiziari non può risolversi in una mera rivendicazione di risultati di maggiore produttività, ma richiede un corretto esame delle reali condizioni in cui i magistrati lavorano.

La complessa attività di rilevamento e di analisi, avviata dall’attuale Consiglio, deve comportare un approccio concreto, affidabile, partecipato, senza ipocrisie e riserve mentali, da perseguire, ferme le rispettive attribuzioni, in reale sintonia e non contrapposizione con il Ministero.

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