o. La magistratura onoraria

Profili programmatici

L’attuale situazione della magistratura onoraria contempla una pluralità di categorie, tutte di essenziale supporto all’esercizio della giurisdizione attribuita alla competenza del magistrato professionale. Le situazioni, tuttavia, sono differenziate, poiché mentre i giudici onorari di tribunale ( g.o.t.) ed i vice-procuratori onorari ( v.p.o.) svolgono una funzione di supporto o supplenza a quella del magistrato togato, i giudici di pace, invece, hanno uno spazio di competenza autonoma che, negli anni, è andato via via ampliandosi.

Le iniziative legislative vanno nel senso di una unificazione delle due categorie, nell’ottica di creare una magistratura onoraria efficiente che oltre ad essere di reale supporto alla magistratura ordinaria sia, al contempo, portatrice di specifiche professionalità. Nell’attesa di una riforma organica del settore, va stimolata la possibilità del passaggio dall’una funzione onoraria all’altra e ciò nell’evidente prospettiva di non disperdere le professionalità acquisite “sul campo” anche attraverso l’attività di formazione che il Consiglio Superiore svolge.

Ciò permetterebbe di far approdare alla funzione di giudice di pace proprio quei g.o.t. o quei v.p.o. che, attraverso lo svolgimento dell’attività giudiziaria e la consuetudine derivante dalla frequentazione dei magistrati professionali, hanno acquisito una cultura della giurisdizione che li rende idonei a svolgere compiti decisionali iure proprio.

Tale prospettiva attenuerebbe la critica che, sovente, incombe sui giudici di pace, cioè di una forte divaricazione culturale con i magistrati togati dovuta all’adozione di prassi interpretative differenti rispetto a quelle generalmente adottate e conosciute dall’avvocatura. Tale obiettivo può essere raggiunto rafforzando sia il contenuto del potere di sorveglianza sugli uffici del giudice di pace – che compete al Consiglio Superiore della Magistratura – sia l’offerta formativa destinata alla magistratura onoraria.

Quanto alla sorveglianza sui giudici di pace, è necessario che il presidente del tribunale, che la esercita per delega consiliare, la svolga in modo effettivo, anche avvalendosi dell’opera di singoli magistrati incaricati di redigere periodiche e puntuali relazioni. Proficua, a tal fine, potrebbe rivelarsi l’istituzione di riunioni periodiche volte a curare lo scambio di informazioni sulla giurisprudenza delle singole sezioni dei giudici di pace e sulle prassi interpretative seguite, in aderenza allo spirito dell’art. 47-quater O.G.

Può essere opportuno, altresì, assicurare una maggiore verifica della professionalità della magistratura onoraria mediante la previsione di periodi di stage presso i magistrati professionali dotati di particolare esperienza e preparazione e che si occupano di materia analoghe.

Da ultimo, si rende necessario ripensare gli spazi di intervento affidati ai giudici onorari. E’ un risultato che dovrà attuarsi con una revisione della normativa in materia che consenta di ampliare le loro competenze mediante la possibilità di assegnazione alla composizione dei collegi di tribunale e di creazione di moli propri nelle materie per le quali sia prevista la possibilità di un utilizzo di tali magistrati.

In attesa di una riforma del sistema, oltre che di una ricognizione complessiva che assicuri la conoscenza delle situazioni concrete degli uffici giudiziari, occorre assicurare, a partire dai Consigli Giudiziari, la maggiore celerità possibile nelle nomine dei magistrati onorari, tutti inclusi, non dimenticando ovviamente gli esperti delle categorie della magistratura minorile e della sorveglianza.

Infine, nella più ampia riflessione di sistema sulla revisione delle circoscrizioni giudiziarie, occorre anche considerare quale può essere il ruolo della magistratura onoraria nelle sezioni distaccate, consapevoli che essa spesso potenzia e integra stabilmente l’organico. L’obiettivo deve essere quello di contemperare le esigenze del miglior funzionamento del servizio giustizia con il necessario apporto di forze di livello professionale adeguato.

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