Il 28 ottobre 2016, nel corso della riunione del Comitato Direttivo Centrale dell’ANM si è discusso prevalentemente dell’incontro congiunto che la Giunta Esecutiva Centrale ha tenuto con il Presidente del Consiglio dei Ministri e con il Ministro della Giustizia in data 24 ottobre.
Il segretario Generale Francesco Minisci ha riferito in merito ai molteplici temi affrontati. In particolare, ha evidenziato le critiche e le proposte dell’ANM relative al D.L. 168/2016, da poco convertito, e al DDL sul diritto e sul processo penale, attualmente all’esame del Senato. Ha anche comunicato le aperture, definite importanti, manifestate sia dal Presidente del Consiglio sia dal Ministro. Vi è stata disponibilità a verificare la possibilità di eliminare le norme maggiormente problematiche del cd DDL penale, per le quali l’ANM ha mostrato ferma contrarietà. Quanto al disciplinare il Ministro ha comunicato che, come da noi richiesto, la norma sull’illecito disciplinare connessa alle iscrizioni è già stata eliminata dal testo all’esame del Senato.E’ stata sollecita l’urgente necessità di interventi in materia di personale amministrativo, attraverso un piano pluriennale per il reclutamento e la previsione di una riqualificazione giuridica ed economica, e di sicurezza negli uffici giudiziari. Il Presidente del Consiglio ha confermato che il concorso per il personale amministrativo sarà bandito entro novembre, ha perfettamente compreso le distorsioni connesse all’ingresso di personale amministrativo proveniente da altre amministrazioni e si è dichiarato disponibile alla riqualificazione del personale della Giustizia.In relazione alla modifica del periodo di legittimazione al trasferimento, per la quale il Ministro ha fatto presente essere stata determinata in gran parte dalle lamentele dei capi degli uffici sull’eccesivo turn-over di magistrati, sono state segnalate le esigenze peculiari dei MOT e l’inapplicabilità della normativa transitoria.Sulla proroga disposta solo per alcuni magistrati in posizioni apicali, l’ANM ha avanzato la proposta di riportare l’età pensionabile a settandue anni per tutti i magistrati fino a quando permanga il vuoto degli organici. Su entrambi i punti vi è stata una dichiarazione di apertura a valutare le richieste avanzate.Il Presidente del Consiglio ha poi definito inammissibile la scopertura di oltre 1.100 unità impegnandosi ad accelerare le procedure del prossimo concorso.Minisci ha ribadito che le aperture sono state importanti, ma che l’ANM deve prestare la massima attenzione per far sì che alle parole seguano risposte concrete in tempi rapidi.A tal fine, per monitorare la situazione, è stata indicata una prossima riunione del CDC estremamente ravvicinata per il 18 novembre 2016.Il Segretario Generale ha chiarito che proseguiranno i proficui incontri tra l’ANM e le rappresentanze sindacali del personale amministrativo del settore Giustizia e che, nel frattempo, l’ufficio sindacale dell’ANM si attiverà per sostenere tutti i colleghi che sono stati discriminati dal DL 168/2016.
Il Presidente Davigo ha confermato sia la ampia disponibilità mostrata dal Presidente del Consiglio e dal Ministro sia la necessità di prestare particolare attenzione all’effettiva attuazione di quanto prospettato nel corso dell’incontro.Ha evidenziato come l’arma più potente per ottenere un ripensamento e una modifica della norma che ha prorogato il pensionamento solamente di alcuni magistrati apicali, sia rappresentata dagli effetti devastanti che potrebbero discendere dall’accoglimento dei ricorsi proposti dai magistrati discriminati e che sono stati rappresentati al Presidente del Consiglio e al Ministro, ricordando che la Corte di Giustizia Europea, in un caso analogo, ha condannato l’Ungheria per disparità di trattamento.Ha poi illustrato diffusamente alcune delle ragioni che la GEC ha rappresentato nel corso dell’incontro a sostegno delle invocate modifiche.Le sedi disagiate si scoprono perché mancano oltre 1000 magistrati. Costringere i più giovani a non spostarsi non risolve il problema. Solamente riducendo i vuoti di organico si possono evitare le scoperture delle sedi meno ambite. L’unica vera soluzione è, dunque, intensificare e rendere più veloci i concorsi.Tenuto conto dell’età media nella quale i magistrati ordinari iniziano oggi la loro attività, l’abbassamento a settant’anni comporterà l’impossibilità di maturare quaranta anni di anzianità, con l’effetto che gli stessi percepiranno pensioni notevolmente inferiori allo stipendio.Davigo ha ribadito che il Presidente del Consiglio sembrava seriamente convinto della validità di molte delle critiche e delle proposte dell’ANM e che si è mostrato sinceramente stupito del diverso trattamento stipendiale riservato ai magistrati ordinari e particolarmente comprensivo rispetto allo scontento del personale della giustizia derivato dalla immissione di personale proveniente da amministrazioni diverse.Davigo ha poi sottolineato come la Giustizia sia un settore in attivo: produce entrate superiori alle uscite. E’ dunque una risorsa e non un costo. Per questo è stato chiesto che il Fondo Unico della Giustizia sia gestito dal Ministro della Giustizia e non da quello dell’Economia, fino a concorrenza delle necessità del nostro settore.
Hanno, quindi, preso la parola vari componenti del CDC.
Tutti gli intervenuti si sono dimostrati perfettamente concordi nel ritenere indispensabile dare fiducia al Governo, rimanendo vigili.Numerosi sono stati i ringraziamenti alla Giunta per la decisione, definita lungimirante, di recarsi all’incontro il cui positivo esito, anche mediatico, ha indotto coloro che si erano dichiarati contrari ad ammettere di essersi ricreduti.Tutti si sono dichiarati favorevoli alla convocazione del CDC a distanza ravvicinata in modo da monitorare l’evoluzione e verificare l’attuazione e la tempistica degli interventi promessi.E’ stata ribadita l’importanza di ottenere le auspicate modifiche normative in tempi brevi e di attivarsi per superare l’attuale situazione di cronica scarsità di risorse posto che dove la giurisdizione non può svolgere adeguatamente la propria funzione viene meno la effettiva tripartizione dei poteri, principio cardine su cui si fonda lo Stato di diritto.
I componenti del CDC di MI intervenuti hanno illustrato il lungo documento depositato proponendo di ricorrere ad una consultazione telematica vincolante su un possibile futuro sciopero nel caso di mancato rispetto degli impegni.I componenti del CDC di A&I intervenuti hanno rilevato che, pur essendo in linea di principio favorevoli al ricorso a forme di partecipazione che riducano la distanza con la base, la proposta di MI di consultazione telematica sullo sciopero rischia di essere tardiva e delegittimante; hanno, invece, proposto di invitare il CSM a sollevare il conflitto di attribuzioni e i colleghi prorogati a dimettersi per ripristinare la legittimità.I componenti del CDC di Unicost e di Area hanno condiviso le critiche di A&I sulla proposta di rimettere una decisione cruciale ricorrendo a non meglio specificati sondaggi telematici del genere di quelli attuati dal M5S e si sono motivatamente espressi in senso contrario sia alla proposta, che hanno ritenuto politicamente inopportuna e giuridicamente di dubbia correttezza, di avanzare una formale richiesta al CSM di sollevare un conflitto di attribuzioni sia a quella, evidentemente senza speranza e decisamente controproducente, di sollecitare le dimissioni dei prorogati.
Altro argomento sul quale si è discusso nel corso del CDC è stato quello, salito alla ribalta a causa di alcune recenti dichiarazioni provenienti anche da esponenti istituzionali, del rafforzamento del ruolo degli avvocati nei Consigli Giudiziari, con particolare riferimento all’ambito delle valutazioni di professionalità. In proposito, tutti i gruppi si sono in modo compatto dichiarati decisamente contrari.
Da segnalare che nel corso della discussione del 28 ottobre vi è stato un diffuso richiamo all’esigenza di rispettare l’ordine del giorno e di evitare la continua ricerca di visibilità attraverso il deposito di documenti e l’introduzione di argomenti senza congruo preavviso.All’esito del dibattito, svoltosi in un clima di rinnovata coesione, le proposte dei singoli gruppi che non avevano trovato generale condivisione sono state ritirate ad eccezione di quella, relativa alla sollecitazione da rivolgere al CSM di sollevare conflitto di attribuzioni, sulla quale, ormai al termine del pomeriggio, quando alcuni componenti si erano appena allontanati, si è votato. Contro la proposta hanno votato i componenti di Area e di Unicost presenti, a favore i componenti presenti di AeI e di MI. Il Presidente Davigo si è astenuto. La votazione si é conclusa con un risultato di assoluta parità e, pertanto, la proposta non è stata approvata.
Tutte le altre determinazioni sono state assunte all’unanimità.
All’esito della riunione del 28 ottobre è stata dunque adottata la seguente delibera:
- l’ANM richiede al Governo di adottare con urgenza tutti i provvedimenti oggetto delle aperture formulate dal Presidente del Consiglio dei Ministri e dal Ministro della Giustizia in occasione dell’incontro congiunto del 24 ottobre scorso;
- delibera di sostenere immediatamente i colleghi che ricorreranno contro i profili di incostituzionalità e di contrasto al diritto dell’Unione europea contenuti nel DL 168/2016;
- l’ANM, in relazione ad alcune recenti dichiarazioni provenienti anche da esponenti istituzionali, esprime la netta contrarietà al rafforzamento del ruolo degli avvocati nei consigli giudiziari, con particolare riferimento alle valutazioni di professionalità dei magistrati, trattandosi peraltro di profilo che non attiene al perseguimento degli obiettivi di efficienza del sistema giudiziario, tema quest’ultimo che rappresenta una priorità assoluta per la magistratura associata, per tutti gli operatori della giustizia e per lo stesso Governo.
Il CDC fissa la prossima riunione per venerdì 18 novembre 2016, ore 15.00, per verificare l’iter delle iniziative di attuazione conseguenti agli impegni politici assunti.
Per il gruppo di Unità per la costituzione al CDC, Alessandra Salvadori