4. Smaltimento dell’arretrato

Programma per il rinnovo del CDC dell’Associazione Nazionale Magistrati

In ogni caso,  le novità normative non sono idonee a risolvere la questione dello smaltimento dell’arretrato civile che presuppone una riflessione più ampia sul sistema giustizia nel nostro Paese.

    I dati forniti dalla Commissione europea sul rapporto giudici-avvocati in Francia e in Germania (dove esiste pure la motivazione a pagamento) è di 1 a 6 circa, rispetto a circa 1 a 26 nel 2010 in Italia. Gli stessi dati attestano che la produttività dei giudici italiani, nel contesto europeo, è ai primi posti.

    Una visione realistica dei dati appena indicati lasciano intendere che è ben difficile che l’arretrato, accumulatosi negli anni, possa essere seriamente ridotto senza un razionale piano di investimenti e di riorganizzazione della macchina giudiziaria.

    Unità per la Costituzione ritiene non più accettabile la richiesta rivolta alla Magistratura di supplire alle carenze organizzative, senza offrire risorse, innovazioni e anche – non ultimo – il dovuto rispetto del ruolo e della dignità della funzione.  Non è più accettabile  lavorare in locali inadeguati e in contrasto a ogni normativa di sicurezza.

Occorre dare merito ai tantissimi colleghi la cui vocazione alla funzione ha indotto a portare personalmente il carrello dei faldoni in udienza, ad accettare di esercitare la funzione giurisdizionale in locali fatiscenti, a pagare di tasca propria benzina, codici e articoli di cancelleria. A questa magistratura occorre essere riconoscenti, anche per la sobrietà e il riserbo con cui tutto ciò è stato affrontato. Ma tutto ha un limite.

L’inserimento nella manovra finanziaria, della revisione delle circoscrizioni giudiziarie costituisce un dato in sé apprezzabile perché corrisponde a una richiesta tante volte reiterata dal CSM e dalla stessa ANM nel corso di questi ultimi anni.

    Il CSM in innumerevoli occasioni, con risoluzioni generali, ha richiamato la priorità di questo intervento, del resto ben inquadrato anche nel  “Libro verde sulla spesa pubblica” del 2007, preparato dalla Commissione tecnica per la finanza pubblica e nel “Rapporto 2008” della Commissione tecnica per la finanza pubblica, concernente “La revisione della spesa pubblica”. Entrambi i documenti attestano che le elaborazioni sui dati disaggregati, per singolo ufficio giudiziario e per tipo di materia del contendere, evidenziano l’esistenza nell’organizzazione giudiziaria di rilevanti economie di scala non sfruttate e che la dimensione troppo limitata degli uffici giudiziari costituisce elemento di inefficienza dell’offerta di giustizia in Italia, pur in presenza di una buona produttività del magistrato, che risulta crescente al crescere delle dimensioni del tribunale. Rilevanti economie possono derivare da forme di specializzazione e dalla ricerca della dimensione ottimale degli uffici.

    Un  recupero di efficienza può, dunque, essere perseguito con la revisione della geografia giudiziaria volta ad accorpare gli uffici di minori dimensioni. L’Associazione Nazionale Magistrati deve essere disponibile ad un’interlocuzione stabile e  costruttiva per l’elaborazione dei decreti delegati. Ciò nondimeno, alcuni contenuti della norma delega suscitano perplessità specie per quanto riguarda la previsione di poter dar corso alla ridefinizione dell’assetto territoriale degli uffici requirenti anche mediante ricorso ad accorpamento in unico ufficio di procura della competenza allo svolgimento di funzioni requirenti in più tribunali (lett. c). La previsione introduce una centralizzazione dell’esercizio dell’azione penale senza considerare i profili di carattere organizzativo connessi alla molteplicità delle esigenze dei diversi tribunali.

    Unità per la Costituzione chiede, inoltre, che il CSM sia presente attivamente già in questa delicata fase di elaborazione ed attuazione dei decreti delegati.

    Le costanti scoperture nella pianta organica complessiva  costituiscono, poi, un ostacolo insormontabile al pieno ed efficiente funzionamento del sistema giudiziario e, dunque, alla risposta di giustizia  tempestiva.  Le vacanze complessive nella pianta organica della magistratura sono oggi pari a circa 1.300 unità. Si scontano gli errori del passato e l’assurdo blocco dei bandi di concorso voluto dal ministro Castelli.

    In tale contesto non appare più rinviabile  l’elaborazione di un piano pluriennale di copertura delle vacanze della pianta organica, con il quale pianificare lo svolgimento di più concorsi per l’accesso in magistratura, onde, per un verso, porre rimedio alle già croniche scoperture verificatesi soprattutto nelle zone più a rischio del Paese e, per altro verso, assicurare la selezione di candidati adeguatamente qualificati, senza la necessità di dover inutilmente ricorrere a bandi di concorso per un numero di posti non obiettivamente proporzionato ai potenziali vincitori delle prove. Molto riduttiva e  non appagante è  l’introduzione, ad opera dell’ art. 37 d.l. 98/2011 conv dalla L. 101/11,  dell’espressa possibilità per i capi degli uffici giudiziari di stipulare apposite convenzioni, senza oneri a carico della finanza pubblica, con le facoltà universitarie di giurisprudenza, con le scuole di specializzazione per le professioni legali di cui all’art. 16 d.lgs. 17 novembre 1997, n. 398, e con i consigli degli ordini degli avvocati, onde consentire, su richiesta dell’interessato, lo svolgimento presso i medesimi uffici giudiziari del primo anno del corso di dottorato di ricerca, del corso di specializzazione per le professioni legali o della pratica forense per l’ammissione all’esame di avvocato, con compiti di assistente di studio di un magistrato ordinario.

    Se è infatti vero che grazie a tali convenzioni potranno acquisirsi “nuove energie intellettuali esterne al sistema”, è altrettanto vero che non è più differibile la previsione di una struttura, stabile e qualificata, volta ad assistere e collaborare con il magistrato nello svolgimento di attività routinarie, di studio, di approfondimento.