La legge elettorale che regola l’elezione dei membri togati del CSM è al centro della riforma dell’ordinamento giudiziario oggi sul tavolo del Governo.
Unità per la Costituzione, nella ferma convinzione che solo un sistema coerente con le funzioni e le attribuzioni dell’organo di governo autonomo della magistratura possa garantirne il miglior funzionamento e il superamento del momento di crisi che lo attraversa, ritiene che alcuni principi che la dovranno ispirare siano assolutamente irrinunciabili.
L’obiettivo primario, per l’individuazione della migliore formula elettorale, è la tutela dell’autonomia e dell’indipendenza della giurisdizione che il CSM, quale organo di garanzia, è chiamato a garantire.
La mancanza di esigenze di governabilità all’interno dell’organo, rende non necessario, se non inopportuno, l’utilizzo di sistemi elettorali di tipo maggioritario.
Necessita, dunque, un sistema elettorale di tipo proporzionale che tenga conto della “fisiologica e peraltro ineliminabile pluralità delle culture in magistratura, rifuggendo dalla semplificazione che confonde il valore del pluralismo con le degenerazioni del correntismo”, come già riconosciuto nelle linee programmatiche del Ministro della Giustizia Cartabia, ed al contempo della esigenza di rinnovare la partecipazione di tutto il corpo elettorale alla scelta del proprio organo di garanzia, rendendo più consapevole l’espressione del voto.
La scelta che verrà compiuta sulla dimensione dei collegi elettorali non è affatto neutra. Nel perseguire l’intento di riavvicinare elettori e candidati, occorre evitare la formazione di radicamenti di carattere territoriale degli eletti non compatibile con la funzione di garanzia dell’intera magistratura che l’organo è chiamato a svolgere. In tal senso, se è indubbio che il collegio unico nazionale previsto nel precedente sistema elettorale si è rivelato inidoneo, in quanto ha comportato un eccessivo potere dei gruppi associati in ordine alla scelta dei candidati, tuttavia, la creazione di collegi elettorali troppo piccoli, che presupporrebbero l’introduzione di un sistema uninominale secco, potrebbe produrre la diversa patologia del mero perseguimento di interessi localistici.
Risulta poi imprescindibile ispirarsi al principio della parità di genere, in un contesto dove il corpo elettorale è formato ormai in maggioranza da donne, ma dove ancora la presenza di queste ultime tra i consiglieri del CSM è troppo poco incidente.
Sempre nell’ottica della più ampia rappresentatività delle diversità presenti nel corpo elettorale, non appare rinunciabile garantire la presenza nell’organo eletto di magistrati di legittimità, di magistrati giudicanti e di magistrati requirenti, nelle rispettive proporzioni in cui gli stessi compongono il corpo elettorale.
Si ravvisa, inoltre, la necessità di un sistema elettorale che incoraggi la presentazione di un numero di candidati in misura di gran lunga superiore al numero dei seggi da assegnare, in modo da garantire la concreta affermazione dei principi del rispetto della scelta dell’elettore e del pluralismo.
Il sistema elettorale proposto dalla Commissione Luciani appare apprezzabile nella misura in cui potrebbe assicurare la realizzazione di tali obiettivi, attraverso il sistema del voto singolo trasferibile che – seppure applicato solo ai collegi per l’elezione dei magistrati di merito, requirenti e giudicanti – dovrebbe garantire, con un numero adeguato di candidati per ogni collegio plurinominale, un’ampia possibilità di scelta da parte degli elettori ed al contempo la realizzazione di un effetto proporzionale. La formula dubitativa si impone in quanto ogni sistema elettorale spiega i propri effetti solo nel momento in cui viene concretamente messo alla prova.
In definitiva, quel che appare necessaria è una formula elettorale che riesca ad assicurare all’interno del CSM la rappresentatività di tutta la magistratura in relazione all’orientamento culturale, alle funzioni svolte e al genere, tenendo concretamente conto delle caratteristiche del corpo elettorale e della sua peculiare distribuzione sul territorio.
Unicost auspica che si giunga alla riforma del sistema elettorale in tempi brevi, prima del prossimo rinnovo del Consiglio Superiore della magistratura, che la stessa sia ispirata ai principi sopra enucleati e che, in ogni caso, sia in grado di prevenire distorsioni e patologie, volte a minare l’indipendenza dell’organo di garanzia della magistratura.
La Direzione Nazionale di Unità per la Costituzione