L’Assemblea per il Futuro ha terminato i suoi lavori: dall’Assemblea Costituente all’Assemblea Generale per la nuova Unità per la Costituzione.

Questo è il momento di dimostrare, con coraggio, di voler superare ogni degenerazione del sistema delle correnti per perseguire autenticamente l’interesse generale ad avere una giustizia efficiente e credibile. E’ indispensabile porre attenzione critica sul ruolo e sull’utilità stessa delle correnti interne alla vita associativa dei magistrati”. (Sergio Mattarella)

Cosa è e come nasce l’Assemblea per il Futuro.

L’8 e il 9 febbraio 2020 il Congresso Straordinario di Unità per la Costituzione dal titolo  Un Nuovo Inizio deliberava di dare avvio a una fase di rifondazione del gruppo. La Segreteria e la Presidenza, con questa finalità, promuovevano la fase costituente. È stata l’immediata conseguenza della autocritica che Unità per la Costituzione da subito ha compiuto.

Scrivevamo  “La tragedia della pandemia, la sospensione delle modalità tradizionali di confronto associativo, come pure il differimento delle elezioni del CDC, il panorama che offrono le chat pubblicate sui quotidiani, impongono un profondo percorso di partecipazione democratica per una nuova partenza, una rivoluzione più che un rinnovamento, che non basterebbe. Dobbiamo prendere atto di un fallimento, aldilà delle buone intenzioni dei singoli, di fronte a derive correntizie e cordate traversali, dedite alla pura e mera gestione personalistica del potere. La crisi cui assistiamo è anche una crisi di sistema, alla quale nessun componente associativa deve ritenersi estranea; crisi che ci coinvolge come gruppo, che ha compromesso la fisiologia dei rapporti tra il governo autonomo e la base della magistratura e ha consentito l’insinuarsi di particolarismi, quando non di patologici rapporti con la politica e con centri di interessi nelle decisioni” (per le ragioni del percorso costituente rinviamo a Assemblea per il futuro).

L’Assemblea Generale di Unità per la Costituzione del 19 giugno 2020, pertanto,  avviava il  percorso costituente dando mandato alla Assemblea Costituente – Assemblea per il Futuro –  di proporre la rifondazione dello Statuto del gruppo e designando i componenti proposti dalle assemblee distrettuali quali componenti della Costituente. 

L’Assemblea Costituente  e i suoi lavori.

L’Assemblea per il Futuro è stata composta da tre componenti delegati dai comitati di coordinamento di ogni distretto oltre che degli uffici di legittimità.

Si è data delle regole,  ha svolto i propri lavori  nella forma dell’Assemblea Generale  alla quale giungevano le proposte discusse e approvate nelle tre sottocommissioni denominate Valori, Democrazia, Associati.

Sono state tenute 41 riunioni in via telematica (14 in assemblea generale e 27 nelle tre sottocommissioni) in cui 80 magistrati, delegati dalle assemblee distrettuali,  provenienti da tutta Italia e di tutte le generazioni: delegati <nuovi, non solo e non tanto da un punto di vista generazionale, quanto perché nel segno di una discontinuità con il passato … per consentire una rifondazione culturale ed etica, che non sia in alcun modo offuscata dal confronto con le pratiche passate>.  

Gli 80 delegati si  sono apertamente e democraticamente confrontati sul significato dell’associazionismo e sul valore dello stare insieme in un gruppo associativo.  

L’Assemblea Costituente è giunta alla proposta-base  di riforma del  nuovo Statuto di Unità per la Costituzione con l’approvazione finale intervenuta il 12 gennaio 2021.

Fin dall’inizio la Segreteria e la Presidenza di Unità per la Costituzione, elette il 9 febbraio 2020, hanno garantito l’assoluta autonomia della Assemblea Costituente, non intervenendo in sede di Commissione o di Assemblea. Anche il percorso che condurrà alla Assemblea Generale per la riforma della Statuto richiede che la Segreteria e la Presidenza fin da ora rimettano il mandato: con la riforma dovranno essere nominati i nuovi organi statutari.  

I lavori, serrati e resi complessi dalla modalità solo telematica di confronto e votazione, sono stati caratterizzati da un metodo realmente democratico  di confronto aperto, magistralmente coordinato da Mirella Cervadoro che ha presieduto l’Assemblea e dalle presidenti delle Commissioni, con l’ausilio dei colleghi che hanno concretizzato, in un mix generazionale, una esperienza di democrazia reale che gli stessi costituenti hanno testimoniato come ricca di proposte e contenuti, oltre che umanamente esaltante.   

Sul sito sono pertanto disponibili nella sezione dedicata la Relazione illustrativa del Nuovo Statuto (anche in forma sintetica), il Preambolo, la proposta di Nuovo Statuto (anche in comparazione con l’attuale), il Patto Etico .

Dalla Assemblea Costituente alla Assemblea Generale: per la Nuova Unità per la Costituzione. 

Il  percorso di rinnovamento democratico non è ancora finito.

La proposta di Nuovo Statuto dovrà essere ancora approfondita e vagliata dalle Assemblee distrettuali, per poi essere definitivamente rimessa e approvata dall’Assemblea Generale, che si terrà in modalità mista, in presenza e da remoto.

La previsione di un’Assemblea in presenza – se sarà possibile,  compatibilmente con con le regole di  prevenzione – vuole essere  l’augurio che, dopo un lungo periodo segnato dalla pandemia e dalla lontananza, si possa finalmente tornare ad incontrarsi e a confrontarsi di persona, in un momento di reale condivisione.

Lo Statuto ora vigente prevede che: 

  • l’Assemblea Generale sia preceduta dalle assemblee sezionali e sottosezionali,  anche per consentire la partecipazione all’Assemblea Generale mediante voto delegato (art. 5, 5° comma);
  • l’Assemblea Generale deliberi sulle modifiche statutarie (art. 5, 6° comma, lett. a) a maggioranza semplice.  

Le tappe finali del percorso individuate dal Comitato di Coordinamento del  26 gennaio 2021 saranno pertanto le seguenti: 

  • le assemblee sezionali e sottosezionali  – per l’analisi di sub-emendamenti alla proposta di Nuovo Statuto ovvero per la proposizione di  proposte di modifica all’attuale Statuto  – dovranno tenersi  entro il 10 aprile 2021, anche per designare i delegati all’Assemblea Generale (art. 12 dell’attuale Statuto): pur nell’ambito della previsione statutaria di un massimo di venti deleghe, auspichiamo  che le stesse siano contenute in un massimo di cinque (in linea con la proposta della Assemblea Costituente) per favorire una più ampia partecipazione diretta dei colleghi alla Assemblea generale;  auspichiamo, fatta salva la possibilità di presentare emendamenti e sub emendamenti direttamente in sede di Assemblea Generale,  che gli stessi siano discussi e se del caso approvati a maggioranza semplice nelle singole assemblee;  
  • il termine auspicato per la trasmissione al Presidente del gruppo dei sub emendamenti e/o delle ulteriori modifiche  statutarie,  presentate alle assemblee sezionali,  è quello del  15 aprile 2020 (da far pervenire al seguente indirizzo mail segreteria@unicost.eu e da inviare alla mailing list upc-coordinament@googlegroups.com). Entro la stessa data devono essere inviati i verbali di assemblea anche con l’indicazione dei delegati alla Assemblea generale e delle mozioni che gli stessi sosterranno, nonché l’elenco dei possibili partecipanti all’Assemblea in presenza o in via telematica. 
  • l’Assemblea generale di Unità per la Costituzione si terrà da venerdì 30 aprile a domenica 2 maggio 2021 in Roma in una sede ancora da definire in modalità mista, se la presenza sarà consentita e nella misura compatibile con  le disposizioni di prevenzione della pandemia.

L’approvazione del Nuovo Statuto  comporterà ovviamente la decadenza degli attuali organi statutari. Per tale motivo la Segreteria e la Presidenza,  che hanno promosso e creduto fortemente nella fase costituente,  rispettandone pienamente l’autonomia,  ritengono fin d’ora – come già comunicato in sede di Comitato di coordinamento –  di rimettere il proprio mandato per agevolare la scelta della futura dirigenza del gruppo. 

Un nuovo modo di essere e fare associazionismo giudiziario.

I contenuti innovativi della proposta di Nuovo Statuto.

I lavori dell’Assemblea costituente propongono rilevanti elementi di novità allo Statuto la cui sintesi che segue, necessaria a rendere intellegibile la portata innovativa del lavoro svoltosi, non rende giustizia alla passione e all’impegno profuso dai colleghi che hanno partecipato alla sua elaborazione.

L’Assemblea costituente è partita dall’analisi  dell’atto fondativo del 1979, ritenuto da tutti la più alta espressione della riflessione sui valori di equilibrio, di impegno e di serietà professionale che da sempre ci caratterizzano.

Nell’avvertire il bisogno di un soggetto associativo che sappia includere, accogliere, comprendere le difficoltà quotidiane del  lavoro di magistrato senza però porsi quale lobby di tutela degli aderenti, l’Assemblea ha ritenuto  di rielaborare lo  Statuto che, nel dettare le regole della vita del gruppo, disciplinando i rapporti tra gli associati e tra soci e associazione stessa, traccia la strada che il gruppo intende seguire, definendo il senso più profondo dell’esercizio della giurisdizione nonché la posizione del magistrato anche sotto il profilo etico, sia nello svolgimento dell’attività giurisdizionale sia negli organismi associativi.

Molti principi erano già presenti e sono stati solo rimodulati, contestualizzandoli al presente, ritenendo che non possano mai essere dati per scontati ed anzi vadano sempre rivendicati e testimoniati:

  • la tensione verso la piena realizzazione della Carta costituzionale,
  • il rifiuto di qualsiasi forma di collateralismo politico
  • il rispetto del pluralismo ideologico,
  •  la separazione dei poteri
  • il reciproco rispetto nel rapporto con gli altri poteri,
  • l’indipendenza interna ed esterna,
  • il principio di parità delle funzioni sancito dall’art. 107 della Costituzione.

Altri principi sono stati maggiormente rimarcati:

  • la misura e l’equilibrio nell’esercizio dell’attività e nelle manifestazioni esteriori,
  • la tutela delle minoranze,
  • la partecipazione democratica della base,
  • le regole dell’interpretazione non ideologica della legge,
  • il ruolo del magistrato nella società, i rapporti con l’avvocatura.

Alcuni principi sono stati introdotti e trattati esplicitamente per la prima volta:

  • forme di tutela della dignità del lavoro del magistrato;
  • la tutela della salute, dell’onore e del lavoro anche con riguardo alle condizioni degli e negli uffici;
  • la parità di genere formale e sostanziale,
  • la dirigenza come servizio anche in relazione alle procure;
  •  la carriera;
  • i rapporti con l’opinione pubblica e i mass media;
  • la comunicazione ufficiale e l’uso dei mezzi di comunicazione.

Al fine di privilegiare la partecipazione dei colleghi e la trasparenza nell’assunzione delle decisioni del gruppo, rifuggendo dalle pericolose prassi registrate nel passato di affidamento a pochi della sorte del gruppo, vengono individuati nuovi organi, prevendendosi  un  “modello diarchico” per alcune cariche sociali già monocratiche, fatta eccezione per il Presidente dell’associazione. Opzione culturale che intende perseguire, in primo luogo, confronto e condivisione di pensieri e di azioni.

Tale proposta diarchica,  per alcune cariche statutariamente previste,  implicherà preferibilmente la compresenza di una donna e di un uomo nell’incarico di responsabilità; scelta dettata dalla consapevolezza della ricchezza che deriva dalla diversità di genere.

La proposta di nuova struttura del gruppo prevede di attribuire a un maggiore numero di associati ruoli attivi e di responsabilità: è stata quindi introdotta la figura degli Incaricati.  

La valorizzazione degli Incaricati vuole favorire la partecipazione dei colleghi più sensibili ai temi associativi, individuando un metodo grazie al quale ci si sperimenta nella analisi delle esigenze altrui, nella progettazione delle risposte da dare, nella gestione di piccoli gruppi di colleghi, nella propria capacità di mettersi al servizio.

L’individuazione delle aree tematiche principali degli incarichi previsti, obbligatori a livello nazionale e facoltativi a livello locale, nasce dall’esigenza di rispondere alle quattro aree d’intervento che si ritengono prioritarie:

  • la comunicazione,
  • la formazione,
  • i rapporti con gli associati
  • le condizioni di lavoro dei magistrati.

L’Assemblea si propone possa divenire l’organo centrale del gruppo.

Le innovazioni propongono di incidere profondamente sia sul ruolo dell’Assemblea all’interno del gruppo che sul suo concreto funzionamento.

Queste le innovazioni in merito all’organo assembleare:

a. All’Assemblea vengono rimesse le decisioni più significative con l’obiettivo di coinvolgere gli iscritti nella formazione dell’indirizzo politico di Unità per la Costituzione attraverso la condivisione diffusa delle responsabilità decisionali. L’Assemblea designa i candidati al CSM a seguito delle primarie.

b. Con i nuovi compiti sono stati ridisegnati anche i meccanismi di funzionamento dell’Assemblea, agevolando la partecipazione diretta e limitando il numero di deleghe consentite. È stato infine previsto che la partecipazione all’Assemblea possa avvenire con sistemi di videoconferenza e voto telematico.

Si propongono le primarie  come strumento obbligatorio per l’individuazione dei candidati di Unità per la Costituzione al CSM e possono, altresì, essere scelte dall’Assemblea quale metodo per qualunque altra designazione.

Si propone il patto etico.

Non si tratta di un mero doppione del codice etico dell’ANM; né vuole essere un codice etico aggiuntivo.

Non si propone come un insieme di regole declamate, destinate ad essere dimenticate o prive di conseguenze.

Si propone, invece, un vero e proprio patto di corresponsabilità etica, tra elettori e candidati al CSM, teso a evitare ogni indebito legame conseguente al sostegno elettorale, e ciò al fine precipuo di assicurare l’autonomia nell’esercizio delle funzioni di governo autonomo.

La violazione di tale impegno, da parte del Consigliere eletto, sarà sanzionata, nei casi più gravi, con l’espulsione dal gruppo.

Per raggiungere l’obiettivo di un percorso autenticamente di riforma – con l’obiettivo che il sistema di valori e regole sia non solo proclamato ma soprattutto preteso nei fatti e quotidianamente praticato dagli aderenti al gruppo – si propone l’ampliamento delle ipotesi di incompatibilità degli incarichi e di incandidabilità.

Con gli artt. 15 e 16 sono state disciplinate le cause di ineleggibilità e di incompatibilità, integrando le preesistenti con poche ma significative disposizioni.

In primo luogo marcando una netta distinzione tra le attività e le cariche all’interno del Gruppo e quelle negli organi di “governo autonomo” ovvero dell’A.N.M., al fine sia di creare degli efficaci deterrenti, rispetto ai meccanismi perversi che in passato hanno permesso o comunque favorito la costruzione di carriere predeterminate, che di aprire il gruppo al coinvolgimento e alla responsabilizzazione di più persone.

Nella riformulazione dell’art. 17 del nuovo Statuto, il principio ispiratore della novella si è sostanziato principalmente nella ricerca di una formulazione che tenga conto di una separazione effettiva e particolarmente rigida tra impegno politico e appartenenza alla magistratura.

E’ significativo in particolare il nuovo comma 1 dell’art. 17, laddove in luogo di un divieto di appartenenza al gruppo, limitato solo alla copertura di incarichi in partiti o formazioni politiche cronologicamente coeva alla appartenenza stessa, si è sancito, in modo molto più radicale, un divieto di appartenenza al gruppo, anche per coloro che, a far data dall’ingresso in magistratura, sono stati iscritti o abbiano ricoperto cariche o incarichi in partiti e formazioni politiche assimilabili (anche anteriormente alla previsione di cui all’art. 3, comma 1, lett. h, del Dlgs 109/2006), nonché per coloro che ricoprono o abbiano ricoperto negli ultimi quattro anni incarichi politici anche non conseguenti a competizioni elettorali.

Al secondo comma dell’art.17, quindi, si propone che coloro che si candidino alle elezioni politiche o amministrative o che assumano incarichi politici decadano di diritto dalle cariche che rivestono nel gruppo, né possano ricoprirne in futuro. Gli stessi non possono essere poi individuati dal gruppo come candidati al Consiglio Superiore della Magistratura, al Consiglio Direttivo della Cassazione, al Consiglio Giudiziario, al Comitato Direttivo Centrale dell’Associazione Nazionale Magistrati e alle Giunte sezionali ANM.

L’art.18 ridisegna il vecchio Collegio dei Probiviri (cfr. art. 4 dell’attuale Statuto Unicost), in funzione di controllo del rispetto delle norme statutarie, etiche e deontologiche nonché di regolamentazione delle eventuali controversie tra Soci ovvero tra Soci e organi sociali, al fine di garantire il rispetto delle regole condivise al momento della rinascita del Gruppo.

A tale organo è stata data la denominazione adeguata alla parità di genere di Collegio di Disciplina; sono stati poi regolamentati i meccanismi di nomina e di funzionamento con previsioni parallele a quanto previsto nello Statuto ANM.

Questi i punti significativi della riforma dello Statuto, ma l’elemento più importante di tutti è il percorso stesso, che non è ancora terminato, il cui significato non può certo essere trasfuso nelle parole di un documento, ma il cui spirito di confronto e di esperienza deve essere la base per l’autentico riscatto della magistratura associata. Il percorso dalla Assemblea Costituente alla Assemblea Generale è quello che ci aspetta: il dibattito si allargherà e certamente giungeranno ulteriori significativi contributi. Siamo certi che sarà un percorso partecipato e autenticamente democratico.

Quando moriremo, nessuno ci verrà a chiedere quanto siamo stati credenti, ma credibili.» (Rosario Livatino, nato il 3 ottobre 1952 assassinato dalla mafia 21 settembre 1990).

Roma, 22.2.2021

La Presidenza e la Segreteria di Unità per la Costituzione