r. La Scuola

Profili programmatici

La gravosa ma efficiente attività di formazione ed aggiornamento professionale, realizzata dal CSM, con le proprie strutture e risorse e con la rete della Formazione decentrata, pone il tema della verifica di fattibilità dei tempi di istituzione della Scuola e induce, ancora una volta, a segnalare di evitare di disperdere la competenza e professionalità acquisita dal CSM nell’importante e delicata materia della formazione professionale dei magistrati.

Vi è da rilevare, sul punto, che le modifiche apportate al D.lgs. n. 26/2006, dall’art. 1, della L. n. 24/2010, in tema di corsi organizzati dalla Scuola per i magistrati che aspirano al conferimento degli incarichi direttivi di primo e di secondo grado e di “schede valutative” da redigersi da parte del comitato direttivo della Scuola non appaiono in linea con la normativa vigente e, segnatamente, con le competenze attribuite, in via generale, alla Scuola Superiore della Magistratura.

Le competenze che l’ordinamento, pure riformato, assegna al Consiglio superiore nella materia della formazione dei magistrati suggeriscono di valorizzare il richiamato spazio di interlocuzione previsto dal decreto legislativo n. 26/ 2006 tra il Consiglio e la Scuola: si tratta di un’interpretazione costituzionalmente orientata, di modo che il contenuto precettivo della norma risulti conforme alle competenze e alle prerogative che l’art. 105 Cost. assegna all’Organo di autogoverno della magistratura.

Solo cosi, le linee programmatiche previste dall’art. 12, d.lgs. n. 26/2006 elaborate dal Consiglio consentiranno di evitare la dispersione del patrimonio culturale acquisito negli anni, nell’ambito dell’attività formativa svolta dal CSM. E’ appena il caso di osservare che, allo scopo di offrire un contributo rispondente alle concrete esigenze formative dei magistrati, si profila l’opportunità che l’elaborazione delle linee programmatiche sia preceduta da una mirata ricognizione dei bisogni formativi manifestati dai magistrati italiani, curata direttamente dal Consiglio superiore.

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