INTERVENTO DEL CONSIGLIERE PAOLO AURRIEMMA NELLA SEDUTA DI PLENUM DELL’8 MAGGIO 2013 IN OCCASIONE DEL CONFERIMENTO DELL’UFFICIO DIRETTIVO APICALE GIUDICANTE DI LEGITTIMITA’ DI PRIMO PRESIDENTE DELLA CORTE DI CASSAZIONE
Vorrei innanzitutto esprimere la mia riconoscenza al Presidente del CSM che qui è a confortare ed a dare la massima legittimazione la difficile scelta che oggi dovremo operare.
Il Primo Presidente non rappresenta soltanto il vertice di un ufficio giudiziario, vertice di un ufficio e non dell’ordine giudiziario è chiamato a dirigere quell’Ufficio al quale è affidata la funzione di nomofilachia finalizzata a garantire l’uniforme interpretazione del diritto su tutto il territorio nazionale, ma accanto a questa funzione e probabilmente proprio in forza di questa funzione il primo presidente fa parte come componente di diritto del Consiglio Superiore della Magistratura.
Questa duplicità di funzioni, voluta dal Costituente esige che il magistrato chiamato a ricoprire l’incarico sia portatore non soltanto di significative esperienze professionali ma soprattutto di un rigore morale e di un prestigio culturale che lo pongano, non al di sopra, ma in una posizione diversa rispetto a quella degli altri componenti del CSM siano essi di estrazione magistratuale o di estrazione parlamentare.
Questa diversità di condizione del componente di diritto del CSM è fonte di grande autorevolezza per il magistrato chiamato a ricoprire l’incarico. Egli sarà tenuto a farne un uso oculato, attento, moderato, tale da essere spunto per evitare e per superare le spesso inevitabili contrapposizioni in vista di un superiore interesse dell’istituzione. Il terzo comma dell’articolo 104 della Costituzione, che prevede all’interno del Consiglio Superiore quali membri di diritto del primo presidente del procuratore generale della Cassazione, sottolinea il ruolo e la peculiarità di questo giudice rispetto le agli altri organi di giurisdizione superiore. Una sottolineatura coerente con il principio dell’ articolo 111 della Costituzione che stabilisce la essenzialità della presenza di tale giudice in qualsiasi in ogni controversia ove si discuta i diritti soggettivi e con le norme che assicurano la sua partecipazione alla formazione della Corte Costituzionale.
I capi di corte sono chiamati a comporre il vertice organizzatorio dell’ordine giudiziario. Dunque è la Costituzione che afferma la essenzialità della funzione di governo dentro un organo ben diversamente composto nella sua assoluta maggioranza. Una funzione di riferimento autorevole, di istituzionalità rassicurante che tale perchè almeno in teoria è in grado di evitare i rischi naturali di un organo che delibera votando anche sulla base di opzioni culturali legittimamente diverse. una funzione che esercitata saggiamente può aiutarci ad essere effettivamente autonomo.La Cassazione ha il compito di indicare non solo quale la legge ma quale il giudice che devi applicare.
La particolare natura dell’Ordine Giudiziario quale voluta dal Costituente che lo ha configurato come Ordine senza vertice, prevede che alla nomina del Primo Presidente, del primo magistrato d’Italia contribuisca ogni magistrato eletto dai giudici di merito.
Noi, che siamo magistrati di merito, prestati solo temporaneamente alla funzione di amministrazione della giurisdizione, forniamo con il voto, il nostro contributo alla scelta del Primo Presidente. Non è una scelta facile perchè siamo chiamati a valutare i profili professionali dei più autorevoli magistrati del Paese.
Ed in questa valutazione per le considerazione che ha svolto il relatore Fuzio ci siamo ritrovati nel riconoscere nella figura del presidente Santacroce per ricoprire il posto di primo presidente della Corte di Cassazione. Ciò in forza del suo ricchissimo curriculum professionale della sua autorevolezza all’interno della Corte di Cassazione, sperimentata per lunghi anni.
Il profilo del presidente Giorgio Santacroce, presidente della Corte di Appello Roma vanta una carriera che si può definire particolarmente moderna essendo passata per tutte le funzioni giudiziarie di primo e di secondo grado, giudicanti e requirenti, di merito e di legittimità, carriera che a mio avviso si pone in linea con le novità introdotte dall’ordinamento giudiziario carriera rivolta in concreto ad assicurare un osmosi fra le diverse esperienze ed in particolare fra il merito e la legittimità.
Il voto è espressione del riconoscimento delle doti del presidente Santacroce: le attitudini culturali, l’ampio bagaglio culturale giuridico, la vasta conoscenza sia della materia civile che di quella penale, la tensione nell’impegno quotidiano che lo fa punto di riferimenti di tutti coloro che con lui hanno collaborato, caratteristiche eccezionali di organizzazione sotto diversi profili.
Il prestigio fondato sulla professionalità, la completezza che si rivela nella pluralità delle funzioni svolte positivamente, i risultati raggiunti nella gestione di uno dei più grandi Uffici del Paese ove ha saputo coniugare qualità della giurisdizione con una organizzazione unanimemente ed indiscutibilmente riconosciuto così dimostrando un cultura della efficienza non burocratica, ma sostanziale, assicurano le condizioni imprescindibili per le quali può indicarsi nel Presidente Santacroce il candidato maggiormente adatto al ruolo che andiamo a ricoprire, quella di Primo Presidente della Cassazione di un Paese governato dal diritto.