n. Il Comitato Pari Opportunità

Profili programmatici

Il Consiglio superiore della Magistratura, attraverso il prezioso ausilio del Comitato Pari Opportunità, dovrà continuare a curare nel prossimo quadriennio azioni positive per assicurare la piena realizzazione di pari opportunità di lavoro e nel lavoro tra uomini e donne.

Il settore nell’ambito del quale il CPOM dovrà intervenire – cosi come già in passato – è senz’altro quello tabellare, atteso che l’assegnazione dei ruoli all’interno degli uffici e la ripartizione dell’ordinario lavoro giudiziario costituiscono storicamente snodi fondamentali per garantire la conciliazione tra tempi di lavoro e tempi della famiglia.

Non sfugge, infatti, come più volte sottolineato dal CPOM, che le disposizioni contenute nella vigente circolare sulla formazione delle tabelle di organizzazione degli uffici giudiziari in tema di tutela della maternità hanno lo scopo di consentire agli uffici di avvalersi dell’attività di magistrati che, altrimenti, per motivi familiari o di salute, sarebbero costretti a ricorrere a periodi anche molto lunghi di astensione dal lavoro e, nel contempo, di assicurare a questi magistrati il diritto all’espletamento delle loro funzioni secondo modalità compatibili con la loro contingente situazione.

Il beneficio che ne deriva é duplice: per l’ufficio, che recupera energie lavorative, e per il magistrato, il quale non viene costretto ad assenze non desiderate ed all’inevitabile perdita di professionalità conseguente a lunghi periodi di inattività.

Il CPOM dovrà tempestivamente svolgere la propria attività di “consulenza” a servizio del CSM, sottolineando di volta in volta l’opportunità di modifiche alla normazione secondaria, per garantirne l’efficacia nell’attuazione di politiche di genere.

Dovranno altresì essere portate avanti le linee di intervento, già indicate dall’attuale CSM, in ordine alla funzionalità del sistema dei magistrati distrettuali, utili a rimuovere i rilevati ostacoli alla copertura dei posti di magistrato distrettuale; ciò sia sul piano della normazione secondaria che sul piano della normazione primaria.

Occorre altresì incrementare al massimo le potenzialità dei neo-nominati Comitati pari opportunità istituiti presso i Consigli giudiziari e il Consiglio direttivo della Corte di Cassazione (cfr. delibere plenarie in data, rispettivamente, del 9 aprile 2008 e Il febbraio 2009). Tra le varie iniziative probabili potrebbe avanzarsi l’ipotesi di suggerire ai Consigli giudiziari di prevedere nei propri regolamenti attività da demandare ai locali CPO, almeno a livello consultivo. I CPO potrebbero, inoltre, essere decentrati per raccogliere il materiale utile a definire una pratica – ormai pendente da tempo – relativa alle modalità di assegnazione degli affari ai magistrati che abbiano usufruito dei congedi per maternità.

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