Lettera di Tony Nicastro
Ciao Francesca, Ciao Giovanni,
Oggi ancora una volta è il 23 maggio, giorno di primavera; si avverte sulla pelle il tepore del sole, che riscalda e risveglia le coscienze.
Vi immaginiamo qua accanto a noi, Tu Francesca bellissima e giovanissima, Tu Giovanni con il Tuo sorriso rassicurante, sotto i baffi. Eravate giovani, siete rimasti giovani, sarete per sempre giovani, siete cari agli Dei.
Quel sabato pomeriggio stavate tornando a casa, Tu Giovanni alla guida della Croma blindata con accanto Francesca, guardando dallo specchietto i ragazzi della scorta, i Tuoi angeli custodi.
Oggi Noi siamo nella nostra casa, la casa di tutti i Magistrati italiani, purtroppo non nella saletta al sesto piano della Cassazione, la mitica saletta con le rose spezzate ed i Vostri nomi, ma in un albergo romano dove la pandemia ci ha confinati. Ma poco importa, è casa dove batte il cuore, ed oggi il cuore dei Magistrati italiani batte forte, perché Voi ci avete insegnato ad essere forti, facendoci scudo della Nostra toga, alla quale dedichiamo giorno per giorno ogni nostra energia, pronti a difenderla con tutte le nostre forze da chi osa calpestarla.
Il Vostro sacrificio non è stato vano, ha risvegliato coscienze colpevolmente assopite, ha dato vita ad un nuovo risorgimento, che partendo dal Sud, dalla magica terra di Sicilia, ha attraversato il paese, come una linfa vitale che da Capaci ha irrorato questa nostra meravigliosa Italia.
Oggi abbiamo bisogno di riprendere il cammino, stiamo vivendo tempi oscuri, ma siamo consapevoli che avendoVi idealmente accanto, tutti insieme ce la faremo. La Magistratura Italiana è composta da tantissime persone che, tra mille oneri più che onori, hanno l’unico scopo di fare esclusivamente il proprio dovere, a prezzo di quotidiani sacrifici personali e familiari. Una Magistratura formata da Giudici ragazzini esposti in prima linea nella lotta alle mafie, uomini e donne accomunati dall’unica bramosia di assicurare giustizia ai cittadini, che vivono i Tribunali e nei Tribunali, come case di vetro che vogliamo limpide e trasparenti, dove i torti, da chiunque commessi, vengono riparati con la forza della legge.
Questa è la Magistratura che vogliamo, che vive di fascicoli e sudore, di toghe non cariche di medagliette ma ricche di onore.
Forti del Vostro esempio, ed in quello di Rocco, Rosario, Paolo e tanti altri degli uomini e donne delle scorte, oggi siamo qui non per ricordarVi ma per ringraziarVi. Ci avete indicato la via, e noi quella via saremo capaci di percorrerla a testa alta.
Ciao Francesca, Ciao Giovanni.