m. La Corte di Cassazione

Profili programmatici

L’enfatizzazione del ruolo della Corte di Cassazione e delle funzioni di legittimità, sottesa ad alcune norme della prima riforma Castelli poi abrogate (pensiamo alla previsione dell’esercizio effettivo della legittimità come requisito per gli incarichi direttivi), non può far dimenticare l’effettiva diversità, riconosciuta in Costituzione, della funzione di legittimità e la veste costituzionale della Corte di Cassazione.

L’ampliamento dell’accesso in Cassazione, con magistrati che provengono dalle diverse aree giudiziarie del Paese, testimonia dell’opzione del legislatore per la reversibilità delle funzioni come positiva scelta verso l’osmosi tra la legittimità e il merito.

La specificità della funzione di Cassazione deve essere garantita e adeguatamente rappresentata anche in seno all’attività del CSM. Proficuo, in tale proiezione, si sta rivelando il raccordo con il Consiglio Direttivo che, nel rispetto rigoroso delle sue attribuzioni, deve costituire effettivo momento di collegamento e approfondimento delle esigenze peculiari della Cassazione.

La conclusione dei lavori della Commissione tecnica dovrà essere oggetto di riflessione affinché i suoi risultati, mediante un effettivo coordinamento procedimentale con le competenze della Commissione consiliare, costituiscano garanzia di qualità attitudinale e non momento di rallentamento delle scelte del Consiglio.

L’importanza della funzione della Corte di Cassazione, per l’oggettiva ricaduta che la sua giurisprudenza può e deve avere sulla realtà giudiziaria del Paese, deve impegnare il Consiglio a operare ogni sforzo possibile per ridurre drasticamente i tempi di copertura dei relativi organici.

L’esercizio della giurisdizione di legittimità consente a ogni consigliere di acquisire la consapevolezza del ruolo positivo che l’omogeneità della giurisprudenza può offrire in termini di certezza del diritto e di celere risposta alla domanda di giustizia. Una corretta applicazione del principio della nomofilachia non costituisce ostacolo all’evoluzione giurisprudenziale ma rafforzamento del valore della giurisprudenza, accrescendo il ruolo della magistratura nell’evoluzione dei rapporti sociali.

Il consigliere di Cassazione, allora, deve poter valorizzare e utilizzare proficuamente l’esperienza di magistrato di legittimità anche rientrando nel merito, ivi trasferendo il grande patrimonio di conoscenze, non solo giurisprudenziali, acquisito in un osservatorio cosi privilegiato. Ne sono corretta testimonianza anche le recenti assegnazioni a incarichi di responsabilità direttiva.

Analoga valorizzazione andrà perseguita per l’apprezzato lavoro dei magistrati del Massimario della Corte di Cassazione: cuore pulsante della Corte.

Precedente   <<  INDICE programma >>   Successivo