La questione economica

Profili programmatici

15. La questione economica.

Il nuovo ordinamento giudiziario ha previsto innovative forme di accesso in magistratura che, di fatto, hanno determinato un forte innalzamento dell’età media dei magistrati ordinari di prima nomina che, oltre a dover “scontare” un allungamento del corso di studi in giurisprudenza, possono partecipare al concorso solo se, oltre al diploma di laurea, siano muniti di una precedente esperienza lavorativa ovvero del titolo di avvocato o del possesso del diploma di specializzazione per le professioni legali. Inoltre, l’aumento delle griglie temporali delle valutazioni di professionalità( l ogni 4 anni sino al 28°) e la concreta diretta incidenza della valutazione non positiva sulla retribuzione periodica hanno reso indubbiamente più severa e rigorosa la cd. carriera giuridica ed economica dei magistrati.

Ma, a fronte di questo “giro di vite” ( oltre alla temporaneità degli uffici direttivi ed alla disciplina sulla mobilita) che non trova alcuna corrispondenza nelle altre magistrature, il nuovo ordinamento si e limitato a concedere un lievissi-mo beneficio consistente nell’anticipo di un solo anno dello stipendio del magistrato con 4 anni di anzianità (beneficio, tra l’altro, non ancora riconosciuto sul piano esecutivo dal Ministero di Giustizia).

Pare evidente che la situazione, soprattutto per i magistrati di prima nomina e per quelli di minor anzianità, rende poco attraente per i giovani laureati coltivare questa aspirazione e ciò in presenza di una scopertura di organico di oltre mille posti.

E’, poi, davvero singolare imporre ai giovani e meno giovani magistrati un’alternativa tra trasferimento di ufficio e un’offerta di “ingaggio” con incentivi economici, e nel contempo dimenticare che la retribuzione del magistrato – al di la delle contingenze – deve corrispondere all’elevata funzione costituzionale a essi assegnata.

Il Consiglio superiore deve impegnarsi a

  • evidenziare le indicate incongruenze della nuova normativa ordinamentale e a ottenere una rivalutazione della carriera economica dei magistrati, anche sotto questo aspetto, indicati erroneamente come categoria “privilegiata”;
  • sottoporre all’attenzione del Ministero la lunga serie di contenziosi in corso che giustificano una coerente presa di posizione che, sul presupposto dell’irrinunciabile serenità e omogeneità della retribuzione di ogni magistrato, ponga termine anche a inaccettabili sperequazioni derivanti dall’inevitabile episodicità dei contenziosi.
  • immediata attenzione andrà esercitata per l’erogazione delle indennità previste in favore dei magistrati assegnati alle sedi disagiate:

a)      assicurando la tempestività del pagamento delle indennità;

b)      valutando la posizione dei magistrati che già svolgono funzioni in sedi dichiarate disagiate.

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