g. La mobilita dei magistrati

Profili programmatici

Problematica appare la gestione della mobilità dei magistrati. L’intreccio tra individuazione dei carichi di lavoro e la mai attuata modifica della geografia giudiziaria stanno facendo emergere le spinosità della normativa della temporaneità delle funzioni, delle incompatibilità nel cambio di funzioni e del divieto di assegnazione dei magistrati di prima nomina nei posti di Procura. La scopertura degli organici ha imposto al legislatore un intervento, in via d’urgenza, che ha introdotto una nuova previsione di trasferimento di ufficio e una temporanea deroga al divieto di passaggio di funzioni, resa necessaria per “assicurare la funzionalità del sistema giudiziario”.

Il CSM, ancora una volta, dovrà confrontarsi con una normativa tampone, che imporrà un immediato impegno di coordinamento normativo per l’applicazione delle nuove disposizioni. E’ in discussione il principio dell’inamovibilità. E comunque poi è necessario superare una logica degli interventi urgenti per attuare vere modifiche strutturali; si auspica di intensificare un proficuo rapporto collaborativo con il Ministro alla ricerca di soluzioni definitive più meditate ed efficaci.

Per i trasferimenti è prioritario l’impegno di valorizzare e consolidare i risultati della recente circolare che ha consentito di ridurre i tempi di copertura delle vacanze e di garantire un piano di tendenziale  contestualità tra trasferimenti in ingresso e in uscita dai singoli uffici giudiziari.

Va anche valutata l’esigenza avvertita da tanti colleghi, sopratutto degli uffici meridionali, di una tendenziale equiparazione dei magistrati che già operano nelle sedi disagiate con i magistrati che partecipano alla cd. “mobilità disagiata”.

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