Le ragioni dell’impegno in A.N.M.: testimonianza di Luigi Cuomo – Sostituto Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione

Le ragioni del mio impegno quale candidato per la legittimità sono volte a valorizzare la particolarità delle funzioni che esercitano i colleghi in servizio presso la Corte di cassazione, la Procura generale e l'Ufficio del Massimario e del Ruolo.

Elezioni per il rinnovo del Comitato Direttivo Centrale 6, 7, 8 marzo 2016

Le ragioni del mio impegno quale candidato per la legittimità sono volte a valorizzare la particolarità delle funzioni che esercitano i colleghi in servizio presso la Corte di cassazione,  la Procura generale e l’Ufficio del Massimario e del Ruolo.

È sempre più diffusa la voce di una “Corte assediata” che si connota, nonostante la notevole produttività e il lodevole spirito di abnegazione dei magistrati, per l’aumento esponenziale e progressivo del contenzioso civile e penale, con gravose ricadute sulle condizioni di vita e sulla qualità complessiva del lavoro.  I consiglieri della Corte e i sostituti procuratori generali si trovano ad operare in condizioni critiche, schiacciati tra efficientismo e necessità di garantire comunque una risposta di giustizia, in cui è obiettivamente difficile assicurare l’uniforme interpretazione della legge e l’esercizio della funzione “nomofilattica”.

Nella moderna società globalizzata, in cui la rapidità di azione è sempre più necessaria per adeguarsi ai mutamenti sociali e culturali, oltre che ai modelli organizzativi e produttivi, i tempi della giustizia non sono omologabili a quelli del giudice, che, specie in sede di legittimità, ha bisogno di tempi di studio e di approfondimento maggiormente lunghi. L’elevata massa delle impugnazioni e l’inevitabile contrazione dei tempi dedicati alla trattazione e alla decisione dei singoli ricorsi, oltre che alla stesura delle sentenze, rischia di deprimere e di mortificare l’autorevolezza e il prestigio della Suprema Corte.

I segnali di una visione eccessivamente efficientista della giurisdizione, sempre più a discapito della qualità delle decisioni, si può cogliere nell’incremento dei ricorsi straordinari per errore di fatto, che sono la spia della difficoltà di trattare con il massimo livello di approfondimento ogni questione. Questa condizione di diffuso disagio è percepita anche dai colleghi della Procura generale che, oltre all’attività di udienza, sono investiti della materia disciplinare e dagli impegni internazionali che coinvolgono il ruolo del pubblico ministero.

L’impegno del nostro Gruppo, senza arrogarsi prerogative che sono di pertinenza esclusiva del legislatore, dovrà tendere ad una “cultura del miglioramento”, che passi attraverso un miglior bilanciamento dei flussi di lavoro, la formazione di ruoli di udienza più equilibrati, valorizzi la collaborazione con l’avvocatura, diffonda buone prassi e stimoli un utilizzo maggiormente virtuoso degli strumenti informatici.

Di queste avvertite e diffuse esigenze dovrà rendersi interprete non solo la magistratura associata, ma anche il Consiglio Direttivo, che esprime pareri non solo sulle tabelle, ma anche sull’assegnazione degli affari.

Da ultimo dovrà essere ulteriormente valorizzata l’attività del magistrato di tribunale addetto alla Corte di cassazione, le cui principali funzioni, consistenti nella massimazione e nella segnalazione di orientamenti giurisprudenziali contrastanti, devono tornare a costituire uno dei momenti di accesso privilegiato alle funzioni di legittimità.

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